23 December, 2024
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Con 438 voti in favore, 145 voti contrari e 69 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato la base imponibile comune consolidata per l’imposta sulle società.

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Con 438 voti in favore, 145 voti contrari e 69 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato la base imponibile comune consolidata per l’imposta sulle società (CCCTB), parte di una proposta più ampia che mira a creare un regime unico di tassazione delle imprese in UE.

Una misura distinta e complementare che crea le fondamenta di questo sistema, vale a dire la base imponibile comune per l’imposta sulle società (CCTB), è stata approvata con 451 voti in favore, 141 voti contrari e 59 astensioni.

Insieme, le due misure mirano a colmare i vuoti normativi che hanno permesso ad alcune società digitali e globali di ridurre drasticamente le proprie imposte, evitando di pagare le tasse dove generano i loro profitti. Questo sarebbe in parte possibile attraverso l’uso di indicatori che consentirebbero di identificare se un’impresa ha una “presenza digitale” all’interno di uno Stato membro, e deve quindi essere soggetta a tassazione in quel paese.

Il Parlamento chiede alla Commissione europea di definire tali parametri, quali il numero di utenti o il volume dei contenuti digitali raccolti, per avere un quadro più chiaro del Paese in cui un’impresa genera i suoi profitti. I dati personali sono un patrimonio di grande valore raccolto da società come Facebook, Amazon e Google per creare la propria ricchezza, eppure al momento non sono presi in considerazione quando si calcolano gli obblighi fiscali.

Le imprese potranno calcolare le tasse sommando profitti e perdite di tutte le proprie filiali nei Paesi membri. Le imposte risultanti sarebbero poi ripartite tra gli Stati membri a seconda del luogo in cui sono stati generati gli utili. L’obiettivo è eliminare l’attuale prassi delle imprese che trasferiscono la propria sede fiscale in Paesi con una bassa tassazione.

Secondo le proposte, in tutti gli Stati membri si dovrebbe applicare un unico insieme di norme fiscali. Le imprese non dovrebbero più far riferimento a 28 differenti normative nazionali e sarebbero tenute a rendere conto soltanto a un’unica amministrazione (sportello unico).

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