22 November, 2024
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I Riformatori sardi proseguono la battaglia sulle accise della benzina.

Giunta regionale 90
I Riformatori sardi proseguono la battaglia sulle accise della benzina ed ora chiedono alla Giunta Pigliaru di opporsi al ricorso del Governo.

«Quindici giorni di tempo – sottolineano i #Riformatori sardi – per costituirsi in giudizio contro la decisione del Governo di ricorrere contro la Finanziaria regionale che consentirebbe di tagliare il costo della benzina per i sardi: è il tempo che rimane alla Giunta Pigliaru per dimostrare di essere al fianco dei sardi in una battaglia storica: ci aspettiamo che il governo regionale lo faccia subito senza perdere altro tempo.» 

«Il 14 maggio – spiegano i Riformatori sardi – la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato il ricorso del Governo italiano contro la legge 7/2014 del Consiglio regionale, che stabilisce che spettino ai sardi le tasse sulla benzina prodotta in Sardegna. Il Governo ha deciso di ricorrere contro una legge che venne approvata all’unanimità dal Consiglio, che non risarcisce certo i sardi dei danni ambientali e alla salute umana derivanti dall’inquinamento della lavorazione dei prodotti del petrolio, ma almeno ribadisce il sacrosanto principio che chiunque inquina la Sardegna, quanto meno debba pagare le tasse in Sardegna.»

«Dal 14 maggio, dunque – proseguono i Riformatori – la Giunta regionale sarda aveva venti giorni di tempo per costituirsi davanti alla Corte Costituzionale, per combattere e vincere la battaglia giuridica in difesa dei diritti dei sardi. Siamo al 19 maggio e, dunque, i giorni rimasti sono 15. Ci aspettiamo che lo faccia immediatamente, scegliendo gli avvocati migliori, per una sfida che dobbiamo vincere a tutti i costi. L’accordo Prodi-Soru del 2007 ha caricato sul bilancio della Sardegna il costo della sanità e della continuità territoriale: non e’ tollerabile  la beffa che ci vengano negate le risorse. Sui soldi che ci spettano si vada alla guerra sino in fondo: non ci sono “governi amici”, la Giunta deve essere “amica” soltanto dei sardi e dei loro legittimi interessi.»

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