22 November, 2024
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Filippo Spanu: «Le Regioni e gli enti locali hanno un ruolo decisivo nella gestione del fenomeno migratorio all’interno del proprio territorio per generare integrazione e coesione sociale».

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«Le Regioni e gli enti locali hanno un ruolo decisivo nella gestione del fenomeno migratorio all’interno del proprio territorio per generare integrazione e coesione sociale in favore di un maggior sviluppo umano e benessere collettivo. Il decentramento deve costituire un mutamento rilevante tanto per il nord che per il sud. In quest’ottica, è molto importante il ruolo che la Regione Sardegna ricopre come coordinatrice dell’intero sistema regionale per la materia della cooperazione internazionale nell’ambito della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. Negli ultimi tre anni, in base ai dati di una recente indagine quantitativa realizzata dall’Osservatorio per la Cooperazione allo Sviluppo i territori in Italia hanno realizzato ben 614 interventi per un totale di oltre 193 milioni di euro. Quasi l’89% di questi fondi è di provenienza regionale.»

Lo ha detto, a Stintino, l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu nel suo intervento incentrato sul ruolo della Sardegna nella cooperazione internazionale nell’ambito del convegno “Religione, identità e cooperazione tra Europa, Africa e vicino Oriente” organizzato dall’Università di Sassari.

«La cooperazione Territoriale di Regioni ed Enti locali ha sottolineato Filippo Spanu – è una straordinaria opportunità di sviluppo in quanto generatrice di relazioni e scambi di esperienze e di nuovi strumenti finanziari in grado di incidere in modo positivo sulle cause profonde delle migrazioni.»

L’assessore ha ricordato che «la Regione Sardegna ricopre il ruolo di Autorità di Gestione del programma di cooperazione transfrontaliera ENI CBC MED (European Neighbourhood Instrument – Cross Border Cooperation – Mediterranean) sino al 2020 con il coinvolgimento di differenti soggetti dell’area del Mediterraneo tra autorità locali, regionali, nazionali, università, istituti di ricerca, ONG, cooperative, organizzazioni rappresentanti di interessi economici e sociali, imprese e altre organizzazioni private sulla base di  una dotazione finanziaria di 209 milioni di euro. La Giunta ha inoltre avviato progetti di cooperazione in Senegal, Uganda e Tunisia».

«Con il Piano regionale per i flussi migratori – ha chiarito il titolare degli Affari generali – abbiamo definito una programmazione unitaria e strategica per la gestione di un fenomeno che va inquadrato e gestito tenendo conto delle specificità del contesto della Sardegna. Abbiamo fatto un grande sforzo che va nella direzione di un’accoglienza equilibrata e diffusa.»

Negli ultimi due anni sono 2.626 i cittadini provenienti da paesi che non fanno parte dell’Unione europea giunti in Sardegna con un permesso di soggiorno. Tra questi, 1.335 sono persone che hanno ottenuto lo status di rifugiato (o alle quali è stata riconosciuta altra forma di protezione) e che attendono responso alla propria richiesta di asilo. La quota più numerosa è rappresentata dai nigeriani (325), a seguire i bengalesi (97), ghanesi (96), senegalesi (78).

«Nelle prossime settimane – ha annunciato l’assessore Filippo Spanu – saremo in Senegal per fare il punto sui primi risultati dell’intesa stipulata nel maggio del 2018 con la Regione di Matam e dell’accordo con la città di Pikine, nella Regione di Dakar.»

 

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