17 July, 2024
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Penny Italia è il discount alimentare del gruppo REWE, uno dei gruppi commerciali leader sul mercato tedesco ed europeo nel settore della Grande Distribuzione Organizzata. In Italia è presente dal 1994 segnando un momento di straordinario cambiamento nel mondo del discount nazionale dando così inizio al rinnovo del settore grazie alla formula “assortimento di qualità, marca e prezzi bassi”. Penny Market effettuerà nuove assunzioni di 100 addetti vendita, assistenti al direttore, addetti alle spedizioni merci, specialisti logistici ed altre figure oltre ad offrire tante opportunità di stage. Gli Addetti alla Vendita dovranno supportare la clientela, rifornire gli scaffali, tenere pulito e in ordine il negozio, esporre la merce ed occuparsi di tutte le attività di cassa; gli Assistenti al Direttore dovranno supportare il direttore nel coordinamento degli addetti alla vendita, relazionarsi con la clientela, gestire tutte le attività e chiusura cassa, gestire gli ordini della merce ed effettuare controlli igienico-sanitari del punto vendita; gli Addetti/e alle Spedizioni Merci dovranno svolgere tutti i compiti relativi alla pianificazione, sorveglianza e organizzazione della merce al fine di garantire la disponibilità degli articoli in magazzino, coordinare i colleghi delle cooperative per la predisposizione della merce nei camion, garantire il rispetto del programma viaggi e provvedere al trasferimento e al prelievo dei prodotti registrandone la relativa movimentazione; gli Specialisti Logistici dovranno gestire progetti legati alla direzione logistica, supportare il team logistico nella gestione dei progetti, effettuare un’accurata analisi di tutti i processi logistici ed elaborare report e analisi statistiche. 

Per verificare le altre figure… 

L’articolo completo è consultabile nel sito: http://diariolavoro.com/penny_3.html .

L’idea che la fertilità nelle nuove generazioni sia diminuita è un’esagerazione. L’attuale generazione è fertile come in passato; anzi, è meglio di prima.
Data questa premessa c’è da trovare un motivo al perché nell’Ostetricia ospedaliera del Sulcis Iglesiente nell’anno 2023 siano nati solo 135 bambini. Cinquant’anni fa (1973) ne nascevano 2.000. Significa che cinquant’anni fa nasceva un bambino ogni 70 abitanti mentre oggi ne nasce uno ogni 400 (calcolando anche i nostri nati a Cagliari).
Se la riduzione delle nascite non è la conseguenza di una cattiva salute fisica allora potrebbe essere la conseguenza di qualche altra forma di malessere. Il malessere, in generale, è quel genere di sofferenza che viene descritta dall’OMS (Organizzazione mondiale Sanità) con questa formula: «La Salute è una condizione di completo benessere fisico, mentale, sociale. Non è l’esclusiva assenza di malattia».
Ora, dato che siamo in un periodo di benessere fisico come mai si era visto nella storia, l’unica spiegazione possibile è che la carenza di maternità, non essendo un fenomeno puramente fisico possa essere una forma di malessere “…mentale e sociale” secondo la dizione dell’OMS.
Un problema di  avversione macroscopica alla maternità” viene descritto in questi giorni nelle cronache di Milano e il sindaco Beppe Sala ha difficoltà a risolverlo. Si tratta di questo: gli eredi di una famosa artista, Vera Omodeo, hanno donato al Comune un’opera bronzea, raffigurante una madre che nutre al seno il figlio, intitolata “Dal latte materno veniamo”. E’ una statua in grandezza naturale simile a tante altre diffuse in tutta Italia in chiese, musei, palazzi pubblici, raffigurazioni pittoriche, etc.. Nel Medio Evo le chiamavano “Madonne lattanti”. Tale movimento artistico ha un’origine interessante. Nel VI secolo si formò una leggenda secondo cui, in una grotta vicina alla basilica della Natività di Betlemme, la Vergine avrebbe perso a terra alcune gocce di latte nella fretta di nutrire il Bambino mentre fuggiva da soldati di Erode. La pietra di quel luogo così bagnata divenne candida. Quel luogo è la “Crypta Lactea”, detta in arabo “Meharet sitti Mariam”, che dopo tanti secoli ancora oggi richiama donne cristiane e musulmane chiedenti a Maria protezione per il parto e latte abbondante per i figli. Com’è noto i Crociati portarono di tutto, sotto forma di reliquie, dalla Terra santa, tra cui dei fialoidi di latte supposto sacro, che distribuirono in almeno 70 luoghi noti di Italia, Francia e Spagna. Quel fatto fu ispiratore per gli artisti del mondo cristiano e le opere raffiguranti la ”Madonna del latte “ si moltiplicarono fino al XV secolo, quando si arrestarono nell’arte ufficiale dopo che la Controriforma aveva giudicato sconveniente qualsiasi forma di nudità. Tale iconografia persistette anche nel XVI secolo ammantata, però, da veli o abbigliamenti più coprenti. Queste raffigurazioni vennero riprese dai grandi pittori del Rinascimento tra cui Leonardo da Vinci. Successivamente quell’immagine venne sostituita da “Madonne con Bambino in braccio” simili all’antica vernice del 1700 esposta recentemente nella chiesa di Nostra Signora di Bonaria a Sant’Antioco.
Nonostante i tempi moderni, in questi giorni a Milano siamo entrati in un’atmosfera da Controriforma del 1500. L’occasione è stata fornita dalla donazione dell’opera di Vera Omodeo raffigurante una moderna“ Madonna lattante”. A tale offerta è stato opposto il parere sfavorevole della “Commissione dei tecnici comunali” e della “Commissione delle Belle Arti” con questa motivazione: «L’opera della mamma che allatta il bambino rappresenta valori rispettabili ma non universalmente condivisibili».
Nonostante l’immediata difesa della statua partita sia dalla destra che dalla sinistra politica, il sindaco di Milano Beppe Sala ha continuato a non trovare una soluzione. L’ultima proposta su dove collocare la statua senza offendere nessuno, l’ha avanzata il giornalista Enrico Mentana. Egli propone di esporla nel giardino della storica “Clinica Ostetrica Mangiagalli”. E’ noto che la Clinica Mangiagalli dal 1900 è il baluardo dell’Ostetricia mondiale. E’ lì che per la prima volta il famoso chirurgo ostetrico Luigi Mangiagalli effettuò il nuovo tipo di taglio cesareo, col metodo Porro migliorato, che oggi garantisce a tutte le donne del mondo la sopravvivenza della madre e del bambino con il salvataggio dell’apparato riproduttore.
Dopo millenni di insuccessi e di alta mortalità da causa ostetrica, quel fatto segnò lo zenit del successo medico mondiale sulla maternità e la fertilità salvaguardate.
Poi venne il secolo delle guerre, dei sulfamidici, degli antibiotici, dei vaccini, della cardiochirurgia, dei trapianti d’organo e, infine, della chimica farmaceutica per il controllo delle nascite. Il numero delle nascite si tenne alto fino al ventennio 1946-1966: l’epoca del “baby boom”. Nel 1964 in Italia si superò il 1.000.000 di nascite. La sola Carbonia ne contò 2.000.
Poi iniziò il crollo. Nel 2023, dopo appena 60 anni, l’ostetricia di Iglesias ha contato 135 nati. Nell’anno 2023 in Italia si son registrate 379.000 nascite contro 631.000 morti.

Oggi, soprattutto in Italia, è in corso un’avversione alla natalità che è perfettamente rappresentata dai pareri forniti da due commissioni tecniche e artistiche, della capitale morale, che sta rendendo impossibile al sindaco di Milano l’accettazione del dono fatto alla città dagli eredi di Vera Omodeo. Il fatto di cronaca raccontato e i dati demografici riportati ci dicono che il problema della scarsa nascita di bambini va molto al di là di una questione di tipo sanitario e demografico.
Se la definizione lungimirante di “Salute” data dall’OMS è vera, allora siamo davanti a un problema che non è “medico “ ma riguarda la “salute mentale e sociale” della nazione.
Visto sotto questa luce, si comprende per quale ragione il problema Sanità merita maggiore attenzione da parte della Politica. Se fosse vero che il problema Sanità non è puramente un problema medico ma spiccatamente sociale, e quindi politico, allora diventa evidente che per risolverlo è fortemente indicato trovare quelle vie della mediazione che solo i “veri politici” sanno praticare.

Mario Marroccu

Dal 19 al 21 aprile, a Iglesias, si terrà il 3° raduno regionale dei bersaglieri, organizzato dalla sezione “Ugo Caproni” che si propone di ben rappresentare la specialità del Corpo dei bersaglieri.
Programma.
Domenica 14 aprile
Ore 11,00 – inaugurazione mostra cimeli e foto storiche sui bersaglieri (locali Associazione Mineraria sarda – via Roma) apertura dal 14 al 21 aprile 2024.
Venerdi 19 aprile
ore 17,00 – convegno “Vajont 1963 – riflessione 60 anni dopo” (teatro Electra – piazza Pichi)
ore 18,30 – esibizione “Coro di Iglesias” (teatro Electra)
Sabato 20 aprile:
ore 9,30 – Alzabandiera e deposizione corona ai caduti (piazza Oberdan) Fanfara 3° RGT
ore 16,30 – “Centenario dell’Associazione Nazionale Bersaglieri” (teatro Electra)
ore 17,00 – convegno “I bersaglieri caduti nella Grande Guerra” (teatro Electra – piazza Pichi)
ore 18,30 – concerto fanfara bersaglieri “ R. Lavezzeri” di Asti
Domenica 21 aprile:
ore 8,30 – sveglia della città al suono delle fanfare del 3° RGT e ASTI
ore 9,30 – Santa Messa – Chiesa di Valverde (fianco cimitero comunale)
ore 10,30 – deposizione corona monumento ai bersaglieri (viale delle Rimembranze), ammassamento (parco delle Rimembranze) e sfilata dei bersaglieri per le vie cittadine.
Fine sfilata e deflusso (piazza Sella)
Ore 12,30 – ammaina bandiera (piazza Oberdan)
Ore 13,00 – pranzo cremisi presso il ristorante OASIS (via Fadda).

Lunedì 15 aprile, alle ore 16.00, presso la Circoscrizione di Cortoghiana, si terrà un’assemblea pubblica alla presenza della dirigenza della ASL Carbonia al fine di promuovere un confronto con i cittadini sulla questione relativa alla Medicina Generale e alle problematiche sorte in queste ultime settimane.

L’assemblea sarà l’occasione per incontrare la popolazione di Cortoghiana e valutare e promuovere soluzioni e comportamenti utili all’espletamento ordinato delle attività e al rispetto del diritto alla salute dei cittadini.

Mario Puddu, dopo il Ditzionàriu de sa limba e de sa cultura sarda e la Grammàtica de sa limba sarda, opere edite da Condaghes e giunte alla seconda edizione, ha proseguito l’attività di studi linguistici relativi a su limbazu sardu con approfonditi metodi di analisi, di confronto e disamina contrastiva dei determinanti fenomeni evolutivi dell’idioma in un percorso “ricostruttivo” e di “regolarità”.
Lo studio affronta l’evoluzione interna, attraverso la fonologia, la morfologia e la sintassi, nell’area linguistica dell’universo isolano e relazionando lo sviluppo nel confronto con lingua affine o “dominante”; ne scaturisce una riflessione didattica ma anche di carattere identificativo che consolida il ruolo di una ritrovata e singolare ineguagliabile lingua madre sarda, tra princìpi e parametri caratterizzanti una struttura di unicità sintattica.
Un lavoro che, secondo l’intenzione dello studioso, è concepito all’interno di una rinnovata dinamicità dell’identità culturale e dovrà favorire la corretta acquisizione linguistica de sa limba e su manizu nella quotidianità.
Il volume, titolato Grammàtica cuntrastiva sardu-italianu, volùmene I – Fonologia e fresco di stampa nella colletzione “paràulas” di NOR Editziones, a cui seguiranno altre due pubblicazioni a cadenza annuale, tratta appunto di fonologia e segue un percorso complessivo di studio tra le diverse realtà areali di pronuncia e di scrittura, da operare regolarizzando e scrivendo cun regularidade, con senso primario e nella rispettosa volontà di valorizzare tutto il patrimonio linguistico; ossia, studiando sa limba nostra comente bolet fatu e faent po dònnia limba, nella considerazione che l’identità linguistica è un bene personale e collettivo dell’essere e per essere gente/pòpulu. Lo studio fonologico scorre nelle specificità del consonantismo e nella considerazione di ogni fonema-consonante e relative questioni di pronuncia (es.: la differenziazione di scrittura e lettura tra sonu velare oclusivu surdu e sonu velare aprossimante sonoru). L’opera, di unicità e di formazione per una analitica conoscenza della lingua sarda, considera totu su sardu e totu is Sardos nell’essere gente/pòpulu, all’interno dignitoso di un mondo fatto a dimensione bidha e nella fondamentale sapienza del patrimonio di identità e cultura. La grammatica contrastiva – grazie alle consolidate e precise differenze strutturali esistenti tra la grammatica e il parlato – mette a confronto in modo nitido, direi distintivo e caratterizzante, le lingue sardu-italianu a faciapare per individuare ed evitare le frequenti commistioni linguistiche. E Mario Puddu, nella presentada, chiarisce e definisce il senso della grammatica contrastiva che “depet èssere de profetu in totu is sensos: po méngius cumprendhimentu e impreu de su sardu e de s’italianu puru, e curretzione de su manìgiu fartosu prus che àteru in limba sarda” e così realizzare un “iscrìere a totu critériu unìvocu, unitàriu e generale”, attingendo ai fondamenti fonetici della lingua viva e parlata.
Il testo, didattico e di studio, è sostenuto da esercizi pratici ed esemplificativi sulle regole di accentazione (es.: Sa régula de s’acentu gràficu), da cui risultano per i termini in sardo anche le percentuali di parole sdrucciole (12%), piane (87%) e rispettivamente 1% per le parole tronche e bisdrucciole. Le esercitazioni proposte includono l’ascolto della giusta pronuncia, in sistema a risposta rapida, con il codice QR e relativo a parole e testi letterari delle aree di Mesania, Logudoro, Nuorese, Baronia, Ogliastra, Sulcis e Campidano. Piccoli brani di letteratura offrono la possibilità di apprezzare la ricchezza e varietà “de totu is foedhadas e de cantas prus bidhas”.
Una grammatica è intesa come l’insieme delle norme che regolano una lingua e sviluppata in senso contrastivo, come in questo lavoro contivizadu da Mario Puddu tra sardo-italiano, si coglie la capacità di confronto sistematico e consapevole nel riconoscere il corretto manizu de sa limba sarda, secondo lo studio delle regole e specificità della struttura linguistica che accomuna tutti i centri dell’Isola.
Mario Puddu è nato a Illorai. Laureato in pedagogia è stato professore di materie letterarie alle scuole medie di San Giovanni Suergiu. Riconosciuto e apprezzato studioso della lingua sarda, prosegue la sua attività di insegnamento de sa limba in Masters e in corsi di laurea universitari e di aggiornamento per docenti. In sardo, oltre ai numerosi lavori di glottologia e sulla scienza del linguaggio, ha pubblicato opere di narrativa, di poesia, di saggistica e la traduzione in sardo dell’Enciclica di Papa Francesco Fratelli tutti (Totu frades), edita da Condaghes e con la presentazione di mons. Corrado Melis, vescovo di Ozieri che ha concesso, come autorità ecclesiastica, il necessario Imprimatur per la stampa.

Cristoforo Puddu

Sono sei i Paesi in gara al Tuna Competition, evento clou del Girotonno, la kermesse gastronomica che celebra il tonno rosso del Mediterraneo in programma dal 30 maggio al 2 giugno prossimi a Carloforte, sull’isola di San Pietro, in Sardegna. La ventesima edizione della rassegna – organizzata dal Comune di Carloforte con la collaborazione dell’agenzia Feedback – vedrà sfidarsi, in un’appassionante sfida di cucina di tonno: Brasile, Giappone, Italia (campione in carica) e, per la prima volta, Grecia, Israele e Palestina.

Per la Grecia ai fornelli Vasilis Papikinos, innamorato della cucina italiana, di origini cretesi e siciliane che si riflettono nei suoi piatti e proprietario del ristorante Alevromilos sull’isola di Milos (Cicladi). In squadra con lui ci sarà Skandalakis “Soti” Sotirios, nato e cresciuto ad Atene, dove ha lavorato per 9 anni. Oggi è un conosciuto e apprezzato chef a domicilio a Torino, cosa che gli permette di creare sempre nuovi piatti, organizzare eventi, conoscere gente e viaggiare.

Il Giappone schiererà invece Yamamoto Eiji, del ristorante Sushisen di Roma, presente da 18 anni nel cuore del distretto del sushi capitolino. Ricerca, armonia e dedizione sono le tre parole che descrivono quelli che sono i punti fermi della sua cucina. Classe 1975, nato a Hokkaido, ha affinato la sua tecnica sia in Giappone che in Canada e Australia prima di trasferirsi in Italia.

Terza nazione in gara Israele, con gli chef Tze’ela Rubinstein e Mauro Galati, coppia anche nella vita, che gestiscono nelle campagne di Lucca il Cooking in Toscana, ristorante di cucina tradizionale regionale, ma anche luogo di eventi e cooking class. Un luogo dove il concetto “dalla fattoria alla tavola” è uno stile di vita e dove le relazioni sono al centro della connessione alimentare.

La Palestina schiera gli chef Shady Hasbun e Samia Sowwan. Firenze, la Palestina, la Maremma e Arezzo: tutte queste terre scorrono nel sangue di Shady Hasbun dando vita ad melting pot della sua cucina di sapori e di saperi, che spazia dalla Toscana al Medio-Oriente.

La quinta squadra in gara è il Brasile con il 39enne Jefferson Elias Ribeiro da Silva, conosciuto in Italia come chef Tom, campione del mondo di sushi Wssi (World Sushi Skills Institute) del ministero dell’Agricoltura giapponese. Ha lavorato nel campo della gastronomia per oltre 20 anni, dedicandosi soprattutto alla cucina giapponese. È uno chef esperto e certificato con due Dan giapponesi e quattro Kurobi. Nel Belpaese da 7 anni, ha lavorato finora in importanti cucine, come quella del ristorante Buddha bar di Venezia. Ma adesso ha deciso di aprire il suo primo ristorante in Italia a Siracusa.

Per conoscere i nomi della squadra azzurra si attende la chiusura del contest online (21 aprile). La selezione è rivolta sia agli chef professionisti che ai blogger o ai food creator. Per partecipare al contest, e vincere la partecipazione al team italiano, bisogna ideare una ricetta a base di tonno rosso, fotografarla e caricarla sul sito girotonno.it . Le ricette in concorso saranno sottoposte al voto di due giurie: una giuria popolare (voto online) e una tecnica, composta da giornalisti ed esperti di cucina e presieduta da Roberto Giacobbo, giornalista, divulgatore e conduttore di Freedom.

A quattro anni dall’uscita del primo marchio della cipolla, prodotto agroalimentare tradizionale coltivato nel territorio di San Giovanni Suergiu, l’amministrazione comunale ha deciso di effettuarne un restyling.

«Il suo rinnovamentospiega la sindaca Elvira Usainasce dall’intenzione di renderlo maggiormente attrattivo per il territorio e più rappresentativo per il prodotto e per chi lo produce.»

Quella della cipolla di San Giovanni Suergiu è una storia iniziata nel 2018, quando è stata ufficialmente inserita dal ministero delle Politiche
agricole e forestali al 198° posto tra i prodotti agroalimentari tradizionali nella Gazzetta Ufficiale, e seconda tra i prodotti PAT del Sulcis. Questa rivisitazione del marchio non è da considerarsi solo come una evoluzione estetica ma anche come il costante impegno nel voler promuovere il prodotto che più rappresenta il territorio di San Giovanni Suergiu. I benefici per gli agricoltori che la coltivano non sono solo di tipo economico ma valorizzano anche il marketing e la comunicazione, elementi commerciali importanti per far conoscere i produttori del territorio, il disciplinare di produzione e anche le ricette tipiche di consumazione della cipolla.

«Auspichiamoconclude la prima cittadina di San Giovanni Suergiu – che questo nuovo marchio sia solo uno dei tanti traguardi che la cipolla e la sua denominazione raggiungeranno nei prossimi anni.»

I primi passi per l’innovazione e il successo del prodotto sono stati avviati; ora si prosegue con produzioni di quantità e qualità che possano essere riconosciute ancora a livello regionale e nazionale. Il nuovo marchio è di proprietà del comune di San Giovanni Suergiu e sarà utilizzato esclusivamente dagli agricoltori che sono regolarmente iscritti al comitato della biodiversità e coltivano nel rispetto del disciplinare. Sarà presentato nel mese di maggio in occasione della riunione della comunità di tutela alla presenza dei tecnici di Laore Sardegna.

Il sindaco di Carbonia, Pietro Morittu, formula i migliori auguri di buon lavoro alla neopresidente della Giunta regionale, Alessandra Todde, al presidente eletto oggi del Consiglio regionale Piero Comandini, agli assessori e ai consiglieri – in particolar modo ai rappresentanti politici del Sulcis Iglesiente – con l’auspicio di una proficua e costante collaborazione con l’Amministrazione comunale di Carbonia, necessaria per dare risposte alle istanze della popolazione e per soddisfare le aspettative della cittadinanza.

Ha preso il via oggi la XVII legislatura del Consiglio regionale della Sardegna. La seduta è stata presieduta dal consigliere anziano Lorenzo Cozzolino che ha chiamato i consiglieri Alessandro Solinas, Umberto Ticca, Michele Ciusa e Alessandro Pilurzu, quali consiglieri più giovani, ad esercitare le funzioni di segretari provvisori. Dopo il giuramento dei 60 consiglieri regionali eletti, la presidente Alessandra Todde ha comunicato i 12 componenti della Giunta che risulta così composta:

Maria Elena Motzo (Affari generali, Personale e Riforma della Regione)
Giuseppe Meloni (Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del territorio) e vice presidente
Francesco Spanedda (Enti locali, Finanze e Urbanistica)
Rosanna Laconi (Difesa dell’ambiente)
Gianfranco Satta (Agricoltura e Riforma agropastorale)
Franco Cuccureddu (Turismo, Artigianato e Commercio)
Antonio Piu (Lavori pubblici)
Emanuele Cani (Industria)
Desirè Alma Manca (Lavoro, Formazione professionale, Cooperazione e Sicurezza sociale)
Ilaria Portas (Pubblica istruzione, Beni culturali, Informazione, Spettacolo e Sport)
Armando Bartolazzi (Igiene, Sanità e Assistenza sociale)
Barbara Manca (Trasporti).

E’ seguito il giuramento degli assessori non consiglieri regionali.
Il presidente provvisorio, Lorenzo Cozzolino, ha svolto il suo intervento di apertura della legislatura, al termine del quale sono iniziate le votazioni per l’elezione del nuovo presidente dell’Assemblea.
Il primo scrutinio ha registrato il seguente risultato: presenti, 60, astenuti 33, votanti 27, schede bianche 21, nulle 1, Comandini, 3 e Peru, 2.
Non essendo stato raggiunto il quorum (40 voti validi) si è proceduto con la seconda votazione che ha registrato il seguente risultato: presenti 53, astenuti 32, votanti 21, bianche 14, Peru, 6, Cozzolino, 1.
Si è quindi proceduto con la terza votazione (quorum: maggioranza assoluta).
Risultato: presenti 60, votanti 60, schede bianche 16, nulle 1, Comandini 42, Peru 1; e ha dunque proclamato eletto presidente del Consiglio regionale della Sardegna, l’onorevole Piero Comandini (Pd).
L’on. Piero Comandini ha preso posto alla presidenza e ha esordito così:
«E’ difficile iniziare questo ruolo dopo aver la prova di questo affetto da colleghi di maggioranza e anche dell’opposizione.
Noi oggi qua siamo dei privilegiati e abbiamo la grande responsabilità di scrivere pagine belle per i sardi, se saremo uniti e se avremo gli stessi obiettivi.
Grazie a chi mi ha dato questa responsabilità di svolgere un ruolo istituzionale in quest’aula e fuori da qui. Vi ringrazio tutti nello stesso modo, per quello che insieme faremo in quest’aula portando avanti leggi importanti: è questo l’obiettivo che ci ha animati quando abbiamo deciso di candidarci. Dobbiamo voltare alto e spogliarci anche delle nostre appartenenze politiche senza rinnegare la propria cultura politica e la propria storia.
Dobbiamo avere davanti soltanto i problemi dei sardi, aiutare le donne sarde che sono in condizione di estrema difficoltà soprattutto quando lavorano. Dobbiamo trovare in questa istituzione le soluzioni ai problemi, soluzioni che i sardi attendono. E cominciamo oggi questo cammino con una donna presidente della Regione, una grande novità. Ma ringrazio anche Paolo Truzzu per come ha condotto la campagna elettorale e per le parole di apprezzamento che ha avuto il giorno dopo. Paolo Truzzu ha confermato di essere un vero uomo delle istituzioni. Sono sicuro che la minoranza lavorerà insieme con noi in questa che ritengo essere una fase costituente per la Sardegna. Voliamo alto, ci sarà un tempo per i confronti fuori da quest’aula ma qui mettiamoci la maglietta dei sardi e dimostriamo di avere un cuore che batte per i sardi.
Non possiamo non guardare fuori dalla Sardegna, alla guerra e al Mediterraneo, ai tanti che cercano miglior fortuna varcando. Sarò il presidente di tutti e cercherò di essere il presidente del sardi. Grazie».
Il presidente ha dichiarato conclusi i lavori e preannunciato i nuovi impegni dell’assemblea, ad incominciare dalla formazione dell’ufficio di presidenza e la costituzione dei gruppi e delle commissioni consiliari.

Allegate le interviste ai due neo assessori Ilaria Portas ed Emanuele Cani e i consiglieri regionali Alessandro Pilurzu (Pd), Luca Pizzuto (Sinistra Futura) e Gianluigi Rubiu (Fratelli d’Italia).

 

Si è svolta ieri la manifestazione promossa dal Comitato Nuraxino, in collaborazione con il movimento degli agricoltori, dei pastori e delle attività produttive del Basso Sulcis, in difesa dell’agricoltura e contro la speculazione energetica.

I trattori provenienti da Giba, Tratalias, San Giovanni Suergiu, Masainas e altri centri, si sono radunati a Cortoghiana, in via Amedeo di Savoia, da dove hanno raggiunto Nuraxi Figus e, infine, l’area agricola dove dovrebbe essere realizzata la sottostazione Terna.

I manifestanti hanno ribadito di essere favorevoli alla produzione agricola e al giusto presso dei prodotti agricoli e del latte, e chi difende le proprietà terriere difende il futuro della Sardegna e della sua economia.

Contro alla speculazione energetica e allo scempio del territorio si è espressa anche la sezione di Gonnesa del Partito Comunista, contraria alla costruzione della sottostazione Terna che «genererebbe danni ambientali innanzitutto per la sottrazione di suolo alla natura».

«La transizione energetica non può passare da un nuovo consumo di suolo e dalla penalizzazione dei cittadini e delle potenzialità dei territoriaggiunge la sezione del PCI di Gonnesa -. Chiediamo al sindaco di Gonnesa e al Consiglio comunale tutto, di difendere il paese, il territorio e le cittadine e i cittadini da questi attacchi speculativi e di avviare una riflessione per un vero svilupp0 sostenibile.»