Sale il clima della protesta e della mobilitazione tra i lavoratori degli appalti della Portovesme srl, occupata la sala consiliare del comune di Portoscuso
Sale il clima della protesta e della mobilitazione tra i lavoratori degli appalti della Portovesme srl. Questa mattina hanno operato un blocco ai cancelli e poi si sono messi in marcia per incontrare il sindaco di Portoscuso Ignazio Atzori e don Antonio Mura, parroco delle due chiese di Portoscuso e della chiesa di Paringianu e responsabile della Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Iglesias. Dopodiché hanno occupato la sala consiliare del comune di Portoscuso.
La segreteria della FIOM-CGIL Sardegna Sud-Occidentale ha diffuso una nota nella quale esprime pieno sostegno alle lavoratrici ed i lavoratori degli appalti della Portovesme srl, in sciopero ed in occupazione al comune di Portoscuso.
«La FIOM-CGIL sostiene totalmente l’iniziativa odierna messa in campo dal coordinamento appalti della Portovesme srl e dalle delegate ed i delegati degli appalti. Affiancano le lavoratrici ed i lavoratori che dopo l’assemblea in sciopero di ieri hanno oggi proseguito la protesta presso l’incrocio dello stabilimento e dei cancelli del bilico sud (ingresso mezzi pesanti), per poi mettere in piedi un corteo, che dallo stabilimento ha visto i lavoratori raggiungere la Chiesa di Santa Maria D’Itria dove sono stati accolti da Don Antonio, per poi recarsi al comune di Portoscuso e incontrare il sindaco dottor Ignazio Atzori e la Giunta. Le lavoratrici ed i lavoratori dopo aver relazionato sulle problematiche che hanno portato alla protesta e sentito le considerazioni prima del parroco don Antonio, e poi del sindaco, al termine dell’incontro hanno deciso di occupare la sala consigliare per l’intera giornata. Le azioni messe in campo tendono a mettere al centro la gravissima situazione in cui si trovano le lavoratrici ed i lavoratori degli appalti, i quali rischiano di vedersi stravolta la loro vita, in conseguenza delle scelte della Glencore che vede cessare gran parte degli appalti il 31/12/2024. Situazione che a breve potrebbe vedere ricevere il licenziamento per 2/3 delle lavoratrici e lavoratori in forza fabbrica (circa 1000 unità). La FIOM CGIL condivide la protesta delle lavoratrici e dei lavoratori, sostiene con ogni mezzo le iniziative che le delegate ed i delegati o il Coordinamento appalti intraprenderanno a difesa dei loro diritti e dei posti occupazionali, messi in discussione dall’ennesima delocalizzazione che il governo non può assolutamente permettere.»
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