22 November, 2024
HomeCulturaArteL’artista Nicola Filia sarà protagonista del progetto Megalòpolis, per 12 mesi a partire dal 10 novembre, al Nuraghe Losa di Abbasanta.

L’artista Nicola Filia sarà protagonista del progetto Megalòpolis, per 12 mesi a partire dal 10 novembre, al Nuraghe Losa di Abbasanta.

[bing_translator]

Nicola Filia, artista, scultore e ceramista, originario di Carbonia, dove è nato 44 anni fa, sarà protagonista del progetto Megalòpolis, curato da Baingio Cuccu e Paola Mura, da domenica 10 novembre 2019 al 9 novembre del prossimo anno, per 12 lunghi mesi, al Nuraghe Losa di Abbasanta.

«Mi piace l’idea di far dialogare la civiltà Nuragica con quella post Atomica, che è la nostra, attraverso un accostamento delle mie città fantasma al Nuraghe Losa: da lì tutto iniziava, ed oggi, tutto finisce.»

Megalòpolis è un progetto site specific che accosta archeologia e arte contemporanea, civiltà Nuragica e civiltà post Atomica, il Nuraghe Losa e le città fantasma di Nicola Filia.

Megalòpolis è il racconto di una visione, una riflessione su ciò che è stato e vive ancora, su ciò che è presente e che, forse, sarà.

Attorno alla maestosa, millenaria presenza del Losa, attorno alle grandi pietre che danno forma alla sua architettura, l’installazione di Nicola Filia evoca le forme e le contraddizioni delle megalopoli contemporanee, in un accostamento che diviene dialogo tra civiltà.

Le megalopoli di Nicola Filia sono città scintillanti di ceramica, ma già fatiscenti nelle mura sbrecciate, sono scheletri di ferro di palazzi fantasma, che la natura è già pronta a riconquistare, sono città di terra che saranno dissolte dal sole e dall’acqua, sono monumenti di civiltà e convinzioni già vacillanti al loro nascere.

Megalopolis durerà un anno e si svilupperà nel percorso di visita dell’area archeologica: un intero ciclo solare, l’alternarsi delle stagioni, darà modo al Tempo di fare il suo corso. L’installazione, sotto gli occhi dei visitatori (e nelle ripresa in time-lapse) subirà un’inevitabile e progressiva trasformazione , premonizione di un possibile futuro delle nostre civiltà, nel corrompersi della materia e, con essa, delle nostre convinzioni.

Nicola Filia nasce a Carbonia nel 1975, studia all’Istituto d’arte Carlo Contini di Oristano, fondato nel 1925 dallo scultore Francesco Ciusa. Intraprende gli studi universitari, che lascia per dedicarsi alla ceramica: dal 2002 al 2016 disegna e realizza oggetti per B&B Italia. Negli stessi anni tiene inoltre lezioni e workshop sul design degli oggetti in ceramica presso la Facoltà di Architettura di Firenze. Fra le sue principali mostre le personali Un Bosco di Alberi Bianchi, a cura di Cristiana Collu, Museo Man, Nuoro 2008, Temporary City , a cura di Paola Mura e Efisio Carbone, Centro d’Arte e Cultura il Ghetto, Cagliari 2018, la collettiva On Flower Power, a cura di Martì Guixè, Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma 2019. La sua installazione Un Bosco di Alberi Bianchi ha vinto il Premio internazionale Un Bosco per Kyoto nel 2015 ed è in mostra permanente al Museo E.A. Martel – PAS di Carbonia. La sua opera Temporary City è stata selezionata per la Biennale d’Arte Ceramica 2019 al Museo Cluj in Romania, dove è attualmente in mostra. Le sue sculture fanno parte di prestigiose collezioni private, nazionali e internazionali.

Si apre, a Cagliari,
Venerdì per la rass

giampaolo.cirronis@gmail.com

Rate This Article:
NO COMMENTS

LEAVE A COMMENT