27 November, 2024
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Sono prossimi alla conclusione, a Buggerru, i lavori sull’Ex Magazzino minerario ora denominato La Casa del Surf.
Lo stabile, ultimo in ordine cronologico tra i fabbricati ex minerari ad essere ristrutturato, sarà adibito a palestra e dato in concessione. La ristrutturazione è stata effettuata attraverso un finanziamento della regione Sardegna (Assessorato dei Lavori pubblici) di € 790.000 e, oltre allo stabile, permette la rivisitazione delle aree esterne adiacenti.

«Il progetto di riconversione a fini turistici del patrimonio ex minerario, nella disponibilità dell’Amministrazione è pressoché portato a compimentodice la sindaca del comune di Buggerru, Laura Cappelli -. Con la concessione dello stabile permetteremo a chi soggiorna nel nostro paese per praticare lo sport, di potersi allenare anche quando il meteo non consente di farlo all’esterno. Questo rappresenta un ampliamento dell’offerta che renderà il soggiorno a Buggerru sempre più appetibile.»

Pesanti sanzioni del giudice sportivo per il presidente e i calciatori della Verde Isola espulsi nella partita persa con il Guspini.

Il presidente Giuseppe Buzzo è stato inibito sino al 10 giugno 2024 con la seguente motivazione: «Dirigente con funzioni di addetto all’arbitro, dopo il termine della gara, contestava l’arbitro rivolgendogli espressioni ingiuriose e minacciose. Successivamente, mentre il direttore di gara era intento nel suo spogliatoio a compilare il rapporto di fine gara, il Buzzo bussava con violenti colpi alla porta dello spogliatoio e, trovandola chiusa, ne forzava la maniglia tanto da romperla e lanciarla verso l’assistente arbitrale n. 2 che si trovava nei pressi, come riferito dalla medesima nell’allegato di rapporto. L’arbitro, aperta la porta dall’interno, veniva aggredito verbalmente dal Buzzo che reiterava il suo comportamento ingiurioso e con ulteriore fare minaccioso reclamava la consegna dei documenti che, tra l’altro, non erano ancora stati compilati completamente. Infine, alla presenza dei carabinieri, contattati sia dall’assistente sopracitato che dallo stesso Buzzo, l’arbitro poteva consegnare i documenti di rito. Sanzione ai sensi dell’art. 36 comma 2/a del C.G.S., valutata l’aggravante della reiterazione della condotta ingiuriosa e contestatoria».

Ivan Cordero Cabanero è stato squalificato per sei giornate, «per aver rivolto all’assistente dell’arbitro n.2 espressione ingiuriosa costituente grave offesa personale. Successivamente, dall’esterno del recinto di gioco, ripeteva le espressioni ingiuriose. Sanzione ai sensi dell’art.36 del C.G.S. valutata l’aggravante della reiterazione della condotta ingiuriosa e della natura delle offese».

Alberto Graziano Arrais è stato squalificato per quattro giornate, perché «subito dopo essere stato ammonito rivolgeva al direttore di gara espressione manifestamente ingiuriosa. Sanzione ai sensi dell’art. 36, comma 1/a del Codice di Giustizia Sportiva».

Un terzo calciatore della Verde Isola, Leandro Cobas Ladrero, è stato squalificato per una giornata, per recidività in ammonizioni (V infrazione).

Il giudice sportivo, infine, ha inflitto un’ammenda di 250,00 euro alla Verde Isola, per «intemperanze dei suoi sostenitori, per tutta la durata della gara, nei confronti della terna arbitrale ed in particolare per le espressioni offensive e di derisione rivolte all’assistente arbitrale n. 2. Al termine della gara, la terna arbitrale, veniva fatta oggetto, dagli stessi sostenitori, di insulti ed espressioni ingiuriose».

Per l’8 Marzo ricordiamoci di un giovane donna, Federica Pilloni, cernitrice, rivoluzionaria e femminista! Federica Pilloni fu protagonista delle rivolte popolari di Gonnesa e di Bacu Abis, fu uccisa dai gendarmi dell’esercito regio mentre sventolava un drappo rosso simbolo del lavoro e del riscatto sociale. Tutto ciò accadde nei moti di Gonnesa del maggio 1906, che fu un mese di lotte in Sardegna e della rivolta popolare dovuta alla crescita dei prezzi degli alimenti. Una rivolta spontanea che si estese in tutti i centri principali dell’isola.

Nel Sulcis, specialmente a Gonnesa, per sedare le dure proteste, fu impiegato addirittura l’Esercito. Era il 21 maggio, una data passata alla storia e che ancora oggi viene ricordata per via dell’alto tributo di sangue versato da chi si ribellò rivendicando il diritto di sfamare i propri figli. Pagarono con la vita Giovanni Pili e Angelo Puddu. Con loro la giovane Federica Pilloni, uccisa dal piombo dei gendarmi perché sventolava un drappo rosso, simbolo del lavoro e del riscatto sociale. Gli scioperanti, in maggioranza minatori e lavoratrici delle miniere, presero di mira le cantine gestite dalle società minerarie, simbolo dello strozzinaggio operato dai datori di lavoro. Gli operai venivano obbligati dai padroni al rispetto del vincolo del “Ghignone”, il buono d’acquisto che si poteva utilizzare solamente nei negozi dei proprietari delle miniere, dove si vendeva la merce a prezzi più alti. Merce scadente e cara che portava i minatori all’indebitamento e al ricatto giornaliero, pena il licenziamento e l’inclusione nelle famigerate liste nere che negavano la possibilità di essere assunti negli altri cantieri.

Per alcuni giorni a Gonnesa e dintorni divampò una vera e propria battaglia. Dopo il tragico episodio di sangue, la rabbia scoppiò e si impadronì della folla. Con disordini anche nei cantieri dei villaggi vicini. Ma le forze di polizia ebbero la meglio e per i rivoltosi ci furono punizioni e rappresaglie. Le società minerarie procedettero al licenziamento di centinaia di lavoratori, a cui seguirono gli arresti di massa: 103 minatori furono portati nel penitenziario di Iglesias, per poi essere trasferiti nel carcere cagliaritano di Buoncammino in attesa del processo, che si svolse nel novembre dello stesso anno. Chiedevano pane, latte e generi di prima necessità. Quei moti portarono all’attenzione generale la situazione gravissima e le condizioni di vita al limite della civiltà in cui erano costrette a vivere la maggior parte delle famiglie delle aree minerarie. Molti di quei lavoratori furono scagionati, mentre i condannati subirono pene molto inferiori rispetto alle richieste dell’accusa. Quel maggio del 1906 diede il là al Parlamento italiano per varare un disegno di legge che istituì una commissione d’inchiesta con il compito di indagare sulle condizioni dei minatori sardi.

Le cronache dell’epoca sono abbastanza scarne, ma i fatti di quel maggio sono ben conservati nella memoria collettiva di quei territori, oltre che nei racconti popolari e in alcune poesie a ottave dei poeti improvvisatori sardi. Quella sommossa popolare di 118 anni fa, il ruolo delle donne in testa ai cortei, l’assalto alle cantine e ai forni, ebbero un ruolo importante nella storia del movimento dei lavoratori dell’isola e ancora oggi sono ricordati ogni anno.

Mauro Pistis

Si è svolto oggi in Sardegna lo sciopero dei lavoratori Enel indetto dalle organizzazioni sindacali CGIL, CISL e UIL «per protestare contro le politiche dell’azienda sui tentativi di esternalizzare attività strategiche e tagliare gli investimenti per la transizione energetica mettendo a rischio i lavoratori diretti e degli appalti». La mobilitazione è scattata a livello nazionale ma la Sardegna è una delle regioni dove è più forte la preoccupazione per il futuro dei lavoratori.

Stamane, davanti all’ingresso della Centrale Grazia Deledda, a Portovesme, abbiamo intervistato il segretario generale della Cisl del Sulcis Iglesiente, Salvatore Vincis, e don Antonio Mura, responsabile dell’Ufficio della Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Iglesias.

«L’annuncio del ministro Pichetto Fratin che la Sardegna sarà l’unica regione a non garantire l’uscita dal carbone entro il 2025 non è una sentenza di condanna inappellabile. Se siamo arrivati a questo punto ci sono delle precise responsabilità: si sono persi due anni a causa della Regione, per il suo ricorso contro il DPCM energia e per la totale assenza di interlocuzioni con le istituzioni nazionali e con le imprese di produzione di energia. Mentre Enel non ha ipotizzato negli ultimi anni una conversione della centrale del Sulcis, le proposte di riconversione con un investimento di oltre un miliardo di euro della centrale di Fiumesanto sono ormai di tre anni fa e non hanno mai ricevuto risposte né convocazioni da parte della Regione.»

Lo scrive, in una nota, il deputato del Partito democratico Silvio Lai.

«Nelle altre regioni italiane la riconversione delle ultime 4 centrali a carbone, per altro con gli stessi proprietari di quelle presenti in Sardegna, sono state garantite in meno di 18 mesi aggiunge Silvio Lai -. Questo significa che nonostante i 5 anni persi con la giunta regionale c’è ancora il tempo perché il phase out dal carbone non debba attendere, come dice Pichetto Fratin il 2028 ma si può concludere entro il 2025. Serve naturalmente che la nuova giunta regionale non ancora insediata recuperi il tempo perduto nell’interlocuzione con le imprese di produzione di energia, e di questo sono sicuro che il nuovo esecutivo se ne farà carico, ma serve soprattutto che venga pubblicato il nuovo Dpcm Energia da parte del governo, solo annunciato nelle settimane precedenti le elezioni dopo che lo stesso Governo e la regione avevano perso un altro anno e mezzo», conclude Silvio Lai.

Si accendono i motori. Il 16 e 17 marzo il territorio ospiterà la seconda edizione del Rally Sulcis Iglesiente, i cui contenuti sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa tenutasi ieri nella sala “Remo Branca” di Iglesias, alla quale hanno partecipato anche il sindaco di Carbonia Pietro Morittu e l’assessora dello Sport Giorgia Meli.
L’evento, che mira a bissare e a superare il successo della prima edizione, è organizzato dalla scuderia Mistral Racing con il supporto della Regione Sardegna, della Fondazione di Sardegna, dell’ACI Cagliari e l’adesione di 12 Comuni del Sulcis, tra i quali il comune di Carbonia.
Carbonia sarà ancora una volta protagonista, nella giornata di domenica 17 marzo, come parco assistenza per le vetture che parteciperanno alla corsa. I box assistenza saranno ospitati attorno a Piazza Roma, segnatamente in via Fosse Ardeatine, piazza Matteotti e via San Ponziano. Gli appassionati e i semplici curiosi potranno ammirare da vicino le auto da corsa e il lavoro dei meccanici durante le assistenze, vere e proprie prove speciali in cui si possono effettuare interventi sui mezzi. Le vetture entreranno nel parco assistenza per 2 volte, esattamente alle ore 8.20 e alle 12.13.

Il comune di Carbonia aderisce convintamente alla Giornata internazionale internazionale della donna nella ferma consapevolezza dell’importanza del riconoscimento dei diritti delle donne e della loro emancipazione, valorizzando nel contempo tematiche quali l’uguaglianza di genere, le pari opportunità, la lotta contro la violenza sulle donne e contro ogni qualsivoglia forma di discriminazione.
Una ricorrenza che si celebra specificatamente nella data dell’8 marzo, ma che lancia un monito a tutti noi: la donna va rispettata, amata e festeggiata sempre, tutti i giorni dell’anno.
Sono numerosi gli appuntamenti previsti nell’ambito della Giornata internazionale della donna in città e nel territorio.

L’Amministrazione comunale di Carbonia ha promosso, presso la sala consiliare di piazza Roma, una serie di incontri di democrazia partecipativa ed educazione civica, che hanno visto protagonisti circa 250 tra studenti e studentesse del biennio degli Istituti superiori cittadini.
Il progetto, curato e organizzato dall’assessorato della Pubblica istruzione e alle Politiche giovanili, ha registrato grande entusiasmo e partecipazione da parte degli alunni, che hanno proposto iniziative, espresso domande, bisogni e necessità riguardanti i giovani e la nostra città, presentando interpellanze, interrogazioni, mozioni e ordini del giorno quali strumenti previsti dal regolamento del Consiglio comunale.
Gli incontri erano finalizzati all’ascolto dei giovani, alla raccolta delle loro richieste e dei loro progetti.
I giovani, pilastri del futuro della città di Carbonia, hanno potuto prendere parte attiva alla vita della nostra comunità con proposte serie, attuali, concrete, originali, da cui trarre utili spunti per il proseguo dell’azione amministrativa e per costruire un’idea e un orizzonte progettuale della Carbonia che verrà e li vedrà attori principali.
L’Amministrazione comunale ringrazia tutti coloro che hanno contribuito all’ottima riuscita dell’iniziativa.
 

La Chiesa Diocesana, attraverso la mia presenza come Ufficio pastorale sociale e del lavoro, venerdì 8 marzo, sarà presente e vicina alle lavoratrici e ai lavoratori del comparto ENEL per sostenere la lotta con l’obiettivo di ottenere risposte chiare sulle prospettive energetiche e, soprattutto, sulle prospettive occupazionali. Non è accettabile che le lavoratrici e o lavoratori siano ridotti a semplici numeri nelle colonne dei registri di cassa e di prospettive industriali che altri hanno deciso passando sopra la vita delle persone e delle loro famiglie.

Don Antonio Mura

Le squadre di Abbanoa stanno eseguendo un intervento di manutenzione straordinaria della condotta adduttrice “Dorsale Sulcis” finalizzato all’eliminazione di una dispersione. I lavori riguardano un tratto di acquedotto del diametro di 700 millimetri in località Is Porcus, nel comune di Perdaxius.

Per consentire l’esecuzione dei lavori è necessario interrompere l’esercizio dell’acquedotto. I tecnici del Gestore hanno approntato un piano di manovre di rete e utilizzo delle scorte dei serbatoi d’accumulo urbano che consentirà di contenere quanto più possibile le interruzioni. L’erogazione all’utenza è garantita nei comuni di Carbonia, Portoscuso, Gonnesa e nel centro abitato di Perdaxius.

Nelle località di Is Porcus, Is Pillonis, Is Senis, Is Gannaus e Is Gadonis, Is Atzoris e San Simplicio in territorio di Perdaxius, alimentate direttamente dalla dorsale principale, risulterà interrotta l’erogazione alle utenze per tutta la durata dell’intervento. Qualsiasi anomalia potrà essere segnalata al servizio di segnalazione guasti di Abbanoa tramite il numero verde 800.022.040 attivo 24 ore su 24.