Luigi Arru: «Abbiamo raggiunto risultati concreti senza tagliare servizi, né peggiorare l’assistenza alle persone».
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Oltre 50 milioni risparmiati nel 2016, poco meno di 42 milioni nel 2017, la perdita di esercizio che passa da 328.372.000 del 2015 a 258.405.000 del 2017. Sono i risultati del Piano di riorganizzazione e di riqualificazione del servizio sanitario regionale, approvato nel 2015 e aggiornato nel 2017 (con ulteriori risparmi). Partendo dai risultati positivi ottenuti nella razionalizzazione e nel controllo della spesa, la Giunta regionale ha approvato un ulteriore aggiornamento del Piano, che prevede le azioni programmate e regolarmente portate a temine, quelle che richiedono tempi di realizzazione più lunghi (obiettivi di risparmio rinviati massimo entro il 2021), lo stralcio per interventi sui quali l’apparato amministrativo e le aziende non possono incidere.
Gli obiettivi assegnati dal Piano di riqualificazione del servizio sanitario sono stati raggiunti per l’80% nel suo primo anno di operatività, con criticità legate al sistema degli acquisiti, a causa delle proroghe improprie portate avanti per anni. Importanti risparmi sono stati ottenuti sulla spesa farmaceutica: le azioni sulla convenzionata hanno prodotto quasi 22 milioni di euro di risparmi (circa 6 milioni in più di quanto previsto), mentre le altre azioni hanno determinato oltre 18 milioni di risparmi sui 20 previsti.
«Abbiamo raggiunto risultati concreti senza tagliare servizi, né peggiorare l’assistenza alle persone – commenta l’assessore della Sanità, Luigi Arru – anzi, come accaduto nel settore farmaceutico, abbiamo ottenuto risparmi considerevoli nonostante le maggiori spese che abbiamo avuto scegliendo di comprare i farmaci per la cura definitiva dell’epatite C con risorse nostre. La riduzione del disavanzo ha rappresentato un importante sforzo di razionalizzazione anche in considerazione del fatto che nel 2016 e 2017 abbiamo fatto fronte alla spesa per l’erogazione dei nuovi LEA (tra cui i vaccini), nonché agli oneri per i rinnovi contrattuali del personale dipendente e convenzionato. E tutto questo – ha concluso Luigi Arru – senza introdurre alcun ticket, imposto dallo Stato alle Regioni sottoposte a controllo dei conti.»
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