25 November, 2024
HomeRegionePiano SulcisIl capitale sociale della Sideralloys è stato portato da 50.000 euro a circa 28 milioni di euro, Invitalia ha sottoscritto il 20.33% delle quote.

Il capitale sociale della Sideralloys è stato portato da 50.000 euro a circa 28 milioni di euro, Invitalia ha sottoscritto il 20.33% delle quote.

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«A seguito delle decisioni assunte nella recente assemblea straordinaria della società (13 dicembre 2018) il capitale sociale è stato portato da 50mila € a circa 28 milioni €. Invitalia ha sottoscritto il 20,33% delle quote. All’associazione dei lavoratori è stata attribuito l’uno per cento; il resto è di Sideralloys Holding srl. Sono stati costituiti il Consiglio di Gestione e il Consiglio di Sorveglianza di cui fa parte anche un rappresentante dell’associazione dei lavoratori. Le modalità di designazione del rappresentante dei lavoratori sono state contestate dalle organizzazioni sindacali perché non sono state coinvolte. Analoga critica è stata espressa dalla Regione sarda. Alla società sono stati versati circa 25 milioni € da Invitalia come prima tranche di un finanziamento da rimborsare. Sono stati inoltre versati 6,6 milioni € come prima quota di un fondo di 20 milioni € conferiti da Alcoa a Invitalia come contributo per il riavvio della fabbrica. A sua volta la Holding ha conferito un impianto per trafilare alluminio del valore di 5 milioni €.»

Ne dà comunicazione Salvatore Cherchi, delegato del presidente della Regione per l’attuazione del Piano Sulcis.

Si attendono a breve decisioni operative dell’azienda sull’ammodernamento della fabbrica che, secondo le comunicazioni ufficiali, ha il mese di ottobre come traguardo per entrare in produzione.

«Questi fatti sono la conferma che la parte pubblica ha ben operato mantiene – commenta Salvatore Cherchi -, e ora tocca all’imprenditore accelerare su quanto di sua competenza.»

Salvatore Cherchi ricorda che «i due contratti di sviluppo per Sideralloys ed Eurallumina consentono di recuperare circa 2.650 unità di lavoro, indotto compreso, delle circa 3.500 unità di lavoro, indotto compreso, perse dal territorio con l’arresto delle quattro fabbriche dell’alluminio. Al riguardo – conclude Salvatore Cherchi – è importante che le autorizzazioni per il riavvio siano concesse e che anche l’attuale governo confermi gli impegni».

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giampaolo.cirronis@gmail.com

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