21 November, 2024
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Sanità…quale sogno? La domanda di salute non è mai inappropriata – di don Antonio Mura

Sanità…quale sogno? La domanda di salute non è mai inappropriata (come qualche Politico-Politicante vorrebbe farci intendere), può esserlo solo la risposta, da parte di un “Sistema incapace” di adeguarsi alle trasformazioni sociali in atto. I veri problemi di ogni Pronto soccorso, sono da individuare nell’aumento esponenziale, ancora oggi sottovalutato, dei pazienti anziani, che chiedono, giustamente, una risposta del sistema sanitario del tutto nuova rispetto al passato, a partire dall’emergenza, e la contemporanea drammatica carenza di medici formati e certificati per svolgere attività di pronto soccorso, dovuta alla miopia del numero chiuso al corso di laurea in medicina, alla riduzione delle assunzioni che ha bloccato il sistema per anni nell’ottica di un risparmio che ha prodotto invece un costo altissimo, e infine alla paradossale esiguità dei posti di specializzazione in medicina di emergenza–urgenza. Nonostante tutto questo, al di là degli slogan e di proposte che sfiorano il surreale, la riorganizzazione del sistema sanitario continua a non essere un tema affrontato seriamente nell’agenda politica, lasciando “ai margini” i cittadini.

Come si farà ad uscire dalla profonda crisi attuale e quale sarà il futuro della sanità di domani? L’emergenza-urgenza ha bisogno di professionisti sanitari formati e certificati per garantire ai cittadini le migliori prestazioni, con la massima competenza professionale e tempestività di esecuzione dei percorsi di cura. Oggi la qualità dei servizi dell’emergenza sanitaria è affidata interamente allo spirito di sacrificio degli operatori, ai quali va rivolta la nostra gratitudine e non gli insulti e le violenze spesso a loro rivolte: a chi sceglie la specialità oggi si chiede di essere pronti a turni pesantissimi, fino all’età della pensione e spesso oltre, avere impegnati almeno due-tre week end al mese, con stipendi molto meno appetibili.

Se non verranno risolti i problemi reali, dalla riorganizzazione del sistema di cure alla valorizzazione delle competenze, la maggior parte dei laureati in Medicina sceglierà sicuramente altre strade rispetto all’emergenza-urgenza, con condizioni di lavoro più accettabili, un soddisfacente riconoscimento della professionalità e con una minore esposizione al rischio di aggressioni. Al momento non è stata proposta alcuna soluzione strutturale, ma solo rimedi improvvisati ed emotivi o funzionali a qualche campagna elettorale, che, oltre a non permettere la soluzione vera dei problemi, provocheranno un aumento esponenziale dei costi dell’inevitabile disintegrazione del sistema sanitario nazionale pubblico. Chi ci governa, cosa vorrà fare? Attendiamo urgenti risposte.

Don Antonio Mura

Cittadino e responsabile diocesano UPSL Iglesias

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