Il Consiglio comunale di Calasetta ha approvato la moratoria per la pesca del riccio.
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Il Consiglio comunale di Calasetta, nella seduta di giovedì 21 marzo, ha approvato l’ordine del giorno sulla “Moratoria pesca del riccio di mare” con cui, come recita il documento stesso, si punta a «salvaguardare la risorsa consentendone il ripopolamento, e chiedendo alla Regione di prevedere lo stop della pesca del riccio di mare nelle acque dell’isola di Sant’Antioco per almeno due anni, a partire dalla stagione 2019/2020».
Un atto concreto che si somma all’iniziativa analoga adottata dal Consiglio comunale di Sant’Antioco (nel gennaio passato, la cittadina lagunare aveva approvato il medesimo documento). Adesso i due centri di Calasetta e Sant’Antioco fanno fronte comune con l’obiettivo di rappresentare in sede regionale l’istanza: porre un freno al prelievo sconsiderato di questa preziosa risorsa marina.
«Abbiamo aderito con piacere all’iniziativa avviata dal Consiglio di Sant’Antioco – commenta il sindaco di Calasetta Antonio Vigo – i nostri due Comuni condividono la preoccupazione diffusa dei pescatori locali e dell’intera cittadinanza sull’impoverimento della risorsa riccio di mare, un fenomeno avvertito come vera e propria emergenza. Non possiamo restare indifferenti di fronte a uno sforzo di pesca preoccupante che di questo passo porterà all’esaurimento di questa prelibata specie marina.»
E ancora: «È evidente che le misure adottate fino a oggi dalla Regione si sono rivelate insufficienti per arginare il problema: per questo, costituendo un fronte compatto, desideriamo che gli assessorati regionali competenti ne prendano atto e ascoltino la nostra richiesta, adottando tutte le misure del caso».
Il Golfo di Palmas e i mari che circondano l’isola di Sant’Antioco sono meta prediletta di pescatori professionisti e sportivi provenienti da ogni angolo della Sardegna. Per questo, ogni anno, i fondali vengono presi d’assalto a causa della presenza del riccio: così si contribuisce alla “distruzione” di un inestimabile patrimonio ittico.
«Non è possibile accettare passivamente ciò che è sotto gli occhi di tutti – conclude Antonio Vigo – auspichiamo che gli altri Comune dell’Arcipelago del Sulcis si uniscano in una battaglia che riguarda tutte le popolazioni sulcitane. È doveroso intervenire, prima che sia troppo tardi.»
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