L’assessorato dell’Industria e il deputato PD Emanuele Cani annunciano iniziative a sostegno della vertenza Vesuvius.
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«Dopo le comunicazioni della società Vesuvius, che ha annunciato di voler chiudere dal 31 dicembre lo stabilimento di Macchiareddu, lasciando a casa 105 lavoratori diretti e mettendo in pericolo altrettanti posti di lavoro degli appalti e indotto, presenterò un’interrogazione urgente al ministro dello Sviluppo economico per conoscere quali siano le intenzioni del Governo in merito alla vicenda. È necessario capire quali siano le motivazioni e le argomentazioni dell’azienda a supporto di questa decisione.»
Lo ha detto stamane Emanuele Cani, deputato del Partito Democratico.
«La Sardegna non può concedersi il lusso di perdere neppure un posto di lavoro. Tanto più quando si tratta di professionalità elevate, come in questo caso, il cui operato va dare supporto al mercato nazionale. Non è neppure pensabile che possano essere cancellate le produzioni sarde in nome di una delocalizzazione in Polonia o in altri luoghi. Non è pensabile che le produzioni destinate all’Italia vengano realizzate all’estero da chi decide di passare per la delocalizzazione. Questo fatto – ha concluso Emanuele Cani – non può essere accettato.»
Ieri l’assessorato dell’Industria ha annunciato con una nota stampa che chiederà a breve un incontro urgente con azienda e sindacati per esaminare la situazione della Vesuvius, società specializzata nella produzione di refrattari isostatici, i cui vertici venerdì scorso, nella riunione convocata al MISE e alla quale ha partecipato anche la Regione, hanno annunciato l’intenzione di chiudere lo stabilimento di Macchiareddu, ad Assemini.
«Non possiamo accettare una decisione simile – ha detto l’assessore Maria Grazia Piras – vogliamo capire meglio quali sono i motivi alla base di questa scelta e, soprattutto, se esistano le condizioni per mantenere in piedi una realtà imprenditoriale che dà lavoro a centinaia di persone tra dipendenti e indotto. La Regione, di concerto con il ministero per lo Sviluppo economico, è disposta a fare la sua parte utilizzando tutti gli strumenti legislativi e finanziari a disposizione. Condividiamo la preoccupazione espressa sia dal MISE che dai sindacati: il tessuto produttivo della Sardegna non può perdere ulteriori pezzi. Attendiamo l’esito dell’assemblea dei lavoratori, prevista per domani (oggi, n.d.r.), poi, sempre di concerto con il MISE – ha concluso Maria Grazia Piras -, avvieremo tutte le iniziative possibili per scongiurare la chiusura della fabbrica e il licenziamento del personale.»
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