La deputata Maria Lapia (M5S) parteciperà alla manifestazione di giovedì 7 giugno a difesa dell’ospedale di Sorgono.
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«Lo scorso sabato 26 maggio, insieme alla portavoce deputata Lucia Scanu, ho visitato l’ospedale di Sorgono. Ho voluto verificare di persona la situazione dell’unico presidio sardo appartenente a zona disagiata e classificato “di montagna”, che dovrebbe quindi (sulla carta) beneficiare di interventi di potenziamento anziché, secondo quanto avviene nella pratica, essere sulla via del depotenziamento. Questo presìdio è il riferimento per circa 17mila abitanti e quasi 20 comuni. In mancanza dei servizi di questo ospedale, gli utenti della zona sono costretti a recarsi a Nuoro o a Oristano, con tempi di percorrenza per le ambulanze di circa 2 ore, che d’inverno possono allungarsi». A fare questo annuncio è la deputata sarda Mara Lapia (M5S), in una nota diffusa agli organi di stampa.
«Non posso qui elencare tutte le problematiche che ho riscontrato e che mi sono state esposte – prosegue la parlamentare – ma mi limiterò ad indicare le principali. Ci sono due sale operatorie nuove di zecca (ultimate nel 2016), per le quali pare che servano soltanto 120mila euro per terminare l’impianto dei gas medicali, ed essere pronte all’uso. C’è un nuovo reparto di Pronto Soccorso (finito sempre nel 2016), anche questo fermo, in attesa che venga sbloccato il Project Financing. Fa rabbia sapere che ci siano tanti soldi dei contribuenti sardi che sono stati spesi e che non possono essere restituiti in termini di servizi agli utenti per questioni burocratiche, amministrative, o forse ancor peggio, per colpevoli temporeggiamenti della politica.
Nelle varie operazioni di manutenzione sono state spostate “provvisoriamente” due macchine, una per la mammografia, e una per fare le ortopanoramiche. Questo “provvisoriamente” dura dalla fine del 2015 (due anni e mezzo) e a tutt’oggi queste macchine, che vanno semplicemente rimesse al loro posto, sono chiuse in un magazzino inutilizzate. Ricordo che il tumore alla mammella è la prima causa di mortalità in Italia per le donne e l’attività di prevenzione per mezzo di queste apparecchiature è importantissima.
Reparto di Endoscopia: secondo i protocolli la procedura di sterilizzazione degli strumenti dura 52 minuti. Essendoci un solo strumento l’operatore è costretto ad attendere, tra una visita e l’altra, quasi un’ora di tempo. L’acquisto di un secondo strumento, dal costo di 10.000 euro, consentirebbe di raddoppiare il numero di visite endoscopiche dell’Ospedale di Sorgono, con evidentissimi benefici per le lunghissime liste di attesa della provincia di Nuoro (provate a prenotare una colonscopia e scoprirete di dover attendere oltre un anno). Anche qui si parla di prevenzione, e nello specifico di tumore del colon retto, seconda causa di mortalità maschile in età tra i 50 e i 69 anni.
Laboratorio analisi: nonostante la struttura è dotata di macchinari e personale, i 15mila prelievi effettuati ogni anno vengono inviati a Nuoro. Siamo proprio sicuri che questo sia un risparmio?
Radiologia: a causa di un guasto tecnico il tavolo radiologico è rimasto inutilizzabile per oltre un mese tra aprile e maggio. Quindi per oltre un mese tutti gli utenti bisognosi di una radiografia hanno dovuto rivolgersi altrove. Dopo ripetuti solleciti il guasto è stato parzialmente riparato e oggi almeno i pazienti interni, ovvero i ricoverati, possono fare le radiografie a Sorgono. Tutti gli altri “esterni” continuano subire il disagio di doversi recare in altre strutture.
Ad essere maliziosi si potrebbe pensare che questi “disservizi” siano funzionali ad un disegno strategico ben chiaro: ridurre i numeri delle prestazioni erogate dal presidio di Sorgono per poi poter giustificare, carte alla mano, della non necessità di tanti servizi, ad oggi sotto-utilizzati non certo a causa dello scarso bacino di utenza servito. Sotto-utilizzi che, anche nel breve periodo, si traducono in risparmi, sbandierati come successi dai vertici della nuova ATS.
Ragionare sulle carte e sui freddi numeri può essere utile ma talvolta anche fuorviante. E’ solo verificando di persona, come è successo a me, che si può essere testimoni di una urgenza chirurgica che, se non avesse trovato chirurgo e anestesista sul posto, probabilmente non sarebbe sopravvissuta al trasferimento nell’ospedale di Nuoro o Oristano. Lo stesso discorso valga per i servizi di dialisi e oncologia: i malati tumorali e dializzati non potrebbero mai andare a curarsi a Nuoro o Oristano perché in prevalenza anziani, fortemente debilitati e con una strada impervia, pericolosa d’inverno, costosa e che crea notevoli disagi anche ai familiari. Purtroppo chi conosce la realtà prospetta che alcuni anziani deciderebbero di non curarsi, e questa è una cosa triste e inaccettabile.
Lo stesso problema delle distanze è a mio parere di vitale importanza riguardo alle nascite. Il punto nascita è stato chiuso nel 2012. Questo comporta che, in casi di urgenza, le partorienti vengano portate in ambulanza a Oristano (sempre 2 ore) con condizioni critiche soprattutto in inverno, e senza possibilità di avere un anestesista che le assista nel viaggio perché essendo da solo non può spostarsi dall’ospedale. Ritengo quindi importante, e me lo pongo come obiettivo, riaprire il punto nascita.
Chiudo con un messaggio di speranza. Ho trovato una bella struttura, nella quale con grande dedizione operano degli ottimi medici. Ci sono tutti i presupposti (anche burocratici visto il riconoscimento di zona disagiata di montagna) affinché l’ospedale di Sorgono inverta il suo declino e possa ricominciare ad erogare ai cittadini maggiori e migliori servizi. Io lavorerò in questa direzione, con il massimo del mio impegno.
Per questo – conclude Mara Lapia – invito tutti ad essere a Sorgono, giovedì 7 giugno, alle 9.30, per una giornata di mobilitazione generale dei cittadini e dei territori.»
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