24 November, 2024
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In Sardegna oltre 53mila POS, 1 ogni 31 abitanti. Dal 1° gennaio obbligatorio per artigiani, professionisti e commercianti per pagamenti superiori ai 5 euro.

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In Sardegna erano 136.795 i POS, lettori di moneta elettronica, attivi alla fine del 2016 presenti presso le imprese, i professionisti e gli esercenti di commercio. 1 ogni 31 abitanti, le “macchinette” in 6 anni sono cresciute di 41.486 unità.

Sono questi i dati dell’Osservatorio di Confartigianato Sardegna per le MPMI, su dati della Banca D’Italia, in vista del prossimo 1° gennaio, data dalla quale, per qualsiasi transazione commerciale, artigiani, liberi professionisti, imprese ed esercenti del commercio avranno l’obbligo di a munirsi di POS per i pagamenti tramite bancomat.

Fra pochi giorni, infatti, a partire dalla data di entrata in vigore della Legge di Bilancio 2018, entrerà anche in vigore la norma sulle sanzioni per chi viola l’obbligo di dotarsi di “lettori di moneta elettronica”: sarà infatti obbligatorio accettare pagamenti anche con bancomat e per importi anche inferiori ai 5 euro.

«Un vantaggio per i consumatori – commenta Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – ma uno svantaggio per artigiani e commercianti i quali dovranno sostenere i costi di gestione del POS delle banche, che possono raggiungere cifre non indifferenti se si tiene conto che spesso ad essere coinvolte sono piccole e medie imprese con fatturati annui spesso contenuti

Il provvedimento mira ad accelerare ulteriormente la diffusione e utilizzo della moneta elettronica, cresciuto in modo apprezzabile nell’ultimo triennio, dopo l’entrata in vigore dal 30 giugno 2014 della legge n. 221/2012 che prevede l’accettazione da parte di imprese e professionisti di pagamenti effettuati attraverso carte di debito.

In Italia nel 2006 furono 1.132.129 i POS, che effettuarono oltre 770 milioni di operazioni per un controvalore di oltre 71miliardi e una spesa media di 93 euro; nel 2016 i POS sono diventati 2.093.959, hanno elaborato 1miliardo e 800mila operazioni per un controvalore di oltre 115 miliardi e una spesa media di 63 euro.

Il Consiglio dei ministri, nella riunione dello scorso 11 dicembre, con un decreto legislativo sui servizi di pagamento nel mercato interno, ha anche disposto che «per i pagamenti tramite carta di debito e prepagata la commissione interbancaria per ogni operazione di pagamento non può essere superiore allo 0,2% del valore dell’operazione stessa; per le operazioni tramite carta di credito la commissione interbancaria per operazione non può essere superiore allo 0,3% del valore dell’operazione».

Nello stesso decreto anche un buona notizia per i consumatori: viene abbassata, passando da 150 euro a 50 euro, la franchigia massima a carico degli utenti nel caso di pagamenti non autorizzati.

Analizzando il trend delle installazioni dei POS in Italia è emerso che tra il 2013 – anno precedente all’introduzione dell’obbligo – il numero dei POS è cresciuto del 37,6% pari a 572.396 unità in più. Inoltre si è osservato un tasso medio annuo di crescita dell’11,2% dal 2013 al 2016 rispetto al più contenuto +0,8% del triennio precedente; di conseguenza tra il 2013 e il 2016 il numero di abitanti per POS passa da 39 a 29 abitanti per POS.

In parallelo tra il 2013 e il 2016 è cresciuto del 49,8% il numero delle transazioni con carta di debito tramite POS con un ritmo medio annuo del 14,4% rispetto al 10,2% osservato nel periodo precedente. L’ammontare delle transazioni dal 2013 al 2016 è aumentato del 46,5%, con un trend maggiormente accentuato rispetto alla spesa per consumi finali delle famiglie che dal 2013 è aumentata del 4,3%, evidenziando un crescente utilizzo da parte di imprese e consumatori.

A livello provinciale, 19.413 POS si trovano a Cagliari, cresciuta di 3.370 “lettori” in 3 anni. Seguono Sassari con 12.753 (+3.207 nell’ultimo triennio), Nuoro con 5.494 (+1.968 tra il 2013 e 2016) e Oristano con 3.588 (+835).

«Non siamo mai stati contrari ad accettare i pagamenti elettronici e a combattere il nero – sottolinea Matzutzi – però il problema principale restano le commissioni bancarie. Per alcuni settori i ricarichi sono talmente bassi che l’incidenza di uno o due punti percentuali sul transato significa rinunciare al profitto. Non vogliamo che a subire siano sempre imprese e consumatori.» 

«Ricordiamo che già 2 anni fa – continua il presidente Matzutzi – la legge di stabilità stabilì che sarebbero stati fissati i tetti delle commissioni da applicare ai pagamenti elettronici, commisurandoli ai servizi effettivamente erogati. Nulla ci pare sia stato fatto.»

L’associazione artigiana sottolinea come esistano anche alcuni sistemi che oggi consentono di avere il POS a costi quasi zero come quelli per i quali non ci si appoggia ad una banca per il servizio, ma si opera grazie all’utilizzo degli smartphone.

Confartigianato Imprese Sardegna, in ogni caso, tutelerà imprese e consumatori contro ulteriori aggravi di spesa, vigilando sulla corretta applicazione del provvedimento e sulle commissioni bancarie, e denunciando ogni situazione anomala o poco chiara.

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