Una campagna per raccogliere in Sardegna 10mila firme per rilanciare il progetto di un’Europa unita, federale, dei diritti civili e sociali.
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Avviare un’iniziativa per coinvolgere direttamente almeno diecimila cittadini e cittadine della Sardegna raccogliendone le firme per sostenere il rilancio del progetto di un’Europa unita, federale, dei diritti civili e sociali. E’ stata questa la conclusione operativa di una partecipata assemblea svoltasi a Sassari sui rischi che incombono sull’Unione europea. Non si può restare indifferenti,infatti, rispetto alle rinascenti spinte nazionalistiche e sovraniste che attraversano l’Europa e trovano crescenti spazi anche in Italia. Il segnale dato è che bisogna reagire. Nonostante le gravi difficoltà e i limiti dell’Unione Europea, emersi soprattutto negli anni più recenti, il rafforzamento anche politico, in una prospettiva federale, dell’Unione europea non ha alternative, se non negative.
I sovranismi e i populismi che rodono dall’interno l’Unione europea si alimentano specialmente del timore dell’immigrazione extra-comunitaria. L’esodo delle popolazioni dell’Asia e dell’Africa verso l’Europa è la conseguenza dei conflitti in atto in questi continenti e, soprattutto, della dinamica dell’economia globalizzata, che nelle aree forti porta benessere e nelle aree deboli miseria. Serve perciò una risposta basata sui valori fondanti la civiltà europea che agisca sulle cause di fondo di questi fenomeni epocali. Il populismo è alimentato anche dal disagio sociale che interessa una parte estesa della popolazione, soprattutto, nelle aree periferiche. Bisogna, dunque, agire sulle cause: l’Europa deve porre al primo punto le questioni del lavoro e dell’equità sociale.
La soluzione è nel progresso dell’unione politica europea andando oltre l’unione monetaria.
L’Europa è invece oggi sull’orlo di una drammatica disgregazione, alla quale l’Italia sta dando un pesante contributo, contrario ai suoi stessi interessi. La crisi è destinata a precipitare se alle prossime elezioni europee prevarrà un vasto schieramento della destra sovranista europea. Il rischio è incombente. La responsabilità di chi ha un’altra idea di Europa è grande. È diventata perciò urgentissima e indispensabile un’iniziativa che contribuisca a una discussione capillare su questi nodi strategici. Perché ciò accada è indispensabile attivare, tempestivamente, tutti gli strumenti in grado di ridare la parola ai cittadini che la crisi dei partiti del centro-sinistra ha confinato nella zona grigia del disincanto e della sfiducia, ammutolendoli.
Il dibattito promosso da un gruppo di persone che si riconoscono nei valori della sinistra, dell’autonomia e del federalismo, coordinato da Danilo Idda e Tore Cherchi, è stato aperto dal sindaco di Sassari Nicola Sanna in prima linea nel difendere la grande tradizione civica e libertaria della sua Città e dalle introduzioni dei costituzionalisti Omar Chessa che ha posto in evidenza i limiti intrinseci dell’unione monetaria senza l’unione fiscale e politica, e Gianmario Demuro che ha sostenuto la necessità di un progetto federalista, obiettivo sostenuto da Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale. Caterina Cocco, segretaria regionale della CGIL, ha spronata la sinistra perché il tema della piena e buona occupazione sia prioritario in ogni agenda politica. Presenti numerosi amministratori comunali, e esponenti della cultura e della politica. Hanno preso la parola fra gli altri, Carlo Sotgiu sindaco di Ploaghe. Gabriella Esposito, vicesindaco di Alghero, Ivana Russu, consigliere comunale di Olbia, e cittadini semplicemente impegnati, Filippo Isgrò, Eugenio Cossu, Lorenzo Serra. Nell’intervento finale, Gian Giacomo Ortu, ordinario di storia, partendo dal forte sentimento europeista e federalista dell’assemblea, ha indicato l’obiettivo della campagna di raccolta delle firme nel rilevante numero di diecimila, a sostegno del progresso dell’Unione politica dell’Europa.
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