Gli elementi principali del 3° Report Sisprint per la Regione Sardegna.
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L’elevata crescita dei settori più innovativi (i cosiddetti S3 della strategia regionale di specializzazione intelligente) attenua ma ancora non riesce a modificare sensibilmente il quadro, piuttosto debole, dell’economia regionale della Sardegna.
Come emerge dalla fotografia scattata dal 3° Report su economia, imprese e territori, realizzato nell’ambito del progetto Sisprint, i comparti a maggior grado di innovazione sono cresciuti del 22,8% fra il 2014 e il 2018, diversi punti percentuali in più, quindi, dell’intera economia (+14,3%). Decisiva in proposito è stato il rapido incremento degli addetti dell’areaturismo-beni culturali ed ambientali, il comparto di gran lunga più importante come peso occupazionale nella S3 sarda.
Proprio quest’area beneficia della crescente specializzazione dell’economia regionale nei servizi turistici ed in quelli culturali, artistici, creativi, ricreativi e sportivi, una vocazione già tradizionalmente molto forte sul territorio ed in continua espansione. Cresce in misura superiore alla media regionale anche l’area della biomedicina, spinta soprattutto dai servizi di assistenza sociale domiciliare. Buona è la crescita delle reti intelligenti di energia, grazie ad un potenziamento delle attività forestali, mentre l’Ict, che alimenta un importante polo innovativo della regione, aumenta la sua occupazione poco meno del dato medio regionale.
Un ulteriore indicatore della capacità innovativa della regione è rappresentato dal Regional Innovation Scoreboard. Nella classifica utilizzata dall’Unione europea, la Sardegna si trova ad occupare la 163esima posizione, a ridosso quindi delle trenta regioni meno performanti del Vecchio Continente, così come peraltro avviene a quasi tutte le regioni del Mezzogiorno.
La regione, sotto questo profilo, mostra di poter contare su alcuni punti di forza (quali, ad esempio, la propensione alle pubblicazioni scientifiche, la spesa pubblica per ricerca e sviluppo e l’incidenza delle vendite di prodotti innovativi per l’azienda o per il mercato di riferimento), ai quali, tuttavia, si affiancano elementi di debolezza sostanziale, come, ad esempio, la modesta propensione delle piccole e medie imprese innovative a stipulare accordi di collaborazione con altre imprese o la capacità di generare brevetti e marchi.
Una serie di fattori di ritardo specifici alla regione contribuiscono infine a collocare la Sardegna al 237esimo posto (su 268) secondo il Regional Competitiveness Index, che misura la capacità di un territorio di offrire un ambiente attraente e sostenibile per le imprese e i residenti. Tra i punti di forza dell’isola in questo ambito il buono stato di salute della popolazione, migliorato nell’ultimo triennio. Le altre misurazioni sono invece negative anche se si riscontra qualche lieve miglioramento in tema di infrastrutture e di istruzione di base.
Tutti questi elementi si riflettono poi sulla tenuta e benessere sociale della Sardegna, 230esima a livello europeo su 281 regioni censite. Un aspetto, quest’ultimo, sul quale incide il basso tasso di occupazione giovanile, per il quale la Sardegna finisce al 253° posto a livello europeo (su 281).
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