24 November, 2024
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Sono passati 120 anni dalla protesta degli operai della miniera di Malfidano del 4 settembre 1904, che portò pochi giorni dopo al primo sciopero generale d’Italia, e ancora i temi del lavoro, dei diritti, della salute e della sicurezza sono vivi e dibattuti. In Sardegna, dall’inizio dell’anno, è triste ricordare che sono già 13 le vittime di infortuni mortali sul luogo di lavoro. Ogni anno oltre 1.000 persone perdono la vita in Italia per incidenti sul lavoro, mentre i casi di infortuni superano quota 500mila, senza contare le malattie professionali.

«Oggi, in piazza Eccidio a Buggerru – ha detto l’assessora della cultura, Ilaria Portas -, le sigle sindacali, gli esponenti politici e gli amministratori si sono riuniti per commemorare quei moti che hanno rappresentato un momento tragico e allo stesso tempo altissimo e importantissimo di lotta operaia italiana, ma soprattutto per firmare il Patto di Buggerru che ha l’obiettivo di definire le azioni utili a promuovere la sicurezza sul lavoro in Sardegna. L’auspicio è che si possa creare lavoro sicuro nella nostra isola, e che nessuno più debba piangere un familiare che è uscito per recarsi al lavoro e non ha fatto rientro a casa, perché credoha concluso Ilaria Portassia davvero una battaglia di civiltà, e che sia inaccettabile che ancora oggi queste tragedie accadano e soprattutto con questa frequenza.»

La presidente della Regione, Alessandra Todde, ha partecipato stamane alla commemorazione dell’uccisione degli operai della miniera di Malfidano del 4 settembre 1904 che portò pochi giorni dopo al primo sciopero generale d’Italia.

«In quei moti morirono 4 lavoratori: Felice Littera, Salvatore Montixi, Giustino Pittau e Giovanni Pilloni. E la Regione Sardegna ha orgogliosamente onorato la memoria di chi si è battuto per il diritto ad un lavoro dignitoso e ad una vita dignitosa. Ma non solo ricordo e memoria, ma anche fatti e azioni concreteha detto Alessandra Todde -. Ho firmato, insieme ai segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, il Patto di Buggerru, un protocollo di intesa per la qualità, la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. E siamo la prima Regione d’Italia a farlo. Perché in Italia e in Sardegna troppo spesso leggiamo di lavoratori e lavoratrici che perdono la vita sul posto di lavoro. Perché in Sardegna la salute e la sicurezza per chi lavora non sono temi secondari, ma emergenze che vanno affrontate anche attraverso un impegno straordinario delle Istituzioni. E noi questo impegno lo prendiamo per costruire con i sindacati, i lavoratori e le lavoratrici azioni utili a promuovere la qualità, la salute e la sicurezza sul lavoro. La Sardegna si conferma capofila nella lotta per i diritti dei lavoratori. E sono orgogliosa di esserne la presidente e di poter rappresentare il nostro popolo.»

Si è spento stamane, all’età di 78 anni, Giuseppe Mura, autore del libro “L’animo degli offesi”. Da alcuni anni era affetto da una malattia neurodegenerativa. Lascia la moglie Ombretta e i figli Nicola e Alessandra.

Giuseppe Mura, originario di Iglesias, viveva a Carbonia. Ha trascorso la sua esperienza lavorativa alla Portovesme srl, dove ha operato da tecnico qualificato e molto stimato, fino al raggiungimento della pensione. Ha avuto sempre vari interessi culturali, con particolare attenzione alla storia del territorio del Sulcis Iglesiente.

Ho iniziato a frequentare Giuseppe Mura nel 2007, nella fase di preparazione del libro “Cavalli 8 Uomini 40”, quando faceva parte del gruppo di studi, composto da antropologi, docenti di storia, esperti e studiosi di vari settori culturali dell’associazione Pro Loco di Carbonia, che ha raccolto le testimonianze e i documenti per dare voce ai protagonisti e ricostruire un pezzo di storia della città di Carbonia e del suo territorio non ancora sufficientemente indagato.

Dopo la pubblicazione di quel libro, che ho avuto il piacere di curare da editore, Giuseppe Mura ha manifestato interesse per altre iniziative editoriali e ha iniziato a porre le basi per un progetto molto ambizioso, la ricostruzione della storia di Modesto Melis, uno dei pochi sopravvissuti ai campi di concentramento di Mauthausen e Gusen, che ha portato alla pubblicazione del libro “L’animo degli offesi”.

«Quando, per la prima volta, qualche hanno fa, conobbi Modestoscrisse Giuseppe Mura nella sua prefazione al libro ebbi subito la percezione di aver incontrato un testimone straordinario di quegli eventi così dolorosi e, conoscendolo meglio, capii che il bagaglio di esperienza che aveva maturato non poteva essere disperso ma trasmesso ai nostri giovani e, tramite essi, alle generazioni future, perché non fosse più possibile ripetere quanto accaduto, nella convinzione che ogni storia dell’Olocausto debba essere raccontata.»

La frequentazione tra Giuseppe Mura e Modesto Melis che poi portò alla pubblicazione del libro, fu molto lunga, durò circa due anni e la meticolosa ricostruzione di quella terribile vicenda storica, fu arricchita dalla visita ai luoghi della deportazione, i lager di Mauthausen e Gusen.

Con la pubblicazione del libro, i miei contatti con Giuseppe Mura e Modesto Melis sono diventati quasi quotidiani e hanno superato anche i confini regionali e nazionali. Restano indimenticabili, oltre alle diverse decine di presentazioni del libro fatte in quasi ogni angolo della Sardegna, ad iniziare ovviamente da quella di Carbonia, i viaggi a Roma, al Museo della Liberazione di via Tasso (dove il libro è stato presentato alla presenza di altri due sopravvissuti ad Auschwitz, Vera Michelin Salomon e Umberto Terracina), all’Istituto comprensivo “Marina di Cerveteri” e al Liceo Artistico statale “Enzo Rossi”, a Roma, e soprattutto, in Austria, a Mauthausen e Gusen, da dove Giuseppe Mura ha inviato i suoi reportage a questo giornale. I tre giorni vissuti insieme a Modesto Melis a Mauthausen e Gusen, dal 13 al 15 settembre 2014, restano un’esperienza straordinaria.

Giuseppe Mura ha continuato a scrivere per alcuni anni preziosi contributi storico-culturali per “La Provincia del Sulcis Iglesiente”, fino a quando la malattia gli ha lasciato le forze per poterlo fare.

Ciao Giuseppe

Giampaolo Cirronis

 

 

 

E’ stato ufficializzato oggi il calendario del campionato di Eccellenza regionale 2024/2025. Il Carbonia esordirà in casa con il Budoni di Raffaele Cerbone e degli ex Nicola Serra, Ayrton Hundt e Roberto Cappai, l’Iglesias a San Teodoro, con il San Teodoro Porto Rotondo. Alla seconda giornata, il Carbonia giocherà a Gavoi, l’Iglesias ospiterà il Monastir di Marcello Angheleddu. Il primo derby è in programma alla 14ª e penultima giornata del girone d’andata, al Comunale “Carlo Zoboli”, il 15 dicembre.

Se il calendario propone al Carbonia subito una delle grandi favorite per la promozione in serie D, il Budoni, appena retrocesso dalla serie D, è stato forse ancora più severo nei confronti dell’Iglesias, perché dopo l’incontro casalingo alla seconda giornata con il Monastir 1983, altra “corazzata” che punta dichiaratamente alla serie D, alla terza giornata prevede una trasferta sulla carta durissima, ad Ossi, contro la squadra di Giacomo Demartis e dell’ex Carbonia Andrea Porcheddu. Il Carbonia, alla terza giornata, ospiterà il Villasimius degli ex, i fratelli Fabio e Andrea Mastino.

La terza giornata propone anche la sfida tra “giganti” Monastir 1983-Budoni.

Il programma completo della prima giornata, in programma il 15 settembre:

Barisardo-Li Punti

Carbonia-Budoni

Calangianus-Alghero

Ghilarza-Villasimius

Monastir-Taloro Gavoi

Nuorese-Tempio

Ossese-Ferrini

San Teodoro Porto Rotondo-Iglesias

 

Carbonia meta di decine di studenti e docenti provenienti da Italia, Portogallo, Polonia, Spagna e Grecia per la Summer School denominata EUdemos, un progetto finanziato dall’Unione Europea attraverso il Programma Erasmus+ programma Jean Monnet, che prevede una serie di attività per la promozione dei valori europei nelle scuole.
L’obiettivo principale del programma è quello di introdurre sistematicamente gli studi europei  portati avanti da CEU San Pablo University di Madrid nell’ambito del partenariato. Coinvolte anche le scuole CEU di Monteprincipe e Sanchinarro, la Escola Secundaria de Amarante (Portogallo), IV LO im. A. Mickiewicza (Polonia), 11 Geniko Lykio Iraklious (Grecia) e l’Istituto Superiore da Vinci-Fascetti di Pisa (Italia).
Una bellissima iniziativa che coinvolgerà un centinaio di ragazzi e ragazze dal 2 al 7 settembre presso la sala polifunzionale di piazza Roma.
Parteciperanno anche gli studenti delle scuole cittadine. Si tratta di un’occasione importante per favorire tra i giovani l’educazione e la promozione dei valori europei, con importanti ricadute educative,  formative e di immagine per la città di Carbonia, in grado di proiettare la città in un contesto internazionale con l’obiettivo di renderla una meta attrattiva per tanti ragazzi e ragazze giunti da varie parti d’Europa, tale da favorire un indotto economico per le attività produttive, ricettive e turistiche del territorio comunale.
 

Dopo svariati anni, si è finalmente concretizzata un’importante opportunità per il sorgitore tabarchino: grazie all’impegno ed alla perseveranza di una locale marineria, del comune di Carloforte e della Guardia Costiera di Carloforte, sotto il coordinamento e la supervisione della Capitaneria di Porto di Cagliari, è stato finalmente istituito un impianto portuale che, a norma delle vigenti normative internazionali (Convenzione S.O.L.A.S., Safety Of Life At Sea) e Codice I.S.P.S., (International Ship and Port facility Security code) ed europee (Regolamento CE n. 725/2004), si renderà disponibile ad accogliere gli ospiti naviganti a bordo di navi crociera che troveranno riparo, alla fonda, nel caratteristico Canale di San Pietro. 

L’attuale Capo del Circondario marittimo e Comandante del porto di Carloforte, Tenente di Vascello (CP) Giulio Martorella, ormai al termine del periodo di comando – durato tre anni – dell’Ufficio circondariale marittimo – Guardia Costiera di Carloforte, si è dichiarato estremamente compiaciuto per il raggiungimento di questa importante implementazione del tessuto portuale a beneficio della comunità carolina ed a netto miglioramento dei servizi resi dal porto di Carloforte, a dimostrazione di un crescente interessamento dei vari stakeholder marittimi, e non solo, alla realtà carlofortina. 

Anche il sindaco di Carloforte, Stefano Rombi, ha partecipato la propria soddisfazione relativamente al conseguimento di questo storico traguardo, di certo rilievo internazionale per il porto tabarchino ed a stimolo di una promozione turistica, culturale, sociale ed economica dell’Isola di San Pietro che possa mettere in chiara evidenza l’affascinante cornice che circonda la città di Carloforte. 

Venerdì 6 settembre, in piazza Marmilla, a Carbonia, si terrà l’evento “Calici in piazza: degustazioni tra storia e tradizione dei nostri vini”, in collaborazione con  la Pro Loco Carbonia, Cantine del Territorio, la Fondazione Cammino Minerario Santa Barbara, i Mercati di Campagna Amica/Coldiretti Cagliari, il GAL Sulcis Iglesiente,  Carbonia Turismo e con il patrocinio del comune di Carbonia – Assessorato alla Cultura. L’iniziativa si inscrive all’interno del cartellone di eventi “Estiamoinsieme 2024”.
“Calici in Piazza” avrà come prologo, alle ore 19.00, il convegno intitolato “Dai vigneti ai calici…colorati dalla nostra territorialità”, con moderatore Simone Franceschi, direttore responsabile della rivista enologica “Il Sommelier”. Interverranno alcuni responsabili, dirigenti e produttori delle cantine del territorio. L’evento proseguirà poi, a partire dalle ore 20.30, con l’apertura degli stand delle cantine per una degustazione dei vini e delle produzioni tipiche locali.
“Calici in Piazza”, in considerazione del fatto che la coltivazione della vite nel nostro territorio riveste, dopo aver attraversato un periodo di crisi negli anni Settanta-Ottanta, un ruolo di forte e rinnovato interesse economico, produttivo e turistico, si pone l’obiettivo di creare una “cultura del sapere”, in campo enologico, creando al contempo un progetto di valorizzazione territoriale in grado di dare nuovo impulso produttivo-culturale al territorio.
All’evento parteciperanno numerose aziende agricole e vitivinicole del territorio Sud-Ovest Sardegna.

Sabato 7 settembre, a Carloforte, alle 19.00, presso l’Exme, in via XX Settembre 48, a Libera Università di Carloforte, in collaborazione con il Comune di Carloforte, presenterà il libro dello zoologo Giovanni Giuseppe Bellani “L’isola di San Pietro e Carloforte” (cultura, natura, flora e soprattutto fauna, con una guida al birdwatching), Paolo Sorba Editore.

Nell’occasione verrà inaugurata anche la mostra “I tesori dello scoglio”, ritratti realizzati dall’artista iperrealista Tiziana Sanna delle specie animali locali (tonno, falco Eleonorae, fenicotteri, cicindela campestris saphyrina), che sarà visitabile fino al 14 settembre negli orari della biblioteca di Carloforte.

«Nel nostro catalogo ospitiamo circa 200 titoli, per lo più incentrati sulla cultura e la storia della Sardegna, con particolare attenzione all’arcipelago di La Maddalenasottolinea l’editore Paolo Sorba -. Una delle collane progettate di recente è ISOLE, dedicata a quelle minori sarde. Ospita attualmente i volumi Spargi e Santo Stefano e, in fase di lavorazione, Santa Maria. Siamo particolarmente orgogliosi della nostra ultima pubblicazione inserita in questa collana – L’isola di San Pietro e Carloforte – per la qualità dei testi e dell’imponente corredo fotografico che li accompagna. Un libro che rappresenta al meglio la bellezza e la complessità dell’ambiente naturale dell’isola.»

«Questo libro non è solo una raccolta di immaginiscrive nella prefazione il sindaco di Carloforte, Stefano Rombima una celebrazione della meraviglia e della varietà della vita. L’isola di San Pietro e Carloforte rappresentano un microcosmo di biodiversità e un crogiolo di provenienze umane, un intreccio di donne e uomini le cui radici sono liguri, sarde, campane, siciliane. Un universo ce merita di essere conosciuto e preservato: questo libro vuole essere un tributo a tale ricchezza, un omaggio alla bellezza che ci circonda e che, qualche volta, diamo per scontata. E’ un invito a rallentare, a osservare, a meravigliarsi e a rispettare.»

La presentazione sarà curata dalla vicesindaco di Carloforte Betty Di Bernardo e dalla presidente della Libera Università di Carloforte Susanna Lavazza.

 

 

“Noi nascemmo in quel giorno dal sangue che moriva”, scrisse il poeta minatore Manlio Massole ricordando i tre minatori uccisi il 4 settembre 1904. Caduti per ottenere migliori condizioni di lavoro, “eroi senza medaglia” il cui esempio è ancora attuale, anche in un mondo profondamente cambiato dove però non è finito lo sfruttamento dei lavoratori. Lo ha ribadito oggi, a Buggerru, il convegno “L’Eccidio di Buggerru del 4 settembre 1904 – L’importanza e l’incidenza dell’evento nell’ambito storico, sociale e giuridico”, organizzato nell’ambito delle celebrazioni del 120mo anniversario della repressione che schiacciò nel sangue la protesta dei lavoratori della miniera Malfidano.

Introdotti e coordinati dal giornalista Anthony Muroni, i lavori del convegno hanno voluto fare luce  su aspetti meno noti dell’episodio storico da cui scaturì il primo sciopero generale nazionale della storia d’Italia.

«Per tanto tempo questo momento cruciale non ha avuto la giusta rilevanzaha detto la sindaca di Buggerru, Laura Cappelli ma, in questi ultimi 40 anni, è diventato un elemento di forte identità della nostra comunità. Ed è una memoria che rinnoviamo ogni anno per ricordare che, anche dopo 120 anni, le migliori condizioni di vita e di lavoro rimangono un tema fondamentale.»

Al ruolo delle donne nella vita delle miniere e nelle proteste sindacali è stato dedicato l’intervento della scrittrice Iride Peis Concas.

«Una storia – ha dettomai troppo raccontata. Le donne non compaiono nei libri e negli archivi, ma non possiamo ridurle solo a mogli dei minatori. Hanno avuto un ruolo di prima importanza nelle rivendicazioni di migliori condizioni di vita in quegli anni: erano in prima linea a Buggerru, ma anche a Guspini, a Gonnesa, a Monteponi e in tante altre proteste. Ed è successo perché le donne hanno aperto una nuova strada per tutte lavorando nelle miniere come cernitrici. Un lavoro retribuito in denaro significava avere libertà e indipendenza, una rivoluzione in quell’epoca. E le donne non si sono tirate indietro quando c’è stato da lottare per avere una vita migliore.»

Gianni Loy, ex docente di Diritto del lavoro all’Università di Cagliari, si è invece concentrato sulle condizioni di vita dei bambini all’inizio del Novecento.

«Nella Buggerru di quegli anniha detto che voleva essere una piccola Parigi, un luogo meraviglioso dove i francesi a capo della miniera volevano ricreare il loro stile di vita, i bambini venivano precocemente avviati al lavoro, subivano le difficili condizioni di vita delle famiglie ed erano vittime innocenti di eventi più grandi di loro. Ma, anche dal loro ultimo scalino della scala gerarchica, i bambini hanno partecipato alle ribellioni e agli scontri. Quando a Cagliari, nel 1906, le tabaccaie guidano la rivolta contro il caro vita, agli scontri partecipano anche is picciocus de crobi e uno di loro viene ferito dalle fucilate dell’esercito.»

Nell’ultima parte della mattinata, è toccato alla poesia restituire il fermento di quegli anni di acceso conflitto e di nascita di un’identità collettiva. È Riccardo Massole, figlio del poeta Manlio, a far rivivere i versi di due composizioni paterne “Tre uomini uccisi”, dedicata proprio all’Eccidio, e “Contrappunto per un compagno ucciso”. Infine, l’attore Luigi Pusceddu ha concluso il convegno con un monologo che ha rievocato quei giorni concitati di protesta del 1904, diventati poi scintilla della coscienza collettiva dei lavoratori italiani.

Domani, 4 settembre, il momento clou delle celebrazioni, dalle ore 9.00 in piazza Eccidio, con la santa Messa di commemorazione, la deposizione della corona davanti alla targa che ricorda i morti e gli interventi delle autorità e delle rappresentanze sindacali. Dopo i saluti della sindaca Laura Cappelli, interverranno il presidente del Consiglio regionale Piero Comandini, la presidente della Regione Alessandra Todde,  il segretario confederale nazionale della Cisl Ignazio Ganga, il segretario organizzativo nazionale della Uil Emanuele Ronzoni, la segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi.

 

Questa sera, a partire dalle ore 19.00, in piazza 1° Maggio, si svolgerà l’evento denominato “Piazza intrecciate: connettiamo e accendiamo le piazze del quartiere con eventi, musica e colori”, giunto alla sua seconda edizione. L’obiettivo della manifestazione, che si colloca nel solco del cartellone di eventi “Estiamoinsieme 2024”, è riscoprire gli spazi che offre il quartiere, dar vita anche alle piccole piazze e creare occasioni di incontro, condivisione e divertimento.
Il programma dell’iniziativa prevede, dalle ore 19.00 Schiuma party Dance con Le Simpatiche Canaglie, con gadget, Pichaku e mascotte.
Alle ore 22.00 spazio allo spettacolo Barbie Sound.