Il Consiglio regionale chiede al Governo di scongiurare lo stop della produzione di energia attraverso il carbone a decorrere dal 2025.
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Il Consiglio regionale ha approvato nella seduta odierna un ordine del giorno col quale si chiede una forte iniziativa della Giunta regionale nei confronti del Governo alla luce del decreto del Ministero n. 430 del novembre 2018 per scongiurare lo stop della produzione di energia attraverso il carbone a decorrere dal 2025.
«Per la Sardegna ci sarebbero effetti devastanti, con grave pregiudizio per la continuità produttiva delle centrali a carbone che forniscono energia a diverse imprese tra cui Eurallumina e Sider Alloys, la società che ha rilevato l’impianto ex Alcoa e ha deliberato l’ingresso nel capitale sociale di Invitalia con la quota del 20% firmando un contratto di sviluppo per la riattivazione degli impianti – scrive in una nota Pietro Cocco, capogruppo del Partito democratico -. Conseguenze nefaste, perdita di migliaia di posti lavoro diretti e dell’indotto, proprio nel momento in cui sono venuti meno i blocchi da parte degli Stati Uniti sull’alluminio e si sta concludendo l’iter per il riavvio dello stabilimento Eurallumina.»
«La Sardegna è senza alternative concrete per la produzione di energia se il Governo non si attiva subito per dare soluzioni che in Sardegna abbiamo già individuato – aggiunge Pietro Cocco -. Da qui nasce la richiesta nei confronti del governo nazionale perché sia consentita la continuità produttiva degli stabilimenti mediante la concessione in questa fase transitoria o di una proroga, giustificata dalla particolare connotazione geografica dell’Isola e dal gap infrastrutturale che la caratterizza, o mediante la concessione per l’approvvigionamento di metano o di GNL che sostituisca il carbone per il funzionamento delle centrali, a garanzia delle imprese del Sulcis e di tutte le imprese delle aree industriali della Sardegna.»
«Una richiesta improrogabile – conclude Pietro Cocco -, alla quale deve essere data la massima priorità da parte del Governo dal quale si aspettano risposte certe, risolutive e non dinieghi ingiustificati.»
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