Fine anno amaro per i metalmeccanici del Sulcis Iglesiente. I Governi siano conseguenti alle dichiarazioni fatte. Glencore e Sider Alloys non rappresentano il futuro
Glencore ha firmato accordi che parlano di pace sociale, ma la situazione devastante a cui ha costretto il mondo degli appalti, garantisce solo un buon reddito all’amministratore delegato della Portovesme srl, per il risultato perseguito da tempo e realizzato quest’anno a vantaggio della multinazionale, ma solleva enormi difficoltà, difficilmente controllabili. Il mondo degli appalti, in particolare quello metalmeccanico, vivrà una situazione mai vissuta; troppe le persone prive di lavoro, con le aziende che soffiano sul fuoco, non garantendo un’equa rotazione tra i lavoratori in cassa integrazione. La perdita di salario, unita alla mancata rotazione, creerà una miscela esplosiva che già oggi non si riesce a contenere, l’inizio dell’anno sarà fuori controllo, con rischio di blocchi ai cancelli quotidiani. I governi devono accelerare il percorso verso nuovi interlocutori, perché appaiono del tutto inconciliabili le proposte del governo sulla garanzia produttiva rispetto a quanto dichiarato dalla Glencore in merito all’impossibile spezzatino proposto, così come deve essere rigettata la richiesta delle produzioni attraverso la sola linea Waelz, che garantisce solo una piccola parte delle attuali occupazioni, anche in caso di raggiungimento del fantomatico obiettivo delle black-mass.
Non meno drammatica risulta la situazione alla Sider Alloys; quest’ultima ha terminato la minima credibilità rimastagli. Il mancato pagamento delle tredicesime e il mancato pagamento dell’appalto alla mensa, hanno ancora una volta lasciato senza retribuzioni troppe famiglie. Così come devono essere avanzate immediate verifiche, per accertare gli smantellamenti in corso da parte della stessa proprietà, come più volte richiesto dalle organizzazioni sindacali negli ultimi incontri al Mimit e ad Invitalia. È il momento di scelte differenti; dopo le dichiarazioni di fine anno i governi nazionale e regionale siano conseguenti, il futuro produttivo di piombo, zinco e alluminio, deve essere garantito diversamente da quanto fatto sino ad oggi. Dopotutto se tutte le Istituzioni, dai comuni ai ministri, dichiarano assieme alle organizzazioni sindacali gli stessi intenti, non realizzarli sarebbe un fallimento e, soprattutto, come verrebbe spiegato a coloro che pagherebbero il prezzo più salato di questa crisi, alle lavoratrici e ai lavoratori? Gli ammortizzatori sociali, siano utili per il tempo indispensabile a ricercare e trovare le soluzioni già annunciate. Altrimenti i metalmeccanici non staranno a guardare passivamente il declino industriale, produttivo e occupazionale a cui sarebbe destinato il polo industriale di Portovesme. La FIOM CGIL della Sardegna Sud Occidentale, consapevole delle difficoltà, si unisce alle richieste confederali e si dichiara pronta alla mobilitazione.
FIOM CGIL della Sardegna Sud Occidentale
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