Osservazioni del presidente Tarcisio Agus, «a margine di alcune recenti obiezioni attorno all’attività del Parco Geominerario».
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Nei giorni scorsi sulla stampa e sui giornali online si è letto un po’ di tutto, ma alcuni aspetti hanno bisogno di qualche ulteriore elemento conoscitivo per una compiuta analisi dei temi trattati.
Nel merito, sull’abbandono delle Associazioni, il Consiglio Direttivo del Parco non ha mai pensato di abbandonare gli Enti che gestiscono Serbariu/Carbonia e Rosas/Narcao ma da tempo chiedeva, sulla base delle osservazioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze, di adeguarsi, in particolare al fatto che le somme trasferite devono essere motivate in maniera chiara e circostanziata, nonché rendicontate. Così pure devono essere adeguati gli Statuti, in quanto non ammissibile il carico del 50% delle eventuali perdite, visto anche il ruolo minoritario dell’Ente Parco nei C.d.A. Situazione già verificatasi con l’Associazione S.P.I.E.Me di Carloforte, ove il Parco è chiamato a sanare un disavanzo di 158.000 euro.
Sulla base dell’ordine del giorno del 4 ottobre scorso della Comunità del Parco, il Consiglio Direttivo ha liquidato le spettanze alle Associazioni ed ora si è in attesa degli adeguamenti richiesti.
Si attui il Piano di Gestione! Non faccio tutto l’excursus, mi limito solo agli ultimi atti, da me a suo tempo assunti, dopo che il piano giaceva in un cassetto da tre anni.
Questa gestione ha sottoposto all’approvazione della Comunità del Parco il Piano di gestione in data 25.10.2017 e al Comitato Tecnico Scientifico in data 10.04.2018. Con la Deliberazione Commissariale n. 8 del 12 Aprile 2018, il piano veniva esitato dal Parco, per essere poi trasferito alla Regione per la sua definitiva approvazione, sulla base dell’Atto di Indirizzo dato, con la Delibera di Giunta n. 34/10 del 2.9.2014. “Il Piano è adottato dalla Giunta regionale, sottoposto al Parere della Comunità del Parco e approvato in via definitiva dalla Giunta regionale”.
Il Piano di Gestione dei siti Prioritari non è stato mai approvato in via definitiva dalla Giunta, svilendo, di fatto, l’autorevolezza del Parco. Pur in presenza di accordi di gestione, i comuni di Iglesias e Buggerru, in assenza del via definitivo della Regione, hanno preferito alla gestione condivisa con il Parco, una gestione autonoma. Ma non solo, senza quella approvazione è rimasta in capo all’Igea la gestione dell’archivio Minerario, prevista dalla delibera di indirizzo del 2014. Così pure è rimasta sulla carta, fra Parco Geominerario e Igea S.p.a., la stipula di contratti di manutenzione e mantenimento in sicurezza dei siti minerari.
Per quanto riguarda la lettera ai Sindaci, da me inviata in seguito alla seduta della Comunità del Parco del 4 ottobre scorso u.s., questa tendeva solo a puntualizzare alcuni degli aspetti oggetto di continue polemiche.
Nessuno cerca responsabili, ma molti aspetti del Parco vanno puntualizzati, altrimenti non si capisce il suo ruolo e le decisioni del Consiglio Direttivo.
Contrariamente a quanto affermato, la riperimetrazione del Parco per liberare i cittadini, le imprese e gli stessi uffici del Parco da costosi e inutili adempimenti burocratici, ferma per oltre 15 anni, è stata, dalla gestione attuale, completata e definita la parte tecnica, effettuata attraverso specifico accordo di programma con la Regione Sardegna. É in fase di realizzazione il regolamento di attuazione, cui speriamo presto di poter ottemperare.
La Laveria “La Marmora”. Oggetto di attenzione fin dal 2008 e con un primo finanziamento di 600mila euro nel 2009, posto a disposizione dal Parco con la delibera n. 37 del 17/06/2010, sulla base di un Protocollo di intesa tra Parco, Igea S.p.a, Carbosulcis S.p.a e la Soprintendenza per i Beni architettonici.
Operazione avviata due anni dopo (2012), con un progetto parziale di risanamento, portato in parte a termine con non poche problematiche e concluso nel 2017. Nel frattempo, anche l’Amministrazione provinciale di Carbonia Iglesias inseriva l’approdo della laveria nel progetto integrato degli approdi minerari (delibera n.195 del 30/04/2012). Si arriva così a novembre del 2016, con la predisposizione di un ulteriore accordo di programma, stipulato il 2 Dicembre 2016, con il Coordinamento regionale Piano Sulcis, il Mibact, la Soprintendenza Archeologica e Beni Culturali, il Consorzio del Parco, la Provincia del sud Sardegna, il Comune di Iglesias, l’Igea S.p.a ed l’ARST S.p.a. L’“Accordo per la messa in sicurezza e valorizzazione della laveria La Marmora – Nebida”, veniva finanziato con un piano di interventi stimato in 1.750.000,00 euro, da rendersi disponibili nel 2017, mediante utilizzo dell’avanzo di amministrazione, a valere sul bilancio del Parco Geominerario.
Questa gestione amministrativa interviene per la prima volta al tavolo dei sottoscrittori l’accordo, in data 11 settembre 2017, ove si faceva il punto sulle azioni svolte e si chiedevano al Parco le risorse da trasferire alla Soprintendenza e alla provincia del sud Sardegna. Somme rispettivamente necessarie per i rilievi topografici e documentali, atti a predisporre il documento preliminare alla progettazione e l’incarico professionale per il recupero dell’approdo al mare. Questi trasferimenti di risorse, su un bene non di proprietà, posero da subito al Parco un problema di legittimità, così pure l’utilizzo dell’avanzo.
Le somme erano allocate nei capitoli di spese in Conto Capitale, per interventi su beni non di proprietà. Impegni peraltro non utilizzabili, perché non vennero chiusi i bilanci consuntivi del 2016 e del 2017, bilanci definiti dall’attuale gestione nel 2018. A seguito delle osservazioni fatte dai revisori, fu noto che quelle somme non sarebbero potute stare in Conto Capitale, per cui, con il Bilancio 2018, le abbiamo salvate trasferendole nei capitoli di investimenti.
Ora l’iter può essere ripreso perché non si è cercato giustificazioni al passato, si è agito per risolvere i problemi secondo norma. La giusta rotta la si sta attuando, nel rispetto e riordino di situazioni non chiare e nelle more dell’insediamento del nuovo Collegio dei Revisori dei Conti, che attendiamo da otto mesi. Di fatto, questo ritardo ingessa la parte più rilevante delle iniziative del Parco, in assenza dell’approvazione del rendiconto 2018.
Prof. Tarcisio Agus
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