15 March, 2025
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I 23 sindaci del Sulcis Iglesiente rivendichino unitariamente un cambio di gestione della Asl e il ripristino immediato di quanto stabilito dagli atti aziendali – di Tore Arca

Pensavamo in tanti che il sistema e l’organizzazione della sanità nel territorio della nostra Asl del Sulcis, in questi ulti anni, avesse toccato il fondo. Pensavamo, nel merito, con l’avvento della nuova giunta regionale della Todde, che fosse urgente e opportuno assumere provvedimenti per assicurare alla popolazione quei servizi ospedalieri e territoriali previsti e nell’ambito della normativa regionale tutt’ora in vigore.
In tanti, allo stato dei fatti, siamo costretti a prendere atto, viste le recenti affermazioni sulla stampa dell’assessore regionale alla sanità, che per la Asl del Sulcis, si aprono scenari e percorsi non solo inediti e inaspettati, che però non incidono minimamente sui gravi problemi che tutti i giorni vive il nostro sistema ospedaliero e territoriale e quindi la popolazione che ne subisce le preoccupanti e continue carenze.
L’assessore regionale della Sanità, infatti, con assoluta semplicità, nell’avanzare la possibile vocazione di un presidio ospedaliero, prende ad esempio il Sulcis e la popolazione molto anziana, per definire la missione del CTO e del Sirai per cui:
a. uno concentra la propria attività nella chirurgia con numeri da richiamare medici da Cagliari e oltre;
b. l’altro potrà svolgere l’attività soprattutto nella riabilitazione, anche con un reparto di ortopedia e geriatria.
L’assessore, su come affrontare e superare i problemi che tutti i giorni vive la nostra popolazione, non dice assolutamente nulla.
Tutto sembrerebbe rinviato a un ipotetico nuovo assetto prefigurato per il CTO e Sirai.
Si ha l’impressione, purtroppo, che l’assessore regionale non abbia quella necessaria consapevolezza di come è caratterizzato il nostro territorio e dei bisogni che concretamente vive la popolazione: non solo quella anziana.
Inoltre, l’assessore, trascura e forse ignora totalmente, che in Sardegna e quindi nel Sulcis, è in vigore la “Rete ospedaliera”, approvata dal Consiglio regionale il 25.10.2017, di cui molte parti nella nostra Asl restano ancora incompiute.
È In questo ambito che l’assessore dovrebbe prendere conoscenza che nella Asl del Sulcis l’assistenza ospedaliera dovrebbe essere garantita:
a) dal P.O. Sirai, a Carbonia, quale stabilimento DEA I livello, multi-specialistico e punto di riferimento per le attività di Emergenza-Urgenza;
b) dal P.O. CTO a Iglesias, quale stabilimento DEA I livello, per le attività programmate e polo materno infantile, con le funzioni di assistenza programmate previste per il pronto soccorso semplice.
c) dal P.O. Santa Barbara a Iglesias, quale stabilimento e nodo della rete territoriale regionale, Ospedale di comunità, Casa della Salute con servizi specialistici, polo riabilitativo (di cui 22 posti letto per lungodegenti e 31 posti letto di riabilitazione funzionale) e Hospice.
La rete ospedaliera in questione, trova le disposizioni contenute nel Documento del 25 ottobre 2017, con il quale il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato la rete attualmente vigente, con una dotazione complessivi di 313 posti letto.
Per quanto riguarda invece l’assistenza territoriale, nella ASL Sulcis Iglesiente sono attualmente presenti 4 Case della Salute nei seguenti comuni: Carloforte, Sant’Antioco, Giba e Fluminimaggiore.
Infine, con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), si prevede la realizzazione di due nuove Case della comunità:
– Una a Carbonia, presso il poliambulatorio di San Ponziano;
– Una nel P.O.S. Barbara di Iglesias,

Sempre con il PNRR, si prevede di realizzare ne P.O. Santa Barbara, l’Ospedale di comunità, con 20 posti letto.
In questo contesto, l’assessore regionale, fatta una attenta disamina della situazione, dovrebbe porsi delle semplici domande:
a. perché, la Asl del Sulcis, da diversi anni patisce indubbie sofferenze organizzative nell’assistenza ospedaliera e territoriale?
b. quali sono i motivi per cui gli unici incarichi di struttura complessa sono di chirurgia generale del Sirai, nel pronto soccorso, di ortopedia, anestesia e rianimazione?
c. come si spiega che i reparti di Neurologia, urologia, radiologia, medicina del CTO, centro trasfusionale, il laboratorio analisi, la psichiatria, l’oculistica, l’ortopedia CTO, l’otorinolaringoiatria, la dialisi e la diabetologia sono strutture complesse senza direttori da tantissimo tempo?
d. per quale ragione la Asl sconta una forte carenza di personale con oltre 88 medici? E che dei 153 attualmente in organico oltre il 50 per cento è in età avanzata.

e. quali sono i motivi che nel PO Santa Barbara non si sono ancora determinate le condizioni per realizzare compiutamente l’Ospedale di Comunità, la Casa della Salute con i servizi specialistici, il polo riabilitativo e l’Hospice.

In questi mesi abbiamo preso atto che nonostante le diverse deliberazioni adottate dal Direttore generale della Asl del Sulcis di programmazione e organizzazione, nei presidi ospedalieri e nel territorio la situazione è notevolmente peggiorata. Siamo in alcune realtà al disfacimento. Troppi reparti degli ospedali sono in grave sofferenza perché manca di personale medico e di infermieri, la situazione di crisi non sembra avviata a soluzioni. Anzi.
Ora, se queste osservazioni corrispondono a semplice verità, si tratta di definire, con una certa urgenza, quali iniziative assumere nel nostro territorio.
Considerato in particolare che la Giunta Regionale ha previsto di commissariare le Asl, e che quindi si avrà una gestione ordinaria, con tempi oggi imprevedibili per avere la nomina dei nuovi direttori generali e quindi di governo pieno per affrontare il presente e il futuro.
Insomma una fase transitoria con tempi oggi imprevedibili.
La situazione di crisi della nostra sanità è comunque presente, la sofferenza di assistenza della popolazione non entra certamente in pausa, anzi.
Riprendendo in questo contesto alcune recenti considerazioni di Mario Marroccu.
Che cosa si può fare nel nostro territorio?
Certo la politica può fare la sua parte. Così come le organizzazioni sindacali confederali e di categoria.
Certamente un ruolo determinante è oggi in carico ai 23 Comuni, dei Sindaci e della Conferenza socio sanitaria.
I nostri 23 sindaci, nella piena consapevolezza della situazione che attraversa la Asl, “unitariamente”, possono rispondere a pieno titolo all’assessore regionale che non siamo un territorio da colonizzare con proposte senza fondamento e, soprattutto, avere la forza per rivendicare un cambio di gestione della Asl, recuperare subito quanto stabilito dagli atti aziendali, per il ripristino dei servizi ospedalieri e del fabbisogno del personale.
Se non ora quando?
Tore Arca
Cittadino della provincia del Sulcis Iglesiente

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