24 December, 2024
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I carabinieri della stazione di Carloforte, nell’ambito di servizi straordinari di controllo del territorio rivolti principalmente, durante il periodo estivo, alla verifica del rispetto della normativa di settore e relative autorizzazioni da parte degli stabilimenti balneari e delle strutture alberghiere, hanno sottoposto a ispezione una struttura ricettiva sita nell’entroterra dell’isola di San Pietro, rilevando che la location fosse abitualmente utilizzata per ospitare eventi danzanti senza alcuna preventiva autorizzazione municipale ed in violazione di plurime normative attinenti alla sicurezza, igiene e salute.

Una vera e propria discoteca abusiva, insomma, i cui eventi venivano di volta in volta organizzati da due soggetti del luogo i quali, previa diffusa pubblicità tramite i canali social, attiravano, con periodici appuntamenti nei fine settimana, tantissimi giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni. Nel corso delle verifiche è stata rilevata una zona adibita alla diffusione della musica, alla somministrazione di alcolici e alimenti, al pagamento del titolo d’ingresso e la presenza di tre barman, un dj adibito alla consolle e due soggetti con ruolo di addetti alla sicurezza/buttafuori.

Al termine del controllo, sono stati denunciati in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari per apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo o trattenimento in concorso un 24enne e un 27enne, entrambi domiciliati a Carloforte e responsabili dell’organizzazione delle feste musicali, ai quali sono state contestate anche sanzioni amministrative che riguardano la somministrazione di alimenti e bevande senza licenza, somministrazione bevande senza SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) e l’effettuazione di pubblico spettacolo senza titolo.

Inizierà il 1° settembre con il primo derby, andata degli ottavi di finale della Coppa Italia, la nuova stagione in Eccellenza di Carbonia e Iglesias. al Comunale “Carlo Zoboli” di Carbonia, fischio d’inizio alle ore 17.00. La formula della manifestazione è ad eliminazione diretta, con partite di andata e ritorno. Il ritorno degli ottavi si giocherà a campo invertito, al Monteponi di Iglesias, domenica 8 settembre, con inizio alle 17.00. Risulterà qualificata (o vincente) la squadra che nei due incontri avrà ottenuto il maggior numero di reti nel corso delle due partite. Qualora risultasse parità nelle reti segnate, l’arbitro procederà direttamente a far eseguire i calci di rigore per determinare la squadra vincente. Quarti di finale (9 e 23 ottobre) e semifinali (13 e 27 novembre) si disputeranno con le stesse modalità. La finale sarà disputata in campo neutro in sede e data da stabilire.

Gli altri accoppiamenti sono i seguenti:

Ferrini-Monastir 1983, Barisardo 1971 Ogliastra Calcio-Villasimius, Nuorese-Taloro Gavoi, Glilarza-Polisportiva Ossese, Li Punti-Alghero, Calangianus 1905-Tempio, San Teodoro Porto Rotondo-Pol. Calcio Budoni.

Imane Khelif, pugile algerina, ha vinto la medaglia d’oro, nella categoria pesi Welter, alle Olimpiadi di Parigi/2024. Il suo torneo pugilistico venne turbato dal ritiro intempestivo della rivale italiana Angela Carini dopo un primo potente pugno al volto. Nei media italiani si creò subito uno schieramento:
– quelli pro-Carini che accusavano Imane Khelif d’essere impropriamente sul ring femminile nonostante avesse caratteristiche fisiche di tipo maschile;
– quelli pro-Khelif che sostenevano la legittimità di quell’incontro in quanto non vi erano dubbi sulla sua femminilità.
E’ riemerso il problema dell’”identità di genere”.
Per capire in quale assurdo ginepraio ci siamo addentrati, convinti di dire cose semplici sul chi sia maschio e chi sia femmina, è necessario rivedere su quali basi storiche, giuridiche e biologiche si identificano il sesso maschile e femminile.
Il problema dell’identità di genere nell’essere umano viene discusso approfonditamente da oltre 2.500 anni, ad iniziare dalla mitologia greca, dai filosofi, dai biologi, dai religiosi, dagli psicologi, dai sociologi dai giuristi, e oggi dai social.
L’”identità” in generale, da quella razziale, a quella culturale, a quella religiosa, etc., è una questione difficilissima. Se ne accorse tristemente Carlo Linneo, il naturalista che per primo tentò di definire il genere “HOMO” nel lontano 1758. Egli ebbe molte difficoltà: venne avversato dagli opinionisti del tempo, quando pubblicò la sua prima classificazione dei resti ossei fossili che “identificò” come appartenenti al genere “HOMO” All’inizio classificò come “Homo” tutti gli scheletri fossili associabili ad attività intelligenti come la fabbricazione di utensili. Con sua sorpresa, nella società civile, in quella scientifica e nella religiosa emersero vivaci contestazioni quando si vide che aveva incluso fra gli “Homo” anche i resti fossili delle grandi scimmie antropomorfe che precedevano l’“Homo sapiens”. A causa di problemi di identità ideologica egli allestì subito una seconda classificazione in cui separò accuratamente l’“Homo sapiens”, dall’”Homo Abilis”, dallo Australopitecus” e dall’Homo Heidebergensis. Così distinse quelli con cranio più piccolo (Ominini) da quelli con cranio più grande.
Fra quest’ultimi incluse l’Uomo di Neanderthal (estinto 25.000 anni fa), e l’Uomo di Flores (estinto 12.000 anni fa).
Già questo fatto dimostra quanto sia difficile definire chi sia “Homo” e chi non lo sia. E’ sicuro che l’”Homo sapiens” deriva per evoluzione dalla scimmia, ed è sicuro che durante l’evoluzione del DNA siano comparsi un numero enorme di aspetti somatici e forme diverse sia di “ominini” che di uomini. E il percorso dell’evoluzione non è finito. Continua ancora oggi come in passato.
Proprio a causa della continua e ininterrotta evoluzione di A-G-T-C (che sono i mattoni del DNA, e di A-G-T-U (i mattoni di RNA), la nostra specie è riuscita a sopravvivere nel pianeta Terra. Tale differenziazione e mutazione continua dei caratteri genetici, inarrestabile nel tempo, venne capita e descritta da Charles Darwin nel suo libro “L’Origine delle specie” del 1859. Egli capì che il cambiamento continuo del cammino della differenziazione genetica attraverso le mutazioni, era necessario per avere sempre a disposizione il tipo di “umano” più adatto a sopravvivere nelle varie condizioni avverse che si sarebbero incontrate.
Watson e Crik nell’anno 1953 si scoprì la “doppia elica del DNA” e aprì la strada “progetto Genoma”.
Nel 1983 il Governo Americano affidò la direzione del centro di ricerche genetiche a Francis Collins affinché sequenziasse completamente il DNA umano. Nell’anno 2000 Bill Clinton e Tony Blair presentarono al mondo la prima bozza dell’intero DNA umano allestita da Craig Venter e Francis Collins. Nel discorso di presentazione Bill Clinton previde la possibilità di analizzare e separare in laboratorio i vari geni contenuti nel DNA (quelli che definiscono il colore dei capelli, degli occhi, della corporatura, della differenziazione sessuale, dell’intelligenza, dei tumori e delle malattie genetiche, etc.). Si prospettò già allora la possibilità di eseguire procedure di ingegneria genetica allo scopo di migliorare il genoma.
Questa nuova possibilità di interferire sull’opera dei Madre Natura ha creato una rivoluzione: prima del 2000 le mutazioni nell’evoluzione genetica erano opera esclusiva di Madre Natura; dal 2000 l’Uomo può interferire sull’ordine naturale dell’Evoluzione. La possibilità di indurre, in laboratorio, mutazioni pilotate del DNA, genererà una nuova definizione della “identità umana”. Necessariamente verranno distinti gli Uomini “mutati in laboratorio” da quelli “non mutati” e potrà derivarne un problema sociale.

Verranno discriminati i “migliorati geneticamente” e quelli “non migliorati” dotati del solo DNA naturale. Ne potrà derivare un problema sociale e politico già sperimentato in epoche recenti: “l’eugenetica” o selezione della “razza migliore”. Potrà imporsi uno nuovo strato sociale di super-umani dominanti e uno strato sociale di umani, inferiori geneticamente, assoggettati ai primi.

Il problema di “identità di genere”, appena sfiorato, e impropriamente gestito, col caso Khelif-Carini, sarà nulla in confronto a ciò che potrà avvenire in futuro.
Oggi, 11 agosto 2024, chiuse le Olimpiadi rimane in piedi un clima di “scontro identitario di genere”.
Uno scontro di cui esistono documenti storici da almeno 2.500 anni a questa parte.
Gli antichi Greci si limitavano a prendere semplicemente atto di ciò che vuole la Natura. Già Platone fece descrivere ad Aristofane lo spettro delle diverse manifestazioni di genere sessuale connaturate all’Umanità. Essi ritenevano che la perfezione stesse nella somma delle qualità di genere e fra le divinità vennero inclusi gli “ermafroditi”. Soggetti dotati di qualità maschili e femminili. Il tema sulla esistenza in Natura degli “intersessi”, secoli prima di Platone, era stato già affrontato dalla filosofia trascendentale iraniana che aveva dato luogo allo sviluppo di una corrente culturale molto influente: quella degli gnostici.
Questi ritenevano che il Demiurgo avesse creato un’umanità imperfetta e che questa avrebbe potuto avvicinarsi al Dio perfetto attraverso la “conoscenza”. Secondo la loro visione tutto era imperfetto; assolutamente tutto e tutti gli esseri viventi avrebbero potuto migliorarsi solo con la “conoscenza”.
Questo concetto di imperfezione connaturata all’uomo entrò in tutte le religioni successive e ne nacque la distinzione tra un “mondo del Bene” e un “mondo del Male”. Ne derivarono correnti intellettuali che estremizzarono il significato di “male”, insito nel sesso e nella capacità riproduttiva degli esseri umani, tanto che giunsero ad imporre ai seguaci imposizione di astinenza assoluta dal sesso e il divieto di procreazione. Fu la corrente dei Catari. Nel 1200 i Catari vennero dichiarati eretici dai Cristiani e la loro corrente fu soffocata nel sangue.
Fu una strage basata sulla lotta culturale scatenata dal diverso modo di concepire l’idea di “identità” sia dell’essere umano, sia della distinzione maschio/femmina.
In quel caso la diversa idea di “identità” venne risolta con una strage. Sappiamo che in seguito, con la retorica della “identità”, anche nella storia recente avvennero altre assurde stragi.
La scienza del 1900 ha dimostrato che l’“identità sessuale” è un concetto che necessita di una classificazione riconosciuta da protocolli allestiti dalla Comunità scientifica internazionale.
In base a quei protocolli la “identità sessuale “ può essere determinata da:
1° Gli ormoni: la prevalenza di testosterone indirizza verso la mascolinità. La prevalenza di Estrogeni indirizza verso la femminilità.
2° La psiche: determina il convinto orientamento personale di genere verso una personalità maschile o femminile.
3° Il DNA: I cromosomi sono in numero di 46 n distinti in 23 coppie; la 23ª coppia è XX nelle femmine, XY nel maschio.
Gli scienziati indicano 4 modelli diversi utilizzabili nell’identità sessuale:
a) Sesso somatico o fenotipo: è dato dai caratteri sessuali primari che sono i testicoli e il pene nel maschio; la vagina, l’utero e le ovaie nelle femmine.
b) Sesso ormonale: prevalenza di gonadotropine e ormoni sessuali (più testosterone nei maschi, più estrogeni nelle femmine).
c) Sesso psichico: orientamento della personalità prevalentemente maschile o femminile (indipendentemente dal sesso genetico, somatico, ormonale).
d) Sesso genetico: XY per i maschi; XX per le femmine.
All’interno di queste 4 classi esiste un’infinita variabilità sui vari gradi di differenziazione sessuale esistenti tra il modello maschile e quello femminile. La variabilità può comportare anche cambiamenti temporanei dell’orientamento sessuale: è la “fluidità di genere”.
Gli studiosi di Biologia molecolare (specialisti in genetica medica) e di ormoni (endocrinologi) dimostrano continuamente l’esistenza di modelli diversi di sessualità.

Nella pratica Urologico-Ginecologico-Andrologica si incontrano due sindromi che possono essere esempi utili per chiarire questi concetti:
Primo esempio: la Sindrome di Morris. E’ una sindrome dovuta alla assenza di recettori per il testosterone. Si tratta di neonati geneticamente maschi (XY) che non sviluppano i caratteri sessuali maschili perché il testosterone non riesce ad attivare i recettori delle cellule somatiche. Questi soggetti sono tuttavia sensibili agli estrogeni. Il risultato finale sarà lo sviluppo di un feto che alla nascita si presenterà con caratteri sessuali femminili. Anche lo sviluppo successivo (adolescenza-maturità) sarà caratterizzato da aspetto generale femminile sia nei caratteri sessuali primari (genitali esterni) che in quelli secondari (ghiandole mammarie, pannicolo adiposo, cute, peli). Questi soggetti presenteranno un’altezza superiore alla media femminile.
L’ostetrica che accoglierà questi bambini alla nascita noterà la presenza della vulva, della vagina e l’assenza dei testicoli. Nel momento della compilazione del certificato di nascita che verrà consegnato all’Anagrafe l’ostetrica certificherà la nascita di una bambina. Con quell’atto si certifica l’“assegnazione di genere”.
Con quell’atto, riconosciuto dalle leggi di tutto il mondo il neonato è per lo Stato una “femmina”.
Esistono anche forme di “insensibilità incompleta al testosterone “ che daranno luogo ad altre varianti con fenotipi ancora differenti.
Secondo esempio: la Sindrome di Klinefelter. In questo caso la 23ª coppia avrà un cromosoma sessuale in più: XXY.
I bambini con sindrome di Klinefelter nascono con aspetto dei genitali esterni di tipo maschile.
Successivamente i caratteri genitali primari saranno ipotrofici mentre i caratteri sessuali secondari svilupperanno in senso femminile (ginecomastia, cute senza peli scarsa muscolatura). Questi individui, come quelli con sindrome di Morris, non saranno fertili.
Esistono poi casi di varianti femminili con un eccesso di cromosomi sessuali: la 23ª coppia sarà rappresentata da tre X, ovvero XXX. La tripla X darà luogo alle “superfemmine” con caratteri femminili molto pronunciati (formosità).
Esistono casi con tripla Y, ovvero YYY. Si tratta dei “supermaschi”. Avranno possente muscolatura, sviluppo scheletrico aumentato, saranno eccellenti nello sport e saranno aggressivi.
Esistono casi da difetto di cromosomi nelle 23ª coppia. E’ il tipico caso della Sindrome di Turner (la 23ª coppia è sostituita da una sola X). Si tratta di neonate bambine che avranno uno scarso sviluppo dell’apparato genitale, dei caratteri secondari e dello sviluppo scheletrico.
Tutte queste varianti avranno grandi difficoltà a riprodursi.
Dopo queste premessa si comprende che l’”identità di genere” può essere molto difficile da definire.
Per evitare di entrare nella trappola dell’“identità” il CIO (Comitato Internazionale Olimpico) ha convenuto che il sesso ufficiale dell’atleta è il “sesso assegnato” alla nascita dal pubblico ufficiale a ciò deputato: l’ostetrica.
Durante les “Jeux Olympiques Paris 2024″ il CIO ha scelto il parametro della certezza legale basato su una convenzione internazionale.
Se fossero stati ignorati i parametri di “identità di genere” riconosciuto dai Parlamenti si sarebbe corso il rischio di discriminare un numero enorme di persone legittimate ad esistere godendo dei diritti costituzionali.
Nel mondo della Sessuologia esiste, con un certa frequenza, la richiesta di “riassegnazione di genere”.
Sono i casi in cui viene contestato il “sesso assegnato alla nascita”.
In questo caso la Legge affida agli scienziati esperti la decisione sul come indirizzare la riassegnazione.
Prendiamo il caso di un individuo che alla nascita sia stato assegnato al genere maschile, che però abbia manifestato in seguito un orientamento in senso femminile, e che chieda una “riassegnazione” al genere a cui sente di appartenere. In tal caso la Commissione di esperti, riunita dal Giudice, dovrà definire:
– a – quale sia il sesso somatico (l’aspetto fisico),
– b – quale sia il sesso genetico nel DNA (XX oppure XY),
– c – quale sia il sesso ormonale,
– d – quale sia il sesso psichico.
L’aspetto sessuale più difficilmente modificabile è il sesso psichico . Si tratta di soggetti che potrebbero entrare in uno stato di profonda sofferenza, fino all’autolesionismo nel caso non venissero soddisfatti nella loro identificazione psichica. Per questo motivo il “sesso psichico” sarà il parametro guida.

Il giudice, una volta ottenuti i pareri certificati dagli specialisti potrà autorizzare la messa in atto delle procedure per la “riassegnazione di genere”. Il chirurgo urologo e quello plastico ridefiniranno l’anatomia dei caratteri sessuali primari in senso femminile (raramente si fa in senso maschile).
L’Endocrinologo riequilibrerà l’assetto ormonale in senso femminile. Il sociologo e lo psicologo sosterranno l’inserimento sociale. Le spese potranno essere a carico dello Stato.
In questo caso il problema da risolvere ha un iter ben definito.
Il problema più grande, per il quale non esiste ancora un iter definitivo, si trova nei soggetti che non sono chiaramente orientati. Sono i Gender-fluid.

L’identificazione di genere è un tema studiatissimo da almeno 25 secoli e, nonostante l’impegno di eccellenti studiosi, il tema è aperto. Per questo, nonostante la sommarietà di quanto riferito, è difficile pensare che le scarne e deficienti informazioni diffuse con linguaggio così elementare dai social, possano essere utili a produrre un’opinione pubblica corretta. Il tema dell’”identità” è un tema sensibile e, se mal gestito, è pericoloso: può indurre dinamiche di esclusione, di discriminazione, fino al razzismo e alla violenza.

Mario Marroccu

Incendio alla periferia periferia di Iglesias, le fiamme hanno lambito un deposito di bombole ed una vicina abitazione. Lo spegnimento è stato coordinato dal personale della stazione del Corpo forestale di Iglesias, coadiuvato dal personale dell’elicottero leggero (Écureuil AS 350) decollato dalla base elicotteri  del CFVA di Pula.

Per lo spegnimento a terra sono intervenute due squadre dell’Agenzia Forestas di Iglesias, i vigili del fuoco di Iglesias, i carabinieri di Iglesias e i volontari del soccorso Iglesias. Le operazioni di spegnimento con i mezzi aerei sono terminate alle ore 17.28.

Venerdì 9 agosto la scuola di ballo Imperial Dance & Fitness ha messo in scena, presso l’anfiteatro di Piazza Marmilla, a Carbonia, “High School Musical 3”, in collaborazione con la Pro Loco e con il patrocinio del comune di Carbonia.

Un’esplosione di vitalità che è arrivata al numerosissimo pubblico accorso ad acclamare il maestro Matteo Bernardini alla guida dei suoi travolgenti alunni ed alunne.

«Questo spettacoloracconta Matteo -, non è stato solo uno spettacolo ispirato a High School Musical, ma un vero e proprio viaggio che ci ha permesso di unire le forze e creare una squadra affiatata trasformando il palco in un luogo di valori e connessioni umane. Con il nostro musical prosegue Matteo abbiamo voluto trasmettere un messaggio profondo: i valori della vita, come l’amicizia, la solidarietà e il rispetto, che sono fondamentali per costruire una comunità forte e coesa. Ogni nota, ogni ballo ed ogni parola sono stati un invito a riflettere sull’importanza di fare squadra, perché solo insieme possiamo affrontare le sfide e crescere come una vera famiglia.»

«Siamo orgogliosi di aver creatoconclude Matteo -, un ambiente in cui ogni partecipante si è sentito parte di un qualcosa di più grande, dove le differenze sono state celebrate e le passioni condivise.»

Ebbene, il messaggio è arrivato dritto al cuore di tutti, perché quando la diversità si presenta come un valore aggiunto nascono subito rapporti forti ed importanti, basati sull’aiuto reciproco, sull’accettazione dell’altro perché fonte di unicità che unita alle altre diventa un qualcosa di irraggiungibile a livello individuale.

Messaggio profondo lanciato tra musiche, pezzi cantati dal vivo, passi di danza e sorrisi elargiti da tutti, dai più piccoli ancora increduli di essere sul palco ai più grandi concentratissimi ma sempre legati a quel filo di allegria e divertimento che deve caratterizzare ogni esibizione. Al termine della serata scoppiettante, i fuochi, come a suggellare il frizzante spettacolo appena concluso con grande soddisfazione non solo dei maestri e degli allievi, ma anche delle famiglie, parte integrante nella creazione di un team vincente.

Nadia Pische

                      che

Il 10 agosto è stato un sabato memorabile per la città di Carbonia che ha accolto in Piazza Roma il concerto di Mr. Rain, unica tappa in Sardegna, promossa da Vadilonga Andrea Produzioni Artistiche, con il patrocinio del comune di Carbonia, la collaborazione della Pro Loco e il contributo della Regione Sardegna.

Una giornata caldissima che non ha spaventato le prime fan, le giovanissime Ilaria da Carbonia, Giada di Brescia, Miriam in vacanza a Carbonia da una settimana insieme ai genitori e Aurora, arrivata da Bergamo, perché invitata dall’amica Miriam per vedere l’attesissimo concerto di Mr Rain, sin dalle 10.00 del mattino hanno atteso che il loro idolo uscisse nella speranza che, tra una prova e l’altra, potesse “scapparci” un selfie o un autografo.

In serata sono arrivate, in una piazza messa in sicurezza, tutelata dalle forze dell’ordine, dalle associazioni per la tutela della salute e dai tanti volontari, migliaia di persone che hanno colorato e animato ogni spazio antistante e laterale al grandissimo palco di forte impatto scenico.

Mattia Balardi, questo il nome all’anagrafe dell’artista cantautore, rapper e produttore discografico italiano, con al suo attivo 5 album ha calamitato da subito il pubblico che ha duettato con lui, applaudendo e gridando il suo nome dopo ogni canzone.

Le ragazze hanno anche intonato “sei bellissimo”, a cui Mattia ha risposto con un timido grazie.

Mattia inizia a cantare nel 2008, quando il suo idolo musicale è Eminem, nel 2013 partecipa a X Factor, viene prima scartato, poi ripescato, ma abbandona la gara. Negli anni, collaborazione con artisti affermati come J-Ax, Fedez, Emis Killa, Annalisa, Fabri Fibra e Salmo. Nel 2015 esce il suo primo disco “Memores” di cui fa parte il suo fortunato successo “Carillon”. Successivamente arrivano anche “I grandi non piangono mai “e “Ipernova”, nel 2020 il singolo “Fiori di Chernobyl” nel 2023 si classifica terzo a Sanremo con “Supereroi”.

Tra una canzone e l’altra, racconta i suoi percorsi, la sua vita, due anni in particolare quando faticava a scrivere, non parlava con nessuno, era chiuso in sé stesso, era come chiuso in una “bolla”. Inizia poi un percorso di terapia con il supporto della famiglia e della sua amata ragazza con cui convive da alcuni anni, definendola il suo supereroe. Un consiglio a chi si sente solo, in una piazza che l’ascolta silenziosamente «non vergognatevi di chiedere aiuto, parlate con chi avete vicino, fidatevi non restate da soli, condividete le vostre ansie perché poi spesso ci si rende conto che sono le stesse paure per tanti se non per tutti».

Una sofferenza che Mattia ha vissuto in prima persona, col suo racconto è arrivata dritta ad ogni singolo fan, emozionandolo sino in fondo.

Una bellissima serata dove la musica ha unito tutti dai più piccoli ai più grandi, in un’unica folla magica che, cullata da melodia o scatenata da ritmi incalzanti, ha creato con l’artista una sinergia palpabile per l’intero concerto.

L’evento si è concluso con grande soddisfazione degli organizzatori, degli addetti alla sicurezza e alle vie di esodo, dei sanitari, del sindaco e dell’assessora dello Spettacolo, un grande lavoro di collaborazione che ha portato ad una serata ricca di spensieratezza e leggerezza, necessaria a rompere una quotidianità ricca di problemi e soluzioni da trovare. Concludo con le parole espresse dal primo cittadino Pietro Morittu, nei confronti della sua città: «Grazie Carbonia!»

Nadia Pische

   

Incendio boschivo nelle campagne di Siliqua, in località “Castello acqua fredda”, il cui spegnimento è coordinato dal personale della stazione del Corpo forestale di Siliqua e coadiuvati dal personale a bordo dell’elicottero proveniente dalla base del Corpo forestale di Pula, vista la zona particolarmente boscata, la Soup linea spegnimento del Corpo forestale ha predisposto l’invio dell’elicottero SuperPuma decollato dalla base del Corpo forestale di Fenosu. Per lo spegnimento a terra sono intervenuti sul posto una squadra dei vigili del fuoco con un’autobotte, due squadre dell’Agenzia Forestas di Nuxis, i volontari  G.E.A. e PAN di Siliqua, Soccorso Iglesias, V.E.A. Santadi e G.E.V. Villamassargia.

Sono ancora in corso le operazioni di spegnimento sia dei mezzi aerei che a terra.

Si sono concluse questo pomeriggio, purtroppo con il ritrovamento del corpo privo di vita nella zona dell’Arena Fenicia, le ricerche di Graziano Crastus, l’88enne di Sant’Antioco allontanatosi giovedì dalla casa di riposo di via Gialeto, dov’era ospite. Le ricerche erano state avviate giovedì intorno alle ore 17.00, con il concorso dei vigili del fuoco con la squadra a terra del distaccamento di Carbonia, supportati dal Nucleo Cinofili e dal nucleo SAPR (Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto), coordinate dal ROS (Responsabile delle Operazioni di Soccorso), su automezzo UCL (Unità di Comando Locale) con personale specialista TAS (Topografia Applicata al Soccorso). Sono stati attivati anche gli specialisti Nautici e Sommozzatori dal distaccamento portuale di Cagliari, per le ricerche negli specchi d’acqua presenti in zona.

Sei donne finaliste della XXXIX edizione del Premio Letterario Giuseppe Dessì, che si concluderà il 6 ottobre dopo avere offerto per quattro fine settimana, a partire dal 12 settembre, spettacoli, concerti, presentazioni editoriali, incontri con gli autori e rappresentazioni teatrali, a corollario della Cerimonia finale. Tutti gli appuntamenti si terranno a Villacidro, cittadina del Sud Sardegna, dove ha sede la Fondazione che porta il nome di Giuseppe Dessì (1909-1977).

Finaliste 2024

Sezione Narrativa: Deborah Gambetta, con “Incompletezza. Una storia di Kurt Gödel” (Ponte alle Grazie); Helena Janeczek, “Il tempo degli imprevisti” (Guanda); Anita Likmeta, “Le favole del comunismo” (Marsilio).

Sezione Poesia: Laura Accerboni, con “Il prima e il dopo dell’acqua” (Einaudi); Donatella Bisutti, con “Erano le ombre degli eroi” (Passigli); Ida Travi, con “I Tolki” (il Saggiatore).

Le sei finaliste sono state selezionate fra gli autori delle 154 opere iscritte al concorso (105 per la Narrativa e 49 per la Poesia) dalla qualificata giuria presieduta da Anna Dolfi, massima esperta dell’opera di Dessì e composta dagli altri docenti universitari Duilio Caocci, Gino Ruozzi e Nicola Turi, dal poeta e critico letterario Giuseppe Langella, dal giornalista Luigi Mascheroni, dalla linguista e scrittrice Francesca Serafini, dal romanziere e bibliotecario Fabio Stassi e da un rappresentante della Fondazione Dessì. Agli stessi giurati spetterà il compito di eleggere, durante la cerimonia finale del 5 ottobre, le due vincitrici, alle quali andrà il premio di cinquemila euro (millecinquecento euro, invece, a ciascuno degli altri finalisti).

Premi Speciali 2024

Il Premio Speciale della Giuria, riconoscimento tributato a un autore o a un’opera di vario genere culturale e letterario, quest’anno  è attribuito ad Alessandro Bergonzoni.

Il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna, destinato a un personaggio del panorama culturale e artistico per l’attività svolta nell’annualità di riferimento quest’anno è attribuito a Dori Ghezzi.

La conduzione della cerimonia di premiazione, in programma dalle 18.00, a Villacidro, in via Stazione, è affidata al giornalista e conduttore radiofonico John Vignola, con interventi musicali dei Perturbazione, tratti dal loro repertorio e dalla loro reinterpretazione de “La buona novella”, capolavoro di Fabrizio De André, a 25 anni dalla sua scomparsa.

Un variegato programma di spettacoli, incontri con gli autori e concerti (tutti aperti al pubblico gratuitamente) accompagnerà Villacidro nelle settimane precedenti.

Il Programma degli eventi

Giovedì 12 settembre – alle 21,30 nel cortile di Casa Dessì – con Luca Barbarossa, cantautore e conduttore radiotelevisivo, in “Parole e Musica” che presenta il suo libro “Cento storie per cento canzoni” (La nave di Teseo) , in dialogo con Giacomo Casti.

Giovedì 19 settembre, doppio appuntamento: alle 18.00 al Mulino Cadoni, “Ricordando Gigi Riva”, con la partecipazione di Nicola Riva e la conduzione di Gianluca Scroccu, con ospiti del Cagliari Calcio di ieri e di oggi; alle 21,30 nel cortile di Casa Dessì andrà in scena lo spettacolo teatrale “Mistero buffo” di Dario Fo e Franca Rame, proposto da Matthias Martelli per la regia di Eugenio Allegri.

Venerdì 20 settembre, sarà la volta di Francesca Agus, che presenterà, alle 18.00, al Mulino Cadoni, “Un raro esemplare” (Condaghes) in dialogo con Valentina Frau; alle 21,30, a Casa Dessì, spazio alla musica, con il concerto della cantautrice sassarese Bianca Frau, accompagnata alle tastiere e alla batteria elettronica da Jean Prat, finalisti, assieme, all’ultima edizione del Musicultura Festival.

Giovedì 26 settembre, alle 18.00, Benedetta Tobagi che presenta “Le stragi sono tutte un mistero” (Laterza & Figli), in dialogo con Vito Biolchini. Alle 21,30, “Omeophonie”, spettacolo di e con Arianna Porcelli Safonov.

Venerdì 27 settembre al Mulino Cadoni, alle 18.00, si terrà “A&C Anima e Cuore”, con Is Mascareddas, uno spettacolo pensato per i più piccoli e adatto a tutte le età. Alle 21,30, a Casa Dessì, musica, con “Faccio di tutto tour” di e con Francesco Tricarico (voce e flauto traverso) e Michele Fazio (pianoforte).

Sabato 28 settembre, al Mulino Cadoni alle 18.00, Giovanni Succi presenta “Amaro Succi” (Valigie Rosse) in dialogo con Duilio Caocci, successivamente, alle 21,30, a Casa Dessì, l’autore porterà in scena il suo “Leopardi Dark Ambient”, spettacolo poetico-musicale.

Giovedì 3 ottobre da “Presto saprò chi sono”, reading di e con Nicola Lagioia, alle 21,30, a Casa Dessì.

Sabato 5 ottobre, alle 18.00, via Stazione, Cerimonia Finale.

Domenica 6 ottobre, alle 10.00, a Casa Dessì, si terrà il consueto incontro con gli autori finalisti e vincitori del Premio Dessì 2024.

Previsti anche gli abituali appuntamenti dedicati alle scuole: 25 novembre, “Le 60 avventure da vivere nella natura” (Piemme), Marco Priori e Alice Centioni incontrano gli alunni della scuola primaria; 26-27 novembre “Scintilla” (Mondadori), Nadia Terranova incontra gli studenti della scuola secondaria di primo grado.

 

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Ennesima tragedia della strada la scorsa notte sulla SP 78bis alla periferia di Carbonia (collega la strada statale 126 con la strada provinciale 78), la vittima è una 27enne rumena. La donna viaggiava con un uomo e un bimbo a bordo di un’auto terminata fuori dalla carreggiata, è stata sbalzata fuori dall’abitacolo. Sul luogo dell’incidente sono intervenute alcune ambulanze del 118, i vigili del fuoco e il Nucleo Radiomobile dei carabinieri di Carbonia. Per la giovane rumena, purtroppo, non c’è stato niente da fare.