Il nuovo romanzo di Flavio Soriga è stato presentato giovedì a Santa Teresa Gallura, nell’ambito della rassegna “I monumenti incontrano la lettura”.
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La Sardegna dei ricordi, senza stereotipi, legata a un’esistenza che parte da Uta, paese lontano dalle metropoli, ma che poi si dipana lungo le strade della vita e della scrittura, fino a Roma e Milano. Una vita che si accompagna alla talassemia, patologia endemica dei sardi, che colpisce 2mila isolani, raccontata con quell’ironia a tratti comica a tratti feroce tipica del suo stile. Flavio Soriga ha presentato giovedì sera a Santa Teresa Gallura, nella scalinata di via Angioy, il suo nuovo romanzo “Nelle mie vene”, edito da Bompiani, per il suo esordio nell’isola.
Un appuntamento atteso per il secondo capitolo della rassegna letteraria “I monumenti incontrano la lettura”. Una rassegna letteraria itinerante, giunta alla sua ottava edizione, ormai diventata un classico tra gli eventi culturali dell’estate sarda, organizzata dalla Cooltour Gallura, cooperativa tutta al femminile che da anni punta su volti noti e talenti emergenti della letteratura sarda, che presentano le loro opere in luoghi simbolo del patrimonio culturale dell’isola.
Flavio Soriga è stato accompagnato nella sua chiacchierata, con la lettura di brevi stralci del libro, da Franco Mannoni, altro autore sardo, capace di anticipare il suo punto di vista sul romanzo. «Una scrittura appassionata e appassionante, intensa, con un ritmo quasi da musica rap – ha sottolineato Franco Mannoni -. La storia di Aurelio Cossu, il protagonista del romanzo di Flavio, richiama i tempi complessi dell’adolescenza, in cui la Sardegna assume i contorni di un vero e proprio personaggio”.
«Concordo sul fatto che la Sardegna possa essere un vero e proprio personaggio, in realtà ho scritto questo libro per raccontare l’essere paesano, come lo può essere un gallese o un emiliano, che rappresenta una differenza enorme dall’essere cittadino – racconta Flavio Soriga -. Tra Uta e Cagliari, dove sono nato e ho vissuto, quando hai 17 anni, esiste un abisso, 14 classi sociali di differenza». In uno scambio costante di sorrisi complici con il pubblico, Flavio Soriga, secondo sua consuetudine, ha saputo raccontare il suo essere scrittore calandosi nella vita di tutti i giorni, sapendo anche spiegare, a tratti con emozione, cosa voglia dire essere talassemici. Una malattia che la forza della famiglia è riuscita a non rendere mai tale, con affetto e presenza. In questo senso emblematica la collaborazione con l’Avis di Santa Teresa Gallura, di cui Soriga ha difeso convintamente la funzione nella donazione e raccolta di sangue, senza la quale la vita dei talassemici sarebbe in pericolo.
Oltre all’Avis di Santa Teresa Gallura, la rassegna “I monumenti incontrano la lettura” vede la collaborazione del Festival “Sulla terra leggeri” ed il contributo della Fondazione di Sardegna e dei comuni di Aglientu, Aggius e Santa Teresa Gallura.
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