E’ stato completato il trasferimento dei detenuti dell’Alta Sicurezza della Casa Circondariale di Cagliari.
«E’ stato completato il trasferimento dei detenuti dell’Alta Sicurezza della Casa Circondariale di Cagliari. Un passaggio necessario in attesa dell’inaugurazione del “Villaggio Penitenziario” di Uta dove non è prevista la presenza di cittadini privati della libertà in AS.»
Lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme”, rilevando «l’incomprensibile scelta del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di escludere la sezione AS nella nuova mega struttura alle porte di Cagliari».
«E’ evidente che la logica del DAP – sottolinea Caligaris – è orientata a evitare qualunque contatto tra i ristretti in regime di massima sicurezza (41 bis), la cui presenza è stata prevista in un apposito padiglione attualmente in costruzione, e quelli dell’Alta Sicurezza che sono ormai fuori dal circuito più restrittivo. C’è però il problema che gli Uffici e i Magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia sono a Cagliari mentre i detenuti sono stati suddivisi tra Oristano-Massama e Tempio-Nuchis. Una condizione che sembra in contraddizione con la volontà di ridurre le spese più volte espressa dal DAP.»
«Sarà infatti inevitabile – osserva ancora la presidente di SDR – che i Magistrati abbiano necessità di interrogare anche più volte gli eventuali imputati e/o condannati se non altro per attingere informazioni. L’assenza della sezione AS a Uta determinerà inevitabilmente il ricorso a trasferte temporanee e, in diversi casi, a spostamenti di Magistrati con dispendio di risorse umane e non solo. Una problematica che forse non è stata posta in sufficiente luce ma che costituirà motivo di disagio per molti.»
«La drastica riduzione dei detenuti dell’AS e la presenza di circa 344 ristretti non hanno peraltro abbassato la soglia di sovraffollamento. Nelle celle di Buoncammino rimaste vuote infatti non possono essere allocati i cittadini privati della libertà in regime di media sicurezza (detenuti comuni) anche perché alcune sono occupate da chi si trova a Cagliari per affrontare il processo. I numeri dunque – conclude Caligaris – anche se molto lontani da quelli di qualche mese orsono non corrispondono a una condizione ideale. Ciò in particolare nel Centro Clinico dove la presenza di persone con gravi problemi di salute è costante.»
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