50 punti, 22 nel girone d’andata e 28 nel girone di ritorno, 5° posto finale. Il playoff è sfumato per l’eccessivo divario dalla seconda posizione (17 i punti in meno rispetto al Monastir, a fronte del limite massimo di 9 previsto per dare luogo alla semifinale playoff) ma resta la soddisfazione per un campionato vissuto comunque da protagonista, alle spalle di quattro grandi squadre, annunciate alla vigilia e confermatesi sul campo: Budoni (promosso direttamente in serie D), Monastir (già in finale playoff), Tempio ed Ossese (vincitrice della Coppa Italia). All’Iglesias resta, probabilmente, solo il rammarico di aver faticato nella fase di approccio al campionato, quando qualche scelta non proprio felice operata sul mercato estivo, non ha dato gli effetti sperati e ha portato il presidente Giorgio Ciccu ad apportare profonde modifiche all’organico in corso d’opera.
L’analisi della stagione rossoblù è tutta nei numeri, molto diversi tra girone d’andata e girone di ritorno. Nelle 15 partite del girone d’andata, l’Iglesias ha messo insieme 7 vittorie, 1 pareggio e 7 sconfitte. 19 i goal realizzati, 15 quelli subiti: 4 vittorie e 3 sconfitte in casa; 3 vittorie, 1 pareggio e 4 sconfitte in trasferta. Nelle 15 partite del girone di ritorno, l’Iglesias ha cambiato marcia, collezionando 8 vittorie, 4 pareggi e 3 sole sconfitte, con 20 goal realizzati e 12 subiti. 4 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte in casa; 4 vittorie, 2 pareggi e 1 sola sconfitta in trasferta. Considerato che il divario rispetto alla quarta posizione dell’Ossese (57 punti) è risultato di 7 punti, inferiore al vantaggio sulla sesta classificata, il Villasimius, attestato 8 punti dietro a quota 42 punti, se avesse tenuto il passo del girone di ritorno che l’ha vista mettere insieme 28 punti, anche nel girone d’andata, l’Iglesias si sarebbe giocata l’accesso ai play off fino all’ultima giornata. E’ importante sottolineare, inoltre, che Giampaolo Murru spesso ha dovuto affrontare emergenze d’organico per squalifiche e infortuni e la squadra non ha mai mollato, Nella fase finale del campionato, pur sapendo di non poter accedere al playoff, dopo la sconfitta interna con la Nuorese, ha giocato con la massima concentrazione, vincendo le ultime tre partite, a Bari Sardo, in casa il derby con il Carbonia e a Ghilarza.
Il bilancio della stagione dell’Iglesias guidata dal tecnico Giampaolo Murru, come già sottolineato, resta positivo. La squadra ha dimostrato di poter competere al vertice di un campionato estremamente difficile, dove diverse società hanno fatto grandi investimenti per puntare al salto di categoria. Il presidente Giorgio Ciccu non ha nascosto la sua soddisfazione per i risultati raggiunti, ed è pronto a rilanciare la sfida per la prossima stagione.
Giampaolo Cirronis
Lunedì 14 aprile 2025, presso la miniera di Monteponi, si sono autoconvocate associazioni e imprese impegnate nella promozione dei siti geominerari, nella tutela ambientale e nella valorizzazione del patrimonio culturale e naturale della Sardegna, preoccupate per la grave situazione di stallo che affligge il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna.
Alla scadenza del mandato dell’ultima commissaria, avvenuto nel mese di agosto 2024, non ha avuto seguito alcun atto di proroga o di nuova nomina, lasciando per otto mesi il Parco senza organi deliberanti. ln data 2 aprile u.s. il direttore del Parco ha comunicato ufficialmente che la scadenza del mandato dei Revisori dei ConƟ ha determinato la definitiva paralisi amministrativa dell’Ente.
Le associazioni e le imprese impegnate quotidianamente in importanti iniziaƟve di promozione e valorizzazione dei Beni Culturali rappresentativi del Parco, sottolineano come questa situazione abbia conseguenze dirette e gravi sulla Sardegna e sulle comunità locali. Ancor più grave appare l’inerzia di chi, in assenza di soluzioni d’ordine politico condivise, non abbia garantito almeno la continuità dell’attività istituzionale mediante la proroga del commissario straordinario scaduto da ben otto mesi. Lo stallo del Parco ha ripercussioni dirette sullo sviluppo economico e sociale della Sardegna e dell’Italia, minando le opportunità di crescita e di valorizzazione delle risorse locali. In tal senso, è doveroso ricordare che il Parco Geominerario, nel 1998, è stato dichiarato dall’Unesco il primo Parco al mondo della rete dei Geositi/Geoparchi e che tale riconoscimento è venuto meno nel 2019 proprio a causa dell’inadeguata gestione della Governance. Le associazioni e le imprese firmatarie hanno perciò inviato una nota alla Regione Sardegna e al Ministero dell’Ambiente affinché trovino un accordo in tempi rapidi così da superare questa inaccettabile situazione di impasse. È fondamentale procedere con urgenza alla nomina degli organi del Parco, garantendo che le persone scelte abbiano le competenze necessarie e una visione chiara sul futuro del Parco stesso. Per questo motivo il documento è stato inviato anche alla Comunità del Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna che, pur essendo un organo consultivo, ha la forza di proposta e di pressione dei Comuni, delle Province e delle Università Sarde. Le associazioni e le imprese si sono riservate di promuovere altre iniziative volte alla soluzione del problema.
Firmato da:
Associazione Amici della Miniera – Carbonia; Associazione Giardini della Biodiversità; Associazione Studi Storici ForƟficazioni Sardegna; Associazione Minatori e Memoria; Associazione Minatori Nebida Onlus; Associazione Mineraria Sarda; Associazione per il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna; Associazione PeriƟ Minerari della Sardegna; Associazione Pozzo Sella OdV; Associazione Remo Branca – Iglesias; Associazione Rimeƫamo Radici; Associazione Su Zurfuru Mine; Associazione Verde Azzurro; Associazione Villaggio Normann OdV; Associazione Viviscout APS; C.I.C. Arci – Iglesias; Centro Iglesiente Studi Speleo Archeologici; Consorzio Natura Viva – Domusnovas; Escursioni Ajoo Dive; Escursioni Janas; Federazione Speleologica Sarda; Pozzo Baccarini; Sardinia Archeologica; Speleo Club – Domusnovas; Speleo Club Nuxis – Sa Marchesa; Speleo Club – Villamassargia; Villaggio Minerario Asproni.
Saranno tre giorni di vela, sport e condivisione internazionale quelli che animeranno le acque di Calasetta, Sardegna del sud-Sulcis, da venerdì 18 a domenica 20 aprile, in concomitanza con il weekend di Pasqua. L’evento si inserisce nel ricco programma della Calasetta Sail Week, che punta a fare della cittadina sarda un punto di riferimento per la vela giovanile e il turismo sportivo.
Protagonista assoluta sarà la 2ª Regata Nazionale OpenSkiff (che segue alla prima di Marina di Camerota), che quest’anno inaugura anche l’Eurochallenge OpenSkiff, il circuito internazionale dedicato alla giovane e dinamica classe OpenSkiff, che proseguirà con le successive tappe a fine maggio in Ungheria (Lago Balaton), a settembre in Polonia, per poi concludersi a fine ottobre a Barcellona, in occasione dei Campionati Europei OpenSkiff.
Organizzata dalla Lega Navale Italiana Sezione Sulcis, sotto l’egida della Federazione Italiana Vela – III Zona FIV Sardegna, e con il sostegno del Comune di Calasetta, della Regione Sardegna, del Marina di Calasetta e delle classi italiana e internazionale OpenSkiff, la manifestazione vede 124 atleti pre-iscritti provenienti da Italia, India, Polonia, Ungheria e Svizzera, confermando il forte respiro internazionale dell’evento.
I giovani regatanti saranno suddivisi nelle due categorie Under 13 e Under 17, pronti a confrontarsi in mare con entusiasmo e spirito sportivo, in pieno stile OpenSkiff.
In questi giorni, furgoni e carrelli delle squadre stanno raggiungendo la Sardegna: un’intera comunità si mette in moto per vivere un evento che è molto più di una regata. La classe OpenSkiff infatti promuove una visione della vela che coniuga competizione, divertimento e inclusione, creando un ambiente ideale per la crescita dei giovani velisti e l’incontro tra culture diverse.
Le previsioni meteo per la giornata inaugurale di venerdì sono favorevoli (skipper’s meeting ore 10.00 e prima regata prevista per le 12.00), con condizioni di sole e vento per iniziare al meglio una manifestazione che si preannuncia avvincente. L’Italia, da sempre protagonista negli eventi internazionali della classe con molti atleti sardi molto competitivi, sarà come sempre determinata a brillare in acqua, con l’obiettivo di confermarsi punto di riferimento a livello europeo.
L’ufficio postale di Sant’Antioco, in piazza Umberto, è il 65° ufficio del Sud Sardegna interessato dagli interventi previsti da “Polis + Casa dei Servizi Digitali”, il progetto aziendale per rendere semplice e veloce l’accesso ai servizi della Pubblica Amministrazione nei comuni con meno di 15mila abitanti con l’obiettivo di favorire la coesione economica, sociale e territoriale del nostro Paese e ilì superamento del digital divide.
In particolare, i lavori presso la sede di Sant’Antioco, comprendono la completa ristrutturazione e riorganizzazione degli spazi, il miglioramento del confort ambientale, l’inserimento di nuovi arredi progettati per facilitare l’accesso ai servizi e le operazioni e altri importanti miglioramenti in ottica di ottimizzazione del confort ambientale.
Inoltre, alla riapertura sarà possibile richiedere e rinnovare il passaporto elettronico, certificati anagrafici dell’ANPR e previdenziali.
Durante il periodo dei lavori e a partire da giovedì 17 aprile, Poste Italiane garantirà la continuità attraverso un prefabbricato modulare a uso ufficio ubicato nei pressi della sede e operativo secondo i consueti orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle ore 8.20 alle ore 13.35 e il sabato fino alle ore 12.35.
Presso la nuova sede temporanea saranno attivati tre sportelli polifunzionali abilitati a tutti i servizi postali e finanziari, compresi quelli “radicati” come le operazioni sui libretti di risparmio esui conti Bancoposta e il ritiro della corrispondenza non consegnata per assenza del destinatario. La sede, che occupa una superficie di circa 40 m², sarà inoltre dotata di una sala d’attesa con sedute a disposizione della clientela, di una sala consulenza e di un ATM Postamat per il prelievo di denaro contante e tutte le operazioni disponibili.
L’ufficio postale di Sant’Antioco riaprirà nella rinnovata sede al termine degli interventi.
Il turismo lento è l’opposto del turismo di massa, delle mete sovraffollate e caotiche, del mordi e fuggi, del consumismo di beni che non sono prodotti sul luogo. Il turismo lento predilige la scoperta di luoghi caratteristici e l’immergersi nella cultura locale, con un occhio di riguardo all’ambiente, prediligendo il camminare a piedi o in bici, a favore della sostenibilità.
Il Sulcis Iglesiente presenta pregi con cui accogliere persone che pongono attenzione alla qualità dell’esperienza. Disponiamo di un patrimonio paesaggistico di immenso valore che il turismo lento permette di apprezzare, come ho avuto modo di percepire nelle ultime settimane, durante gli allenamenti per la “Tamara Day 2”, tenutasi domenica 13 aprile, in mezzo alla spettacolare macchia mediterranea in fiore.
Patrimonio paesaggistico e culturale è ciò che offre anche il Cammino Minerario di Santa Barbara. Lunedì 14 aprile 2025, nell’aula consiliare del comune di Nuxis, i rappresentanti della Fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara e della “SLeA Turismo e Territorio” hanno esposto agli operatori locali i dati statistici e un’idea per sviluppare ulteriormente le prestazioni da offrire ai pellegrini del Cammino: una Card dematerializzata, per connettere i servizi erogati in rete dai 29 Comuni aderenti al Cammino Minerario di Santa Barbara con i bisogni dei pellegrini e dei turisti.
Nel 2022 i pellegrini sono stati 789, l’anno successivo 1.199, l’anno scorso 3.246, 1.600 nei primi tre mesi del 2025: numeri in crescita che ci devono indurre a rivolgerci con sempre più attenzione e cura a questa fetta di slow tourism.
Simona Pirosu
Allegate le interviste realizzate da Giampaolo Cirronis con Stefano Landi, presidente di SL&A Turismo e Territorio, società di consulenza specializzata nel turismo, e Romeo Ghilleri, sindaco del comune di Nuxis
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Carbonia: Galasso, Atzeni, Broglia, Chidichimo, Caffaro, Ricci, Pavone, Isaia, Mastino, Moreno, Abbruzzi (88′ Tocco). A disposizione: Doneddu Davide, Garcia, Carboni, Filippi, Cocco Gianluca, Doneddu Francesco, Lenzu, Cocco Danilo. Allenatore: Diego Mingioni.
Ferrini: De Luca, Carboni, Serra (71′ Usai), Bonu, Piroddi, Dore, Mudu (77′ Antic), Zedda, Alexander (66′ Camba), Boi (84′ Mele), Mancusi. A disposizione: Pani, Ledda, Locci, Jama, Lecca. Allenatore: Pierpaolo Mura.
Arbitro: Marco Antonuccio di Roma 1.
Assistenti di linea: Giacomo Sanna e Alessandro Anedda di Cagliari.
Marcatori: 60′ Isaia (C), 83′ Moreno (C), 89′ Ricci (C).
Ammoniti: Chidichimo (C), Carboni (F), Moreno (C), Mudu (F), Ricci (C).
Spettatori: 600.
Giampaolo Cirronis
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Scarica il file: https://www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com/wp-content/uploads/2025/04/Lorenzo-Isaia-1.mp4?_=6È recentemente uscito in libreria «Fascismo in famiglia», il nuovo e coraggioso libro di Barbara Serra, nota giornalista italo-britannica con una lunga carriera nel giornalismo internazionale, tra BBC, CNN, Al Jazeera e Sky News. In questo intenso lavoro, Serra affronta una delle domande più spinose e irrisolte della storia italiana: abbiamo davvero fatto i conti col nostro passato fascista?
Per rispondere, Serra parte da sé, dalla propria storia, scavando nella biografia di famiglia e, più precisamente, nella figura di suo nonno, Vitale Piga, che fu podestà di Carbonia durante il Ventennio. L’indagine è al tempo stesso personale e storica, affettiva e politica, e si trasforma pagina dopo pagina in un viaggio dentro le zone grigie della memoria collettiva e individuale.
Il libro ha il tono di un’inchiesta condotta con rigore giornalistico e partecipazione emotiva. Serra non si accontenta di ricordi familiari vaghi o versioni addolcite della realtà: consulta archivi pubblici e privati, esamina documenti ufficiali, atti amministrativi, lettere, testimonianze. Ne emerge un quadro composito e complesso, dove il ritratto del nonno si arricchisce di sfumature, ma non elude il giudizio morale.
La domanda che aleggia sin dalle prime pagine è tanto semplice quanto destabilizzante: «Mio nonno era un fascista buono?». La risposta, che arriva gradualmente ma con crescente chiarezza, è negativa. Nonostante non emergano episodi di violenza diretta o crudeltà, Vitale Piga non si distaccò mai dalla politica del regime. Anzi, ne fu parte attiva, amministrando la città di Carbonia secondo i principi e i codici del fascismo, senza mai prenderne le distanze, né allora né dopo.
Vitale Piga, infatti, non fu un «fascista buono», ma piuttosto un «buon fascista», nel senso più pieno del termine. Aveva assimilato e praticato fino in fondo i tre precetti fondamentali della retorica fascista: «Credere, obbedire, combattere». Dei tre, quello che più sembrava appartenergli per indole e vissuto era «combattere»: Piga era stato un eroe della prima guerra mondiale, un tenente pilota dell’aeronautica militare. Il 13 luglio 1917, l’aereo su cui volava insieme all’osservatore tenente Renato Semplicini fu abbattuto dall’asso ungherese Josef Kiss. Nell’impatto Semplicini perse la vita, mentre Piga fu catturato e fatto prigioniero.
Nell’estate del 1935, mentre l’Italia si prepara alla guerra d’Etiopia, scrive due lettere al Duce per offrirsi volontario in una missione suicida, in nome della Patria e dei suoi due figli. Una proposta tanto estrema quanto emblematica, che non verrà accolta dal Ministero dell’Aeronautica, lasciando Piga a una vita ancora lunga, che si concluderà per cause naturali molti anni dopo. Ma quell’episodio basta a chiarire il tipo di adesione che animava la sua militanza: non tiepida, non opportunistica, ma convinta, orgogliosa, profondamente ideologica.
Il merito principale del libro è quello di trasformare una vicenda familiare in uno specchio dell’Italia intera. Serra non cerca assoluzioni, non indora la pillola, ma si mette a nudo in prima persona, mostrando quanto sia difficile – e necessario – fare i conti con ciò che si è ereditato, anche quando quella eredità è scomoda, dolorosa, in conflitto con i propri valori.
L’indagine su Vitale Piga diventa così l’occasione per interrogare una nazione che ha spesso preferito rimuovere, dimenticare, archiviare il proprio passato sotto etichette comode come «brava gente» o «fascismo all’italiana». Il libro ci mette di fronte alla realtà che, in molti casi, il fascismo non è stato solo una parentesi imposta dall’alto, ma un sistema condiviso e amministrato anche da persone comuni, padri, zii, nonni – appunto – che hanno collaborato con il regime senza mai pentirsene.
«Fascismo in famiglia» è un libro che scava, interroga e disturba. Non semplifica, non assolve, ma mette in moto una riflessione profonda su ciò che siamo stati e su ciò che ancora ci portiamo dentro. Con una scrittura sobria e coinvolgente, Barbara Serra riesce a intrecciare il dato storico con la memoria personale, il racconto intimo con l’analisi politica.
È un’opera che andrebbe letta nelle scuole, discussa nei talk show, usata come chiave per rileggere quel periodo storico non come un monolite ideologico, ma come una rete diffusa di scelte individuali che ancora oggi ci interrogano.
In tempi in cui il discorso pubblico sembra indulgere sempre più spesso a forme di revisionismo storico, con dichiarazioni che minimizzano la gravità del fascismo e ne esaltano i presunti meriti, il libro di Barbara Serra suona come un richiamo alla responsabilità. Quella di conoscere, di ricordare, ma anche di riconoscere – nei gesti, nei silenzi, nelle omissioni – le responsabilità di un passato che è tutt’altro che sepolto.
«Fascismo in famiglia» non è solo un’indagine su un nonno, ma un’operazione di verità su una memoria nazionale ancora fragile. È un atto di coraggio e di amore per la storia, anche quando fa male. Serra ci mostra che la memoria non può essere selettiva e che il vero antifascismo, oggi, passa anche attraverso la capacità di guardare in faccia i propri fantasmi, anche quelli che hanno il nostro stesso cognome.
Alberto Vacca
Dopo le occasioni sciupate negli scontri diretti con San Teodoro Porto Rotondo e Alghero, con le quali s’è fatta rimontare sul pareggio nei minuti di recupero, e nel derby perso di misura sette giorni fa a Iglesias, il Carbonia si gioca la salvezza questo pomeriggio al Comunale “Carlo Zoboli”, contro la Ferrini, altra diretta concorrente. Dirige Marco Antonuccio di Roma 1, assistenti di linea Giacomo Sanna e Alessandro Anedda di Cagliari. Fischio d’inizio ore 16.00.
La squadra di Diego Mingioni parte con il vantaggio della vittoria ottenuta il 27 dicembre nel girone d’andata a Cagliari, 2 a 0, goal di Federico Moreno e Nicolas Ricci, che le consente di poter coltivare concrete possibilità di salvezza anche in caso di pareggio (a meno di una clamorosa vittoria dell’Alghero a Monastir, contro la vicecapolista che deve assolutamente vincere per conservare la posizione e accedere direttamente alla finale playoff), ma il tecnico fin da domenica scorsa, al termine del derby perso a Iglesias, ripete all’infinito che la squadra scenderà in campo con un solo obiettivo: la vittoria!
Diego Mingioni recupera Nicolas Ricci, uscito dal campo ad inizio ripresa al Monteponi per una forte botta subita nello scontro con un avversario, ma deve fare a meno di Nicola Mancini, squalificato per una giornata dal giudice sportivo per recidività in ammonizioni. Mister Pierpaolo Mura, tecnico della Ferrini, non dispone del bomber Gianluca Podda, anche lui squalificato. Tra i 20 convocati non c’è neanche Riccardo Lambroni, convocato da mister Giuseppe Cantara nella rappresentativa regionale per il Torneo delle Regioni (tra i convocati c’era anche Mauro Abbruzzi che ha però rinunciato per restare a disposizione di Diego Mingioni nella fase decisiva della stagione). I 20 convocati: Galasso, Atzeni, Broglia, Chidichimo, Caffaro, Ricci, Pavone, Isaia. Mastino, Doneddu Davide, Carboni, Tocco, Filippi, Cocco Gianluca, Doneddu Francesco, Moreno, Garcia, Abbruzzi, Cocco Danilo.
La salvezza è legata anche ai risultati delle partite che vedono impegnate le altre tre dirette concorrenti: San Teodoro Porto Rotondo, Bari Sardo e Alghero. San Teodoro Porto Rotondo e Bari Sardo sono padrone del loro destino, in casa rispettivamente con Calangianus e Budoni. In caso di vittoria sono entrambe matematicamente salve, se almeno una non dovesse vincere, tutto rientrerebbe in gioco con il ricordo probabilissimo alla classifica avulsa, che in tutte le combinazioni possibili vede il San Teodoro Porto Rotondo davanti a tutte e il Bari Sardo dietro a tutte le concorrenti. Chi sta peggio, almeno sulla carta, è l’Alghero, che parte con un punto in meno rispetto a San Teodoro Porto Rotondo, Bari Sardo, Carbonia e Ferrini, e ha l’impegno quasi proibitivo sul campo del Monastir che sette giorni fa ha vinto 3 a 1 a Cagliari sul campo della Ferrini, pensando già alla finale play off che raggiungerebbe vincendo anche oggi.
I risultati maturati dal Carbonia nei confronti diretti con le concorrenti nella corsa salvezza (una sola sconfitta, 4 a 1 a San Teodoro, con 3 vittorie e 3 pareggi): Carbonia-Alghero 1-1 e 1-1, Carbonia-Barisardo 3-0 e 3-1, Carbonia-Ferrini 2-0 e ritorno da giocare oggi, Carbonia-San Teodoro 1-4 e 2-2.
Giampaolo Cirronis