Michele Cossa (Riformatori sardi): «Comuni ed associazioni sono lasciati soli a fronteggiare l’emergenza immigrazione».
La Regione ha abbandonato i Comuni ed i volontari, costretti a fare da soli per fronteggiare l’emergenza immigrazione. Lo ha denunciato ieri sera il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Michele Cossa, che ha annunciato anche un’interrogazione «sul comportamento gravemente omissivo tenuto dalla Regione sulla vicenda immigrati».
Michele Cossa, in particolare, ha denunciato il curioso appello della Regione al Governo, affinché affidi nuove risorse alla Sardegna per i centri di accoglienza.
«Prima la Giunta accetta di accogliere gli immigrati poi chiede i soldi da destinare ai territori – ha detto Michele Cossa – e questo sempre perché la Giunta è il tappetino di Roma: una Giunta che fa gli interessi della Sardegna avrebbe prima dovuto assicurarsi di avere le risorse e poi procedere con piani di accoglienza che, invece, sono sulle spalle dei Comuni.»
«Al #Tavolo di coordinamento regionale su accoglienza e immigrazione riunitosi in Prefettura a Cagliari il 4 agosto scorso – ha ricordato Michele Cossa – la Regione aveva assicurato piena collaborazione con le istituzioni nazionali e locali impegnate a gestire le nuove politiche sull’accoglienza dei profughi, alla luce del Piano approvato recentemente dalla #Conferenza Stato-Regioni, che prevedeva l’invio in Sardegna di 944 profughi.»
La Regione in quell’occasione, ha proseguito il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, «ha anche rivolto un curioso appello alla Prefettura perché intervenga sul Governo circa le risorse da destinare ai centri di seconda accoglienza in Sardegna» non senza precisare che «i fondi devono stare fuori dal Patto di stabilità altrimenti il rischio è di averli a disposizione ma di non poterli utilizzare».
«Un atteggiamento remissivo di tal fatta – ha concluso Michele Cossa – non è nuovo per questa giunta regionale, la quale non si era comunque mai spinta a chiedere l’intercessione della Prefettura verso il Governo. Ma la cosa più grave è che da quel momento la Regione si è dileguata, facendo mancare totalmente il proprio sostegno agli enti locali interessati. Protestare a posteriori contro il Governo anziché far valere le proprie ragioni nelle sedi appropriata (la conferenza stato-regioni e il tavolo costituito presso la Prefettura) espone la Sardegna ad una grave perdita di credibilità. Ma, soprattutto, la situazione complessiva che si va delineando rischia di portare a livelli di guardia la già diffusa intolleranza verso gli immigrati.»
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