20 December, 2024
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L’assessorato regionale dell’Agricoltura collabora con il ministero dell’Agricoltura per la classificazione delle aree colpite da svantaggi naturali.

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Secondo una prima valutazione operata dal Mipaaf 9 Comuni sardi, e quindi le aziende agricole operanti su quei territori, sono stati esclusi dalla condizione di svantaggio. Niente di definitivo, ma solo una analisi iniziale a cui la Regione Sardegna ha già risposto inviando documentazione dettagliata che attesta l’effettivo svantaggio delle aree in questione.

L’azione di monitoraggio sulle realtà agricole isolane per la classificazione delle aree colpite da svantaggi naturali, dove operano le aziende, sta interessando tutte le regioni dell’Unione europea. Un iter che vede impegnati in una lunga collaborazione con il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali (MIPAAF) gli uffici dell’Assessorato dell’Agricoltura e dell’Agenzia Laore Sardegna già dal 2005. È da allora, infatti, che si è iniziato a discutere di una possibile revisione della mappatura originaria, stilata a metà anni ’70, e sostanzialmente mai riaggiornata. Il primo report realizzato da Laore risale al 2008, mentre l’ultimo è stato chiuso nei giorni scorsi grazie alla collaborazione delle amministrazioni comunali con cui i tecnici dell’Agenzia regionale hanno effettuato anche i rilievi sul campo. Tale documentazione, trasmessa oggi al Mipaaf, è stata elaborata dopo un lavoro congiunto in cui sono state coinvolte l’Arpas (Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente) e il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria). Nonostante siano passati 13 anni da quando si è iniziato a pensare a una riforma, le ultime due programmazioni agricole (2007-2013 e 2014-2020) sono state attivate con la classificazione del 1975 con i 377 Comuni sardi così suddivisi: 64 montani, di cui 9 solo parzialmente; 270 svantaggiati, di cui 6 solo parzialmente svantaggiati. Sono invece 48 i territori comunali dell’Isola che non godono di condizione di svantaggio.
Secondo una prima valutazione operata dal Mipaaf 9 Comuni sardi, e quindi le aziende agricole operanti su quei territori, sono stati esclusi dalla condizione di svantaggio. Niente di definitivo, ma solo una analisi iniziale a cui la Regione Sardegna ha già risposto inviando documentazione dettagliata che attesta l’effettivo svantaggio delle aree in questione. I Comuni interessati sono: Aidomaggiore, Boroneddu, Dualchi, Ghilarza, Noragugume, Ottana, Sedilo, Soddì e Tadasuni. In questa fase di revisione delle aree erano stati esclusi, in un primo step, dalla mappatura delle zone svantaggiate ben 35 Comuni. A seguito delle interlocuzioni e delle controdeduzioni inviate dall’Assessorato al Mipaaf si è scesi a 9 e proprio sul recupero di questi ultimi si sta lavorando adesso.
«Con il lavoro svolto dalla Regione nel 2010, dove i parametri biofisici determinavano svantaggi significativi, si ritiene che anche in questa fase esistano le condizioni per poter riconoscere lo svantaggio anche per questi ultimi 9 Comuni». Così l’assessore dell’Agricoltura, Pierluigi Caria, che ha aggiunto: «È importante ricordare che tutti i Comuni classificati svantaggiati sulla base dei parametri biofisici dovranno essere sottoposti a una seconda fase di controllo, detta ‘fine tuning’, che è tesa a verificare se l’azione dell’uomo ha consentito la realizzazione di redditi aziendali tali da superare lo svantaggio naturale». 
Le imprese che operano su territori svantaggiati possono godere, proprio per superare tale handicap, di misure di integrazione al reddito come l’Indennità compensativa (fino a un massimo di 4.520 euro annui per aziende di almeno 70ettari di superficie agricola utilizzabile), di sgravi fiscali e previdenziali, di un maggior punteggio nei bandi attivati dalla Regione e di un cofinanziamento pubblico che solitamente è maggiorato del 20% negli interventi previsti dal Programma di sviluppo rurale.
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