Franco Verrascina (Copagri): «È necessario tenere alta l’attenzione sull’accordo commerciale tra l’Unione Europea e i paesi del blocco sudamericano del Mercosur».
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«È necessario tenere alta l’attenzione sull’accordo commerciale tra l’Unione Europea e i paesi del blocco sudamericano del Mercosur, ovvero Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, che dopo anni di negoziati sembra ora essere alle battute finali.»
Lo sottolinea il presidente della Copagri Franco Verrascina, in seguito all’incontro tra i ministri dei paesi latinoamericani ed i rappresentanti della commissione europea.
«Si tratta di un accordo da esaminare con particolare attenzione, poiché rischia di essere pericoloso per l’agroalimentare nazionale, in particolare per problematiche riguardanti l’import di carne bovina, ma anche per quello di arance, vino, olio, zucchero, pasta e lattiero caseari; tutti questi prodotti rischiano di essere usati come merce di scambio da barattare a vantaggio di macchinari, prodotti chimici e farmaceutici, che detengono le quote maggiori dell’export comunitario verso il Mercosur, territorio che conta oltre 260 milioni di consumatori», osserva il presidente.
«Non bisogna mai dimenticare che l’Europa è il primo partner commerciale del Mercosur, con oltre il 20% degli scambi commerciali totali nel 2018, ma anche il primo esportatore nel blocco sudamericano, per un valore di 45 miliardi di euro nel 2018; il Mercosur, infatti, costituisce la settima maggiore economia mondiale e il quinto più grande mercato fuori dall’UE», evidenzia Franco Verrascina.
«Anche se con tale accordo si mira a eliminare pesanti dazi per l’export di una lunga serie di produzioni agroalimentari comunitarie, quali ad esempio i prodotti lattiero-caseari, che attualmente scontano barriere tariffarie del 28%, e i vini, per i quali le barriere tariffarie si attestano al 20%, è a nostro avviso necessario prestare particolare attenzione a eventuali nuove concessioni commerciali e valutare le condizioni imposte all’import di prodotti agricoli, con particolare riferimento alle barriere tariffarie e non», conclude il presidente della Copagri.
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