4 November, 2024
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Cna Sardegna: «Sono state 250 le imprese sarde che nel 2018 hanno portato i libri in tribunale, contro le 217 dell’anno precedente (+15%)».

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Sono state 250 le imprese sarde che nel 2018 hanno portato i libri in tribunale, contro le 217 dell’anno precedente (+15%). Nei primi nove mesi del 2019 il conto delle imprese fallite è già giunto a quota 225, un numero già molto prossimo a quello di tutto l’anno prima: questo significa che se si riportasse il dato del 2019 a tutto l’anno si giungerebbe ad un valore di circa 300 fallimenti, pari ad un +20% di incremento rispetto all’anno scorso.

E’ quanto emerge dagli ultimi dati elaborati dal Centro studi della Cna Sardegna.

«I dati parziali dell’anno in corso confermano i segnali negativi degli ultimi tre anni, allontanando le aspettative per una significativa inversione di rotta della congiuntura economica regionale – commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della CNA Sardegna -. La dinamica dei fallimenti in Sardegna rende bene l’idea delle crescenti difficoltà in cui versa il tessuto imprenditoriale locale: un’impressionante progressione in crescita che nel 2018 porta al record storico dall’inizio della crisi. Purtroppo, i dati dei primi tre trimestri dell’anno in corso non lasciano ben sperare

La situazione della nostra regione appare preoccupante anche nel confronto con le altre regioni italiane: considerando il valore medio dell’ultimo triennio (2017-2019) in rapporto con quello precedente (2014-2016) soltanto Valle d’Aosta e Lazio hanno sperimentato un incremento dei fallimenti più marcato.

Annualizzando il dato dei primi tre trimestri del 2019 e calcolando la media dell’ultimo triennio, il numero di procedure concorsuali in Sardegna ha segnato un +35% rispetto al valore medio del triennio precedente, a livello nazionale è stato del +12%. L’incremento delle procedure concorsuali, quindi, è inferiore solo al dato della Valle d’Aosta (+38%) e del Lazio (+37%) ma decisamente superiore a quello di tutte le altre regioni, anche di quelle del Mezzogiorno. Numero di fallimenti in calo per Marche (-18%), Basilicata (-14%), Molise (-12%) e Friuli (-10%), restano costanti invece in Calabria (-0,5%), Umbria (-0,4%) e Veneto (+0,1%).

Sebbene il 2018 non sia stato proprio brillante, i dati dell’anno in corso evidenziano viceversa qualche timido segnale positivo per le imprese del settore costruzioni. Nei primi nove mesi del 2019 sono stati registrati 16 fallimenti, mentre per l’intero anno se ne possono stimare 21: cinque in meno rispetto ai risultati del 2018, ad indicare quantomeno una stabilizzazione sui livelli dello scorso anno (che però rispetto al 2017 aveva fatto registrare un +37% di crescita).

«I primi segnali di ripresa emersi nell’ultimo biennio potrebbero aver dato qualche debole respiro di sollievo ad un sistema imprenditoriale messo duramente alla prova da una crisi epocale, che in dieci anni ha portato il settore edile a perdere oltre il 40% del suo mercato», evidenziano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu.

Le previsioni per il 2019 della Cna sarda, motivate da segnali confortanti provenienti da tutti gli indicatori settoriali (occupati, credito, compravendite immobiliari) prospettano infatti una crescita degli investimenti nell’edilizia residenziale (+4% nel 2019), consolidando il +2,4% del 2018. Nell’anno in corso è inoltre positiva anche la dinamica degli investimenti negli altri comparti: non residenziale e opere pubbliche, tutti previsti al +4%, lasciano ben sperare per futuri e più rilevanti effetti sul sistema delle piccole imprese locali.

Martedì 3 dicembre,
Martedì 3 dicembre,

giampaolo.cirronis@gmail.com

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