Pino Cabras (M5S): «Sider Alloys: entro metà aprile serve un progetto credibile altrimenti salta l’operazione. Per Portovesme occorre studiare un’alternativa e il Piano Sulcis va rivoluzionato».
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«Sulla Sider Alloys il ministero dello Sviluppo economico ha posto di fatto un termine tassativo: o l’azienda a metà aprile avrà fatto tutti i passi avanti per presentare un piano industriale credibile, o salterà tutta l’operazione. Ecco perché, nel caso che il piano di rilancio del polo dell’alluminio non riuscisse, dobbiamo tutti prepararci a una sorta di piano B, che dovrà riprogrammare le risorse per il territorio in modo totalmente nuovo. Il famoso “Piano Sulcis”, pianificato ancora oggi con le logiche industriali di tanti decenni fa, va rivoluzionato nelle persone, nei metodi, nei settori coinvolti per lo sviluppo del territorio. Manca poco tempo e non va sprecato. Tutti devono assumersi delle responsabilità molto precise.»
Lo dice stamane il deputato del Movimento 5 Stelle Pino Cabras, che ha partecipato giovedì al tavolo sulla ex Alcoa convocato al ministero dello Sviluppo economico e ieri sera all’assemblea organizzata dal Movimento dei lavoratori diretti e indiretti ex Alcoa, nella sala polifunzionale del comune di Carbonia.
«Al tavolo al ministero ho assistito alla presentazione di una ventina di diapositive da parte dei dirigenti della Sider Alloys, i quali hanno illustrato per sommi capi un piano industriale che però rinviava ancora a futuri approfondimenti tutte le cose più sostanziose: non abbiamo visto cosa ci sia dietro i numeri dei conti economici né abbiamo visto un piano finanziario – spiega Pino Cabras -. Non solo: non ci sono i contorni di un eventuale accordo sul prezzo dell’energia, non c’è ancora il contratto con una società cinese del gruppo Chinalco per il revamping (la riorganizzazione radicale degli impianti), non si dice nulla su quanto pesi sui costi delle forniture il mancato riavvio dell’Eurallumina, l’altro grande stabilimento di Portovesme destinato a produrre ossido di alluminio ricavato dalla lavorazione della bauxite e chiuso da nove anni.»
A Portovesme il programma di riavvio dello “smelter” della ex Alcoa prevede un investimento complessivo di 135 milioni di euro (di cui 8 a fondo perduto, 84 finanziati con un tasso agevolato, 20 messi a disposizione dall’Alcoa e il resto in capo al nuovo proprietario Sider Alloys). Il cronoprogramma punta ad assumere 376 addetti diretti entro il 2020, purché tutti i problemi aperti si risolvano entro poche settimane.
«Il Ministero di fatto ha posto un termine tassativo: o l’azienda a metà aprile avrà fatto tutti i passi avanti per presentare un piano credibile, o salterà tutta l’operazione, di cui sta emergendo il chiaro connotato elettorale portato avanti l’anno scorso dall’allora ministro Carlo Calenda», commenta Pino Cabras.
Dopo il vertice romano, come abbiamo già riferito ieri a tarda sera, i lavoratori diretti e indiretti ex Alcoa hanno convocato un’assemblea presso la sala consiliare di Carbonia alla presenza del sindaco Paola Massidda (M5S).
«Ho voluto partecipare per ascoltare i numerosissimi discorsi e le puntuali considerazioni dei tanti lavoratori intervenuti, molto preoccupati nell’immediato rispetto al presente e al futuro degli ammortizzatori sociali e profondamente pessimisti sul ruolo dei sindacati in tutta la vicenda – sottolinea Pino Cabras – e mi sono preso l’impegno di seguire molto da vicino gli sviluppi della vertenza. Ora occorre stringere sulle azioni e sui tempi. Voglio le carte, i numeri, il quadro finanziario, industriale e ambientale. E voglio che si pongano le basi – conclude il deputato del M5S eletto nel collegio di Carbonia Iglesias – per una vera programmazione territoriale, in luogo dell’attuale ceto di intermediazione delle risorse che sta cronicizzando la crisi del Sud Ovest della Sardegna nel pieno di una ripresa dell’emigrazione.»
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