23 December, 2024
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Si sono conclusi ieri, a Cagliari, gli Stati generali dell’Agricoltura.

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«Crediamo talmente tanto nel futuro di questo settore e nelle migliaia di persone che ci lavorano che abbiamo organizzato 11 tavoli tematici, 6 tavole rotonde in cui sono stati coinvolti oltre 500 addetti ai lavori che hanno permesso agli Stati generali dell’Agricoltura 2018 di far incontrare portatori di interesse che neanche si conoscevano.»

Lo ha detto ieri l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, in occasione della chiusura della tre giorni di attività nel polo fieristico di Cagliari, dove numerosi attori del comparto si sono ritrovati per fare un bilancio dello stato di salute del mondo delle campagne e per ragionare su come costruire la futura programmazione agricola 2021-2027.

All’iniziativa hanno partecipato agricoltori e allevatori, rappresentanti della trasformazione cooperativa e privata, grande distribuzione e commercializzazione di più piccole dimensioni, centri di ricerca e università. E poi le strutture dell’Assessorato e delle Agenzie agricole Agris, Argea e Laore, di Forestas, ma anche i Consorzi di Bonifica ed i Gal, tecnici dell’ARA e della Sanità animale, i Consorzi di tutela e l’Enas, l’Autorità di bacino e le rappresentanze istituzionali di Unione europea, Stato e Regioni. Tutti hanno portato le loro esperienze e le hanno condivise, apprezzando la metodologia organizzativa messa in campo per i momenti di confronto e di elaborazione dei punti di forza e debolezza dei diversi comparti analizzati e delle possibili azioni da mettere in atto nel medio e lungo periodo. La prima giornata, dopo i saluti istituzionali e le relazioni introduttive, si era aperta infatti con 11 gruppi di lavoro tematici che hanno prodotto dei report finali su cui si è discusso, in plenaria, in 6 tavole rotonde.

«Ci è stato chiesto – ha osservato Pier Luigi Caria – che un appuntamento come gli Stati generali non sia una iniziativa isolata nel tempo, ma che abbia una continuità e una cadenza periodica da portare anche nei territori della Sardegna. Un modo per fare bilanci costanti sugli obiettivi raggiunti o ancora da perseguire.»

Entrando nel merito delle questioni affrontate tra giovedì scorso e oggi, l’assessore ha spiegato che «una delle criticità maggiori, che riguarda sostanzialmente quasi tutti i comparti, è la frammentazione delle produzioni e la difficoltà di mettere assieme le aziende per convogliarle verso mercati di largo consumo. Poi c’è il limite dell’insularità, il gap tecnologico e infrastrutturale che interessa tutta la filiera: dalla produzione alle vendite passando per la trasformazione. È necessario quindi programmare nuovi investimenti in termini economici, di conoscenza e formazione. Valorizzare ancora di più l’agricoltura istruita dove i nostri giovani siano al passo dei loro coetanei europei e mondiali. La chiave di volta dell’agricoltura dei prossimi decenni – ha detto Pier Luigi Caria – è nell’agricoltura di precisione: su quei processi che riducono i costi e su cui noi sardi dobbiamo investire garantendo però sempre la qualità delle nostre produzioni. Permettere ad agricoltori e allevatori di lavorare meglio e di massimizzare i profitti non deve portare affatto a rinunciare alle eccellenze agroalimentari: il vero punto di forza del brand Sardegna».

Nei tavoli è stato ribadito che il comparto agricolo sardo è sempre più inserito nelle dinamiche globali del mercato agroalimentare, dove la sfida sul cibo, da garantire a miliardi di abitanti del pianeta, sarà uno dei maggiori impegni che caratterizzeranno, per i prossimi decenni, le azioni politiche dei grandi Paesi e dell’Unione europea stessa.

Sul piano della gestione delle risorse in vista della PAC 2021-2027, l’esponente della Giunta ha ricordato che «è necessario iniziare da subito a pensare come costruire la prossima PAC. Dobbiamo innanzitutto aprire un confronto con Governo e Unione Europea su una accelerazione del riequilibrio del valore dei titoli PAC. Una battaglia da portare avanti su tutti i tavoli con il sostegno dei portatori di interesse. È infatti inaccettabile che il mondo delle campagne sarde percepisca risorse vergognosamente inferiori di due o tre volte rispetto ai colleghi di altre regioni italiane. Da questi Stati generali è inoltre emerso che agricoltura di precisione, filiere, innovazione tecnologica e delle pratiche colturali, ricambio generazionale nelle imprese sono le parole d’ordine che devono seriamente animare i processi di sviluppo futuri. Avessi avuto altre risorse del PSR da rimodulare e spendere – ha precisato il titolare dell’Agricoltura – le avrei destinate esclusivamente a queste voci».

Ieri mattina si è tenuta l’ultima tavola rotonda dedicata alla gestione delle risorse idriche, mentre nei cinque appuntamenti di ieri si era parlato di tutti i maggiori comparti agricoli, forestali e zootecnici, ma anche di Semplificazione legislativa e amministrativa, pagamenti in agricoltura, Organismo Pagatore Regionale – Sviluppo locale, GAL, SNAI, multifunzionalità delle aziende e diversificazione dell’attività agricola.

Il tema dell’acqua ha fatto da cornice alle attività di analisi e riflessione promosse dagli Stati generali. Si è ragionato su tutte le soluzioni possibili per garantire la risorsa primaria: da infrastrutture efficienti e interconnessioni più diffuse. Ma anche riduzione degli sprechi e delle perdite, agricoltura di precisione, riutilizzo dei reflui e desalinizzatori.

Il direttore generale dell’Assessorato, Sebastiano Piredda, ha poi illustrato una relazione tecnica sulle attività del Programma di sviluppo 2014-2020 tra misure in corso di pagamento, in ritardo e in via di conclusione.

Michele Cossa (Rifor
Giuseppe Dessena (as

giampaolo.cirronis@gmail.com

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