È stato presentato oggi il 26esimo e ultimo progetto coinvolto nella programmazione territoriale della Regione Sardegna.
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Con il progetto presentato oggi dall’Unione di Comuni I Nuraghi di Monte Idda e Fanaris, 26esimo e ultimo a essere avviato, il 100% della Sardegna è coinvolto nella programmazione territoriale della Regione, 500 milioni a disposizione dei territori che dal basso progettano il loro sviluppo e il loro futuro.
«Una risposta straordinaria, un successo che ci riempie di orgoglio perché significa che la formula è quella giusta, e questo ci viene confermato dall’entusiasmo con cui i sindaci lavorano ai loro progetti, riuscendo a pensare oltre i confini dei loro Comuni e immaginando uno sviluppo ad ampio respiro che faccia il bene di interi territori. Questa è stata sicuramente la sfida più bella, ed è stata vinta: tanti Comuni che si mettono insieme, ognuno con il proprio contributo, superando personalismi e campanilismo, per dare vita a progetti che coinvolgono zone molto più ampie, a beneficio di tutti», sottolinea regionale l’assessore della Programmazione Raffaele Paci, che oggi a Vallermosa ha avviato il tavolo istituzionale allargato al partenariato economico e sociale dell’Unione di Comuni i Nuraghi di Monte Idda e Fanaris, 4 Comuni e quasi 13mila abitanti (Decimoputzu, Siliqua, Vallermosa, Villaspeciosa) coinvolti.
Una migliore qualità della vita grazie alla valorizzazione delle risorse locali, prima fra tutte l’agroalimentare. In particolare si punta su riqualificazione urbana, sviluppo dei servizi alla persona in modo integrato, comprendendo gli aspetti sociali, attivazione di un’offerta integrata di beni e servizi, ampliamento e coordinamento dei servizi alle imprese, miglioramento del sistema di mobilità interna e di connessione alla città metropolitana, creazione di una offerta turistica territoriale. La programmazione territoriale della Regione richiede progetti di ampio respiro e di grande coinvolgimento. Progetti esclusivi, perché nati da territori con caratteristiche esclusive, con l’impegno di tutte le istituzioni e l’irrinunciabile contributo delle imprese. I progetti coinvolgono i privati e, una volta avviati con la firma e il finanziamento, devono essere realizzati in 36 mesi. Per tutti i progetti avviati c’è garanzia assoluta di finanziamento, anche oltre l’orizzonte temporale dell’attuale legislatura.
«Agroalimentare, allevamento, ambiente, patrimonio culturale, identità. Queste sono le caratteristiche dei nostri territori, quelle su cui puntare e da valorizzare per costruire un futuro solido, e su queste vi concentrate giustamente anche nel vostro progetto – dice Raffaele Paci -. Bisogna mettersi in gioco, come state facendo, e pensare a quello che concretamente possiamo fare, con la consapevolezza dell’intero sistema, con un profondo cambiamento culturale che deve portarci a capire che ognuno deve prendersi le sue responsabilità, con l’operatore pubblico che continua a fare la sua parte e a dare il suo contributo affiancando iniziative private. Deve esserci una continua collaborazione fra Regione, Comuni, associazioni locali, imprenditori: quindi, o noi puntiamo sulle nostre capacità e conoscenze oppure non c’è futuro. Io sono sicuro che un futuro c’è, per questo territorio e per tutta la Sardegna», conclude Raffaele Paci.
Dal 2016 ad oggi sono 11 i progetti già firmati, 15 in corso. Un totale di 26 progetti in campo, con il 100% del territorio ammissibile coinvolto, 37 Unioni, 295 Comuni e 940mila cittadini. Il quadro delle politiche di sviluppo locale messo in campo dalla Giunta è completato dai 3 Iti (Cagliari, Sassari e Olbia), dalle due Snai (Strategia nazionale per le aree interne per alta Marmilla e Gennargentu-Mandrolisai), dai Piani dedicati a Sulcis e Nuorese e, infine, dal Pon Metro.
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