21 December, 2024
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Furtei: dal sogno dell’oro allo scempio di un territorio che ora rivendica un concreto intervento di bonifica.

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Alla fine degli anni ’80 in Sardegna “esplose” la febbre dell’oro. La società Progemisa, in collaborazione con una compagnia dell’Agip, avviò un programma di prospezione che proseguì negli anni successivi, quando una società australiana subentrò all’Agip e con la Progemisa diede vita alla Sardinia Gold Mining S.p.a. (SGM). Nel 2004 la società canadese Full Riches Investiment, capeggiata dall’imprenditore italo-venezuelano Serafino Iacono, assunse il controllo della SGM. Nel 2008 la Bufalo Gold Ld. (che acquisì la miniera nel 2007) annunciò l’avvio di un programma di perforazioni per realizzare uno studio di fattibilità, il cui obiettivo era quello di iniziare la produzione nel 2009 ma l’obiettivo svanì, perché nel dicembre 2008 arrivò la dichiarazione di chiusura della miniera ed il 5 marzo 2009 la dichiarazione di fallimento..

Del sogno dell’oro (in dieci anni di scavi sono state estratte 4,5 tonnellate d’oro, 6 d’argento e 15 di rame), nella Marmilla non resta che un territorio devastato e fortemente inquinato (300 ettari tra Furtei, Segariu e Guasila), soprattutto dalla massicce quantità di cianuro utilizzate in quegli anni. Un territorio che ora rivendica legittimamente, con forza, un concreto intervento di bonifica (affidato all’Igea), perché sono a rischio contaminazione, soprattutto, i ruscelli ed il sistema delle acque.

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