23 November, 2024
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L’ex #presidente della Regione, Mario Floris, leader dell’Uds, attacca ancora la maggioranza di centrosinistra.

 

Mario Floris 1 copia

L’ex #presidente della Regione, Mario Floris, leader dell’Uds, attacca ancora la maggioranza di centrosinistra.

«Basta con le esternazioni modello Renzi e andiamo al sodo – ha dichiarato oggi Mario Floris -. Accordo con il Governo per lo Statuto; patto di stabilità salvo; 70 PUC da approvare in pochi mesi; linee guida per la riforma degli Enti locali; nuova legge urbanistica e nuovo piano paesaggistico: un’alluvione di annunci a cui si aggiungono le linee di indirizzo di riforma degli Enti locali, delle quali l’assessore Erriu ha pomposamente parlato a Bruxelles e che hanno allarmato molti sindaci dei piccoli comuni sardi che ci hanno scritto lettere di forte dissenso.»

«E’ possibile far conoscere almeno al #Consiglio regionale le nuove linee guida del PPR e della nuova legge urbanistica regionale – ha aggiunto Mario Floris – non avendo alcun rilievo aver licenziato in pochi mesi una decina di PUC e l’annuncio di volerne approvare altri 70 nel corso del 2014, già istruiti dagli uffici nel corso della passata legislatura

«Ci interessa sapere, soprattutto, se queste due materie rimangono o no nella disponibilità delle competenze legislative primarie della Regione – ha sottolineato ancora Floris – o se, invece, come tutti temono per quanto sta avvenendo con la riforma del #Titolo V della Costituzione, i comuni e la stessa Regione devono tornare sotto la cappella di uno Stato accentratore e di un Governo Unico Renzi.»

«E’ urgente designare nuovi rappresentanti della Regione nella commissione paritetica Stato – Regione – ha proposto Mario Floris – con il mandato specifico di andare subito a scrivere tutte le norme di attuazione che ancora mancano al nostro Statuto, in primo luogo quelle che disciplinano la riscossione dei tributi che spettano di diritto alla Sardegna. Non possiamo essere ancora e sempre succubi del Governo e tanto meno della Ragioneria Generale dello Stato, che condizionano lo sviluppo della Sardegna. Il pareggio di bilancio per il 2015; il miliardo e 200 milioni di proprietà dei sardi che lo Stato trattiene indebitamente e la rimozione dei vincoli del patto di stabilità per il 2014non possono essere solo una chimera.»

«La sostanza politica di tutte queste esternazioni fini a se stesse – ha concluso l’ex presidente della Regione – denotano l’evidente mancanza di un programma concreto, di progetti e strategie sulle quali basare l’azione di governo, mentre aprire il confronto con le minoranze non potrebbe che essere di aiuto alla soluzione dei problemi economici e sociali della Sardegna. Tutto il resto rimane una pura e semplice esercitazione accademica ed un’improduttiva autoesaltazione.»

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