Sono riprese con la sessione dedicata all’Università e la ricerca, le audizioni della Terza commissione sulla manovra 2017.
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Sono riprese questa mattina, con la sessione dedicata all’Università e la ricerca, le audizioni della Terza commissione sulla manovra 2017.
Il rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo, ha illustrato al parlamentino presieduto da Franco Sabatini (Pd) le principali richieste degli atenei sardi nonché le difficoltà in cui operano le università della Sardegna, penalizzate dall’adozione, a partire dal 2014, del «costo standard unitario di formazione per studente in corso» per la ripartizione di una quota sempre più rilevante del fondo di finanziamento ordinario erogato annualmente da ministero dell’Istruzione. «Gli indicatori – ha spiegato la professoressa – non tengono conto del contesto in cui operiamo e del gap rappresentato dalla insularità ed è proprio sulla necessità di modificare tali parametri che attendiamo risposte dal ministero».
A fronte della riduzione delle risorse statali, così ha affermato la dottoressa Del Zompo, nell’arco dell’ultimo triennio l’università cagliaritana ha registrato nel 2016 un incremento degli immatricolati, un miglioramento nel posizionamento relativo alla didattica e della ricerca e continua ad essere l’ateneo che sforna il maggio numero di laureati provenienti da famiglie in cui entrambi i genitori non hanno la laurea.
«Siamo sulla giusta strada – ha affermato il rettore – e continuiamo a migliorare e a modernizzare la gestione dei corsi di studio con modalità nuove, così da renderli più attrattivi, e proseguiamo inoltre, con convinzione, nell’intensificare i rapporti con i territori e le imprese per rendere maggiormente professionalizzanti i corsi e i master post laurea.»
Il pro rettore dell’Università di Sassari, Luca Deidda, ha ribadito in larga misura le considerazioni svolte dalla professoressa Del Zompo in ordine ai costi standard e alle oggettive quanto peculiari difficoltà degli atenei sardi ed ha confermato l’insostituibilità dell’intervento regionale per garantire il funzionamento delle università di Sassari e Cagliari.
Le comuni richieste avanzate dai due atenei alla commissione, in vista del varo della manovra 2017, possono, nello specifico, così riassumersi:
• incremento di almeno 3 milioni di euro dei fondi ai valere sulla legge regionale n. 26/96 (stanziamento previsto pari a 22 milioni, cioè 2,6 milioni in meno rispetto allo scorso anno);
• un milione di euro in più per i fondi destinati alla ricerca (stanziamento di 5 milioni, cioè 7 milioni in meno rispetto al 2014);
• ripristino delle somme stanziate nel 2016 per il programma “visiting professor” (incremento di 300mila euro);
• incremento di 2,2 milioni di euro del fondo per edilizia universitaria.
Il rettore Del Zompo e il pro rettore Deidda, rispondendo alle richieste di chiarimento ed ai quesiti posti dai commissari e dal presidente Sabatini, hanno approfondito alcuni temi, in particolare quelli legati alla radiologia (il manager dell’Ats, Fulvio Moirano, in una precedente audizione aveva lamentato l’assenza di una scuola di specializzazione) ribadendo che a Cagliari opera «uno dei più bravi e più giovani docenti di radiologia» e che semmai il problema è rappresentato dalla carenza di tecnici radiologi per effetto del blocco, a suo tempo deciso dal ministero, per le lauree professionalizzanti dei non medici. La professoressa Del Zompo ha inoltre auspicato un incontro con il manager della Asl unica ed ha denunciato «il totale disinteresse per la facoltà di medicina e l’azienda ospedaliera universitaria». «A questo proposito – ha dichiarato il rettore di Cagliari – mancano strategia e visione e se si è deciso che si dovrà definanziare la facoltà di medicina attendo che tale decisione mi venga comunicata».
I consiglieri Attilio Dedoni (Riformatori) e Gianfranco Congiu (Partito dei Sardi) si sono soffermati invece sui tassi di occupazione e il capogruppo Pds ha posto in evidenza come i corsi di studio svolti nelle due università decentrate di Oristano e Nuoro godano di un maggiore gradimento, rispetto ai tradizionali corsi svolti negli atenei di Sassari e Cagliari.
La professoressa Del Zompo ha quindi affermato come nel confronto tra i dati degli atenei del sud e delle Isole sul tasso di disoccupazione nell’arco del quinquennio, le performance di Cagliari non si discostino dalle medie nazionali ed ha ribadito la necessità di un più stretto rapporto con imprese e istituzioni per migliorare l’offerta formativa dell’università, salutando con soddisfazione i fondi aggiuntivi ottenuti in sede ministeriale per il finanziamento di 23 borse per “dottorati industriali”.
Successivamente la commissione ha ascoltato il commissario del Consorzio universitario di Nuoro, Fabrizio Mureddu che ha ribadito ruolo e importanza delle sedi decentrate di Oristano e Nuoro, evidenziandone l’attrattività, confermata dall’incremento del 30% del numero degli iscritti: «Il tutto nonostante sia in atto la tendenza a ridurre risorse e stanziamenti per i corsi e le sedi decentrate».
La principale richiesta avanzata dal rappresentante del consorzio nuorese consiste nell’auspicata abolizione del fondo unico per le università decentrate. «La ripartizione di tale fondo – ha spiegato Mureddu – avviene alla fine dell’anno ed è compromessa così qualunque programmazione e a ciò si aggiunga che veniamo a conoscenza dei criteri e dei parametri utilizzati per l’assegnazione delle risorse del fondo unico soltanto nel momento in cui la Giunta delibera la ripartizione degli stanziamenti».
La proposta del consorzio universitario di Nuoro è, dunque, che nella legge di stabilità sia assegnato uno specifico capitolo, con la relativa dotazione finanziaria, per il funzionamento delle sedi decentrate degli atenei della Sardegna.
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