Emanuela Pilloni: «Noi torniamo a casa e continuiamo ad andare per strada a testa alta. Forse è qualcun altro che si deve vergognare per i debiti che ci ha lasciato dopo 15 anni di amministrazione».
[bing_translator]
Emanuela Pilloni, una delle tre consigliere di maggioranza che con le dimissioni, presentate stamane unitamente a quelle dei quattro consiglieri di minoranza, hanno provocato lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale di Sant’Anna Arresi, ha commentato in un post pubblicato su facebook, la decisione assunta ed il commento, pubblicato pure su facebook, del sindaco Teresa Pintus.
Di seguito il testo integrale.
«Non è un momento facile, siamo in un piccolo paese e spesso la politica si intreccia anche ai rapporti umani. Con tutto il rispetto non ci stiamo però a passare per chi non è trasparente, rigirando la frittata!
E’ bene anche dire che non si può amministrare il paese sotterrando la polvere sotto il tappeto o dicendo mezze verità, facendo affidamento sul fatto che la gente non va a vedere gli atti, ma si fida di quanto legge sui giornali o gli viene riportato in maniera strumentale.
Siamo a favore dello sviluppo, del recupero e della riqualificazione di tutte le volumetrie esistenti nel nostro paese da quelle del centro storico a quelle rurali fino ad arrivare a quelle della fascia costiera, ma non siamo d’accordo a concedere incrementi volumetrici così esorbitanti (nel caso specifico di oltre il 300%).
Teresa Pintus ha scritto su Facebook che ci siamo dimessi per mancanza di coraggio, dopo averci invitato lei stessa a non presentarci in Consiglio se proprio non eravamo d’accordo. Lei il punto l’avrebbe portato di nuovo e comunque, per la terza volta.
Le dimissioni del vice sindaco erano nel suo cassetto da sette mesi, ogni tanto venivano tirate fuori con la minaccia di protocollarle se non si approvava questa deroga. Chi è il codardo? Noi non abbiamo minacciato nessuno, al limite forse abbiamo subito.
Abbiamo avuto il coraggio di protocollarle quelle dimissioni e di riconsegnare al paese la casa comunale. Noi non siamo Avatar o controfigure di altri. Li abbiamo tolti dall’impiccio di metterci da parte come stavano cercando di fare.
Una deroga è un’eccezione alla legge, è una discrezionalità politica. Noi preferiamo l’equità politica e amministrativa.
Noi torniamo a casa e continuiamo ad andare per strada a testa alta. Forse è qualcun altro che si deve vergognare per i debiti che ci ha lasciato dopo 15 anni di amministrazione.
A testa alta e schiena dritta sempre.»
NO COMMENTS