22 November, 2024
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Il comune di Carbonia fa chiarezza sulla situazione creata da un edificio fatiscente in via Cesare Battisti, a Serbariu.

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Nei mesi scorsi, una prima volta il 25 agosto, una seconda il 30 ottobre, abbiamo documentato la situazione ad altissimo rischio, alla periferia di Carbonia, all’ingresso della città dalla strada provinciale n° 78, dove la presenza di una palazzina fatiscente, dalla quale cadevano parti di intonaco e calcinacci, al centro di una controversia legale, ha richiesto l’interdizione al traffico veicolare di un’ampia parte della carreggiata sulla via Cesare Battisti, a pochi metri dall’incrocio con la via San Narciso. La presenza di alcune transenne ha ridotto per lunghi la carreggiata ad una sola corsia, con inevitabili disagi e rischi per la circolazione, sia in ingresso che in uscita da Carbonia, fino a che, il 25 novembre 2016, è stata disposta la completa chiusura al traffico, con ancora maggiori disagi per l’ingresso e l’uscita dalla città.

Oggi il comune di Carbonia ha diffuso una nota per fare chiarezza sul destino e sulle vicende passate dell’«edificio fatiscente di via Cesare Battisti a Serbariu, che tante polemiche ha creato e continua a creare».

«L’Amministrazione comunale si è mossa celermente per l’incolumità di persone e cose, mettendo in atto tutte le misure necessarie per portare a conclusione questa annosa vicenda – si legge nella nota -. L’ordinanza sindacale n. 96 del 10 giugno 2011 disponeva l’inagibilità totale del fabbricato, lo sgombero immediato dell’immobile, urgenti interventi di consolidamento statico, l’interdizione delle aree circostanti e loro messa in sicurezza.

Con decreto del Giudice Tutelare del Tribunale di Cagliari del 19 gennaio 2012, il comune di Carbonia veniva nominato amministratore di sostegno della proprietaria dell’immobile, mentre il 27 gennaio 2012 l’allora assessore delle Politiche sociali, veniva delegata a svolgere le funzioni di amministratore di sostegno.

Il Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Cagliari, in seguito a diversi sopralluoghi, evidenziava, il 7 agosto 2015, lo stato di dissesto dell’immobile e la necessità di urgenti lavori di messa in sicurezza; il 19 febbraio 2016, evidenziava il peggioramento delle condizioni di degrado e abbandono.

Il 3 marzo 2016, l’Amministratore di sostegno comunicava di essere stata autorizzata dal Giudice tutelare ad attivare tutte le procedure per la messa in sicurezza e ripristino dell’immobile. Il 30 maggio 2016, l’Amministratore di sostegno dava formale incarico ad un tecnico esterno per la redazione di una perizia attestante l’idoneità statica dell’edificio e relativo preventivo di spesa.

Il 23 novembre 2016, appena due mesi dopo il suo ingresso in Giunta, l’assessore Loredana La Barbera, delegata dal sindaco a svolgere il ruolo di amministratore di sostegno, in seguito alla dichiarazione del rischio di crollo, chiedeva al dirigente del Settore Tecnico di adottare idonei provvedimenti. Dopo le disposizioni provvisorie del 24 novembre e le relative transenne che delimitavano la zona di pericolo, il 25 novembre 2016, con ordinanza sindacale n. 370, via Cesare Battisti veniva definitivamente chiusa al traffico veicolare, sino al termine del cantiere, per garantire la sicurezza di automobilisti e pedoni.

Il 6 dicembre 2016 veniva nominato il nuovo amministratore di sostegno esterno, dopo il riconoscimento dell’incompatibilità tra i ruoli di assessore e amministratore di sostegno, come sostenuto dall’Amministrazione comunale.

Il dirigente del II Servizio, con ordinanza n. 46 del 1 febbraio 2017, ha chiesto al nuovo amministratore di sostegno la demolizione dell’immobile, con l’ausilio di adeguata direzione tecnica, entro 90 giorni. In caso di inottemperanza, il Comune procederà all’esecuzione coattiva dell’ordinanza.

Il 9 febbraio 2017, l’amministratore di sostegno ha presentato i costi per la messa in sicurezza dell’immobile, stimati in 70mila euro. Viste l’impossibilità da parte della proprietaria dell’abitazione di sostenere le spese di demolizione, si prospettano due possibili alternative:

– l’individuazione di un privato o impresa edile disposti a demolire l’immobile e ricostruirlo, in seguito a donazione o vendita al prezzo di 1 euro;

– l’acquisizione dell’immobile da parte del Comune e successivi interventi a proprio carico, con rivalsa sul valore del terreno.

In questo momento si è in attesa dell’esito della ricerca di un privato interessato. Trascorsi i 90 giorni imposti dall’Ordinanza, in mancanza di un privato interessato – conclude la nota del comune di Carbonia -, sarà il Comune ad attivare direttamente le procedure necessarie per risolvere definitivamente il problema.»

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Alberto Fois (Genti

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