C’è fiducia tra i lavoratori, dopo l’incontro odierno svoltosi al Mise, sulla vertenza energetica e industriale dell’Isola.
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«Il tavolo tecnico è servito a fissare un punto importante nella vertenza energetica e industriale della Sardegna, ovvero l’impossibilità, visti i ritardi del piano di metanizzazione e degli altri obiettivi previsti nella Sen (Strategia energetica nazionale) come nel Pniec (Piano nazionale energia e clima) e nel Pears (Piano energetico ambientale regionale), di fissare la data di uscita dal carbone al 2025.»
Lo hanno detto Cgil, Cisl e Uil al termine del tavolo convocato al Mise. Per tutta la durata della riunione una delegazione di lavoratori ha atteso sotto il palazzo del Mise l’esito dell’incontro giudicato complessivamente positivo da Cgil, Cisl e Uil: «Il riconoscimento da parte del direttore generale del Mise che non si può fissare quella data oggi perché non si conoscono gli iter progettuali e autorizzativi delle opere da realizzare e la stessa ammissione dell’importanza della fonte metano per la Sardegna, rappresenta un passo importante ma è chiaro che nei prossimi tavoli previsti per settembre vigileremo sul prosieguo della discussione e continueremo a sollecitare un confronto politico per capire se il governo nazionale intende rispettare gli accordi sul piano di metanizzazione e dare risposte concrete alle richieste del sindacato su energie e industria».
«La continuità produttiva dell’industria in Sardegna e le sue potenzialità di crescita – nel settore metallurgico così come nella chimica verde, nelle attività manifatturiere dall’agroindustria alla ceramica – sono legati alla stabilità e sicurezza della della rete elettrica – hanno spiegato i sindacalisti – e questo può essere garantito solo attuando gli accordi già sottoscritti sul piano di metanizzazione, con la dorsale e la rigassificazione, accompagnando l’uscita dal carbone con adeguati piani di riconversione degli impianti di produzione elettrica.»
In conclusione, Cgil, Cisl e Uil prendono atto positivamente dell’impegno da parte del Mise di attuare un programma specifico per la Sardegna che contempli la realizzazione della pluralità di interventi infrastrutturali necessari per dotare l’Isola di un sistema moderno, efficiente, sostenibile, che punti alla riconversione degli impianti di produzione esistenti e garantisca ai sardi la disponibilità di energia alle stesse condizioni del resto del Paese, superando le attuali penalizzazioni. Solo così potrà essere fissata una data obiettivo per il phase out dal carbone, che ovviamente non potrà considerare il 2025 come data ultima ma prevedere un termine congruo per tutti gli interventi da realizzare: da questi punti condivisi oggi al tavolo ripartirà il confronto a settembre.
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