23 December, 2024
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I lavoratori ex Ati-Ifras proseguono, ormai da 31 giorni, il presidio sotto il Palazzo della Giunta regionale.

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I lavoratori ex Ati-Ifras proseguono, ormai da 31 giorni, il presidio sotto il Palazzo della Giunta regionale, in viale Trento, a Cagliari, per sollecitare la Giunta regionale a rendere operativo il piano di ricollocamento. E chiedono con grande determinazione che non lasci a terra nemmeno un lavoratore degli oltre 500 parcheggiati in disoccupazione da oltre nove mesi e mezzo (fino al 31 dicembre 2016 sono stati impiegati come manutentori nei vari siti del Parco Geominerario, dislocati in tutta la Sardegna).

Ricordiamo che mercoledì 11 ottobre al Tavolo Partenariale per l’attuazione delle politiche di reimpiego dei lavoratori dell’Area Parco Geominerario provenienti dall’ex Bacino “Ati-Ifras”, l’assessore degli Affari Generali Filippo Spanu ha fatto il punto della situazione, evidenziando che la società Igea alla data dell’11 ottobre ha già assunto 26 lavoratori, mentre per l’assunzione degli altri 36 si è in attesa della disponibilità dei mezzi di lavoro ancora in possesso della società Ifras. La stessa Igea ha inoltre calendarizzato l’assunzione di altri 56 lavoratori: per 10 di loro, con la riserva della cantierabilità dei siti, l’assunzione è prevista il 1° dicembre mentre i restanti 46 lavoratori saranno assunti entro la fine del 2017. Pertanto, il totale dei lavoratori assunti al termine della programmazione sarà di 118 unità.
I progetti d’intervento che sono stati ammessi, sulla base del bando rivolto agli enti locali, sono 7, nei quali dovrebbero essere impiegati 222 lavoratori. Gli enti e le amministrazioni locali interessate sono il Consorzio Parco Monte Arci (126 lavoratori); il Parco regionale naturale Porto Conte (25 lavoratori); la Fondazione Cammino di Santa Barbara (20 lavoratori), Domus Acqua (31 lavoratori), l’Associazione Miniere Rosas (8 lavoratori; il comune di Iglesias (11 lavoratori); il comune di Gadoni (1 lavoratore). Per accelerare il processo e assumere i lavoratori entro la fine del 2017, sono previste attività e assistenza da parte di Aspal.
Il piano dell’esodo prevede il coinvolgimento di 136 lavoratori. Il Tavolo ha aggiornato i propri lavori al prossimo 6 novembre 2017.
L’assessore Filippo Spanu, al termine della riunione, ha incontrato i lavoratori che hanno dato vita al presidio davanti al palazzo della Regione ed ha invitato gli stessi lavoratori a sospendere le iniziative di protesta, ma la risposta è stata negativa ed i lavoratori proseguono il presidio, ribadendo la loro richiesta che il Piano di ricollocamento coinvolga tutti i gli oltre 500 lavoratori.

«Siamo qui da 31 giorni e qui rimarremo fino a quando non verrà ufficializzato il ritorno al lavoro di tutti gli oltre 500 lavoratori licenziato il 31 dicembre dello scorso anno – dice Andrea Canu, uno dei lavoratori impegnati nel presidio in viale Trento, rappresentante sindacale della Fisascat Cisl – l’Ati-Ifras il 31 dicembre 2016 è stata chiusa con l’impegno che il 1° marzo successivo gli oltre 500 lavoratori sarebbero ritornati al lavoro e invece, a distanza di oltre nove mesi e mezzo, siamo qui a rivendicare il rispetto degli accordi. Ci è stato prospettato un piano di ricollocamento che riguarda solo una parte di noi e inoltre date certe non ce ne sono. Siamo stanchi di questa situazione – aggiunge Andrea Canu -, le risorse per il nostro impiego ci sono, 51 milioni di euro che sarebbero in grado di assicurare il lavoro a tutti gli oltre 500 lavoratori, perché non vengono utilizzate per chiudere la nostra vertenza?»

«Siamo qui da 31 giorni – ribadisce Andrea Canu – rimarremo qui fino al 6 novembre, quando si riunirà nuovamente il tavolo partenariale, e vi resteremo anche nel mese di dicembre, anche a Natale, Capodanno e oltre, se la Giunta regionale non terrà fede agli impegni, cioè fino a quando anche l’ultimo degli oltre 500 lavoratori sarà rientrato al lavoro.»

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