I consiglieri regionali PD hanno presentato una mozione per l’esame dei possibili scenari conseguenti all’attuazione del decreto n. 430/2018.
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I consiglieri del Partito democratico, primo firmatario Cesare Moriconi, hanno presentato una mozione all’attenzione del presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, ai sensi dell’articolo 54 del Regolamento, la convocazione urgente e straordinaria del Consiglio regionale, estesa ai parlamentari sardi, ai sindaci delle aree interessate dai possibili scenari conseguenti all’attuazione del decreto n. 430/2018 ed alle rappresentanze sindacali dei lavoratori degli impianti più direttamente coinvolti, al fine di esaminare gli effetti dell’applicazione del summenzionato decreto sul comparto produttivo e socioeconomico della Sardegna e valutare le iniziative da intraprendere.
La mozione solleva il drammatico problema conseguente l’applicazione del decreto 430/2018 del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare con il quale si determina la cessazione definitiva dell’utilizzo del carbone ai fini della produzione termoelettrica entro il 31 dicembre 2025.
A questo proposito, Cesare Moriconi ha dichiarato che «il decreto 430/2018 in buona sostanza determina la chiusura della centrale ENEL di Portovesme su cui è ancorata la rimodulazione del contratto di programma e sviluppo stipulato al MISE, su cui si base il rilancio della produzione degli impianti di Eurallumina e a cui sono collegate anche le sorti di SIDER ALLOYS (ex ALCOA)».
Per poi proseguire affermando che «le conseguenze dell’applicazione del citato decreto 430/2018 avranno ricadute devastanti non solo nel Sulcis, uno dei territori più poveri d’Italia, ma su tutto il territorio regionale per effetto anche della chiusura della centrale di Fiumesanto, creando una desertificazione economica e una crisi occupazione senza precedenti, con effetti destinati a creare seri turbamenti in termini sociali e di ordine pubblico in tutta l’Isola».
Infine, ha concluso Moriconi: «Gli effetti dell’attuazione del decreto in Sardegna significherebbe la chiusura di tutte le centrali alimentate a carbone dell’Isola in una regione dove non c’è alcuna possibilità di convertire le centrali a carbone in centrali a metano».
Nel dispositivo finale, la mozione richiede, inoltre, di impegnare la Giunta regionale ad intervenire ai massimi livelli istituzionali al fine di istituire un tavolo di confronto con il Governo nazionale per adottare le iniziative necessarie utili a scongiurare la cessazione delle attività intimamente legate al funzionamento delle centrali di Fiume Santo e Portovesme, da farsi nei termini dell’urgenza imposti dal contratto di programma stipulato al MISE per il riavvio degli impianti di Eurallumina, che rischia di essere irreversibilmente compromesso dall’efficacia del decreto 430/2018.
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