19 December, 2024
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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge contenente norme in materia di agricoltura.

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Il Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge 366/A contenente norme in materia di agricoltura e modifiche alla legge regionale 23 maggio 2008, n. 6 (Legge-quadro in materia di consorzi di bonifica) e alla legge regionale 9 marzo 2015, n. 5 (legge finanziaria 2015).

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito, il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il DL n. 382/A – Giunta regionale – Variazione del bilancio 2916 e del bilancio pluriennale 2026-2018.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha chiesto all’Aula la modifica dell’ordine del giorno per passare alla discussione del DL n. 366/A – Giunta regionale – Norme varie in materia di agricoltura-Modifiche alla legge regionale 6/2008 (legge quadro in materia di consorzi di bonifica) e alla legge regionale 5/2015 (Legge finanziaria 2015). Il Consiglio ha approvato la proposta e successivamente il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza, il presidente della commissione Agricoltura Luigi Lotto (Pd) per l’illustrazione dei contenuti della legge.

Nel suo intervento, Lotto ha affermato che «si tratta di un disegno di legge che interviene su diverse materie ma in particolare dei consorzi di bonifica, dai piani di riordino fondiario di competenza degli stessi consorzi che poi dovranno essere inseriti nel piano regionale, ai problemi legati alla predisposizione dei bilanci stralciando la posizione dei consorzi dall’applicazione del bilancio armonizzato ad una serie di agevolazioni nel processo di risanamento finanziario, attraverso la dilazione trentennale delle perdite ed il recupero dei ruoli non riscossi in dieci anni». La legge, in sintesi, inizia secondo Lotto «ad affrontare alcune problematiche centrali dei consorzi, non tutte, perché poi dovrà intervenire il Consiglio in modo organico».

Il capogruppo Gianluigi Rubiu dell’Udc, relatore di minoranza, ha ricordato in apertura che «il tessuto dell’economia agricola è estremamente fragile anche per le incertezze dei piano regionali di sviluppo nonostante le potenzialità; un contesto che modifica questa situazione solo in minima parte, nonostante i consorzi offrano servizi fondamentali nel campo delle infrastrutture idrauliche ed irrigue e della difesa del territorio». Va bene quindi, ha proseguito Rubiu, «sollevare i consorzi dagli obblighi pesanti del bilancio armonizzato più aderente alla loro natura di enti pubblici economici e indicare nuove prospettive per la gestione di residui e ruoli che rappresenteranno per i consorzi una vera e propria vertenza entrate ma non si può tacere della grande lacuna di questa legge che, alla fine, si riduce ad un provvedimento-tampone, non risolve i problemi, elude responsabilità e non crea le condizioni per il superamento definitivo dell’inefficienza di queste strutture».

Aprendo la discussione generale il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha condiviso alcuni passaggi della relazione di minoranza osservando che «nel complesso la legge è una occasione persa perché sarebbe stata più opportuna una analisi approfondita della situazione mentre si è preferito ancora e per l’ennesima volta tappare qualche falla». «A titolo personale – ha precisato Tedde – occorre chiedersi se i consorzi hanno ancora un senso o se sia meglio trasferire le loro funzioni; resta il fatto che comunque ossatura normativa di questi organismi risale al 1933 ed è obsoleta perché il mondo è cambiato, i consorzi hanno avuto un grande ruolo ma negli ultimi anni si è registrata una fase involutiva che va invertita». «E’vero – ha ricordato Tedde – che la competenza su questa materia è dello Stato ed esistono iniziative per trasferire le loro funzioni agli Enti locali anche in forma associata, però resta il fatto che con questa legge il problema si affronta comunque poco e solo in superficie, lasciando inalterato il problema generale di sostenibilità non solo economica». Se non interveniamo ora in modo organico, ha avvertito Tedde, «dovremmo comunque farlo nei prossimi mesi, riprendendo fra l’altro l’intesa Stato Regioni che non è stata attuata e prevedeva compiti più ampi in materia di sicurezza ambientale».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha ricordato la legge regionale 6/2008 che fu una prima riforma importante anche se ora «quella legge va aggiornata, perché oggi c’è una situazione drammatica e in qualche modo la proposta attuale è l’unica percorribile in questo momento di grave crisi per l’agricoltura sarda». «Ci sono consorzi – ha segnalato Solinas – che hanno diversificato la loro attività in direzione della protezione civile e della realizzazione di dighe per la gestione della risorsa idro- elettrica e poi si sono ritrovati con enormi buchi di bilancio». La strada maestra, ad avviso di Solinas, «resta quella della riforma organica ed il Consiglio ha il dovere di intervenire, ma in questa fase è importante impegnarsi su cose concrete e fattibili come la ma dilazione dei debiti, per la quale nella categoria c’è grande attesa per la massa degli interessi passivi; il Consiglio deve insomma dare un segnale senza dimenticare che bisogna continuare sulla strada delle riforme organiche».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni, ha affermato che «è sbagliato rinviare per l’ennesima volta una legge organica sui consorzi che meritano alcune opportunità e, sotto questo profilo, è interessante il riferimento alla situazione nazionale dove i consorzi sono sostenuti non solo dai consorziati ma dal sistema pubblico, perché gli interventi di sistemazione idraulica sono di interesse generale, certamente funzionali alle buone colture ma utilissimi anche alle amministrazioni locali per i piani di protezione civile». «I conti dei consorzi hanno una situazione debitoria pesante e gli enti sono di fatto bloccati – ha concluso Dedoni – e proprio per questo bisogna andare fino in fondo sulla via del rinnovamento, della semplificazione, dell’efficienza, al contrario di come fa la maggioranza che in sede di assestamento prevede comunque una tantum oltre 30 milioni di interventi per i consorzi, lasciando per l’ennesima volta lasciare le cose a metà».

Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu ha rimarcato l’assenza di una completa revisione delle norme che regolano la gestione dei consorzi di bonifica ed ha sottolineato come l’urgenza del provvedimento derivi dalla situazione in cui versa il consorzio di Oristano «commissariato da più di 20 anni e con 17 milioni di passivo».

Gianluigi Rubiu ha contestato in particolare le disposizioni contenute nell’articolo 2 del Dl 366 laddove si prevede un indebitamento trentennale per fare fronte alle passività dei consorzi («il debito appesantirà i conti dell’intero comparto agricolo») ed ha affermato che i costi degli impianti irrigui dovrebbero pesare sull’intera comunità e non già soltanto su consorziati. «Serve dunque una riforma vera – ha concluso l’esponente della minoranza – che porti al rilancio del settore agricolo».

L’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, ha ricordato il confronto tenuto in sede di commissione e pur riconoscendo l’esigenza di una profonda revisione della legge 6 del 2008, ha posto in evidenza  l’esigenza di disporre nell’immediato di una visione chiara e organica delle gestioni consortili. «Le strutture consortili – ha dichiarato l’assessore – non sono al momento in grado di fornire dati utili alla conoscenza del sistema delle manutenzioni delle reti ed il quadro appare disomogeneo e diseguale soprattutto in riferimento alla tenuta contabile». Per tali ragioni, a giudizio della Falchi, è opportuno introdurre le disposizioni contenute nel provvedimento in discussione perché consentono di fare chiarezza e permettono di ottenere utili elementi per realizzare la riforma dei consorzi di bonifica.

«Chiarezza – ha spiegato l’assessore – soprattutto sui bilanci perché al momento non c’è un sistema unico e omogeneo per la tenuta dei conti che sarà invece approvato con un’apposita delibera di giunta.»

La componente l’esecutivo ha quindi posto l’accento sull’accertamento dei residui al fine di garantire un costo sostenibile dell’acqua e della gestione degli impianti. L’assessore dell’Agricoltura ha quindi dichiarato che è obiettivo della Giunta “restituire i consorzi ai consorziati”, cioè porre fine alla lunga stagione dei commissari nominati dalla Regione.

Conclusa la discussione generale l’Aula con 33 favorevoli su 34 votanti ha approvato il passaggio all’esame degli articoli e il consigliere di Forza Italia, Oscar Cherchi, ha preso la parola una volta aperta la discussione sull’articolo 1 (Modifiche all’articolo 4 della legge regionale n. 6 del 2008. Piano regionale di bonifica e riordino fondiario).

L’esponente della minoranza ha prima replicato al suo collega del Pd, Antonio Solinas («non è vero che nella passata legislatura la legge 6 non è stata modificata perché il Consiglio l’ha fatto per ben sei volte») e poi ha ricordato che se la priorità è l’omogeneizzazione dei bilanci «non serve approvare una legge ma basta una delibera della Giunta».

Oscar Cherchi ha quindi preannunciato il voto di astensione ed ha ricordato polemicamente all’assessore Falchi che in veste di presidente della Confagricoltura lamentava l’assenza di certezza sul costo dell’acqua per i consorziati dell’oristanese: «Ora domando, a distanza di tre anni dalla nomina ad assessore dell’Agricoltura vi è la certezza del costo dell’acqua nei consorzi di bonifica della Sardegna?».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto- Fd’I) ha ricordato la recente approvazione della legge per la semplificazione per affermare che le norme contenute nel Dl 366 all’articolo 1 introducono nuove lungaggini: «Il riferimento al regio decreto è improprio e non serve la delibera di giunta ma basta un decreto dell’assessorato per approvare il riordino fondiario».

Il presidente della commissione Agricoltura, Luigi Lotto (Pd), ha riconosciuto l’opportunità di una revisione più profonda della legge 6 del 2008 ma ha evidenziato la necessità di procedere con l’approvazione delle norme in discussione («aiutano i consorzi di bonifica ad avere una gestione più oculata». Lotto ha quindi replicato al capogruppo Udc, Rubiu («non possiamo affermare che i costi dei consorzi possano essere scaricati su tutti i cittadini») ed ha auspicato che si smetta di considerare i consorzi come “enti su cui scaricare problematiche sociali del territorio” e si lavori invece al rilancio dell’agricoltura.

Il capogruppo del Misto, Fabrizio Anedda, ha manifestato contrarietà a qualsiasi forma di intervento finanziario da parte della Regione: «E’ sbagliato ripianare i debiti della cattiva gestione con le risorse pubbliche».

Posto in votazione, l’articolo 1 è stato approvato con 33 favorevoli e un contrario e l’Aula ha dato il via libera anche all’articolo 2 (Modifiche all’articolo 17
della legge regionale n. 6 del 2008. Contabilità dei consorzi di bonifica) con 34 favorevoli e un solo voto contrario.

Sull’articolo 3 è intervenuto,  Gianluigi Rubiu (Udc) che ha preannunciato il voto di astensione, contestando la norma che consente l’ indebitamento dei consorziati per 30 anni. «Cinque anni fa – ha dichiarato il capogruppo dell’opposizione – l’attuale assessore quando assessore non lo era definiva una porcheria la legge 6 del 2008 e sosteneva che i debiti sarebbero dovuti essere ripianati con fondi regionali e non con esborsi dei consorziati». Rubiu ha quindi concluso il suo intervento replicando al suo collega Anedda (Misto): «La Regione, al contrario di quanto sostiene Anedda, non mette un euro per ripianare le passività dei consorzi di bonifica».

Il presidente della commissione Agricoltura e relatore di maggioranza, Luigi Lotto (Pd) è intervenuto per ribadire che è corretto prevedere che «chi è rimasto indietro nel pagamento dei canoni debba farsene carico». Lotto ha concluso il suo breve intervento ricordando lo stanziamo di tre milioni in favore della Sfirs per consentire ai consorzi la dilazione dei pagamenti delle passività.

Ha quindi chiesto la parola l’assessore all’agricoltura Elisabetta Falchi per un chiarimento sull’art. 3. «Con questa norma si offre agli agricoltori la possibilità di pagare i debiti pregressi in più annualità. E’ un provvedimento di sostegno al comparto – ha detto l’assessore – purtroppo per anni il costo dell’acqua non è stato comunicato agli agricoltori, questo è il vero dramma. Con l’approvazione del Disegno di legge si potrà pagare in modo graduale. I Consorzi, inoltre, potranno attivare un fondo di garanzia per consentire agli agricoltori di ottenere dei prestiti».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’articolo 3 che è passato con  28 voti favorevoli e uno contrario.

Successivamente l’Aula ha approvato in rapida successione anche gli articoli 4 “Istituzione di fondi di garanzia per il comparto della pesca e dell’acquacoltura e per i consorzi di bonifica della Sardegna”; 5 “Finanziamento della quota regionale di concorso interessi”; 6 “Modifica dell’articolo 13 della legge regionale n. 5 del 2015 (Interventi a favore del settore vitivinicolo)” e 7 “Abrogazioni”. Tutti gli articoli hanno ottenuto 32 voti a favore e uno contrario.

Sull’articolo 8 “Norma finanziaria” l’assessore al Bilancio Raffaele Paci ha proposto una modifica nella dicitura del capitolo sulla copertura finanziaria. La proposta ha ottenuto il parere favorevole del Consiglio. Via libera anche all’articolo 8 con 32 sì e un no e all’articolo 9 “Entrata in vigore” con lo stesso risultato nella votazione.

Si è quindi passati al voto finale: la legge è stata approvata con 32 voti favorevoli e 2 contrari.

Il presidente Ganau ha quindi aperto la discussione sul secondo punto all’ordine del giorno “Variazioni del bilancio per l’esercizio finanziario 2016 e del bilancio pluriennale 2016/2018”.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accordata. Il presidente Ganau ha poi convocato la Conferenza dei Capigruppo. Al termine dell’incontro il presidente ha dichiarato chiusa la seduta. Il Consiglio riprenderà i lavori domani mattina alle 10.30.

Consiglio regionale 90

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