22 November, 2024
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Mozione dei Progressisti su Centri antiviolenza e Case di accoglienza durante l’emergenza Covid-19

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Lo scorso 26 marzo la Giunta regionale ha pubblicato una delibera sul funzionamento dei Centri antiviolenza e delle Case di accoglienza durante l’emergenza Covid-19. Il documento stabilisce che gli accessi nei Centri antiviolenza dovranno essere contingentati, consentendo lo svolgimento di consulenze in sede solo nei casi di estrema urgenza, mentre le attività in loco delle sedi operative e degli sportelli dei Centri antiviolenza sono sospese.

Su questo tema è stata presentata oggi una mozione firmata dalle consigliere e dai consiglieri del gruppo dei Progressisti.

«È fondamentale che tutti gli sportelli d’ascolto e le sedi operative rimangano aperti, riorganizzando le loro attività nel rispetto degli standard sanitari necessari – scrivono i Progressisti – questa delibera è lacunosa e dannosa per la sicurezza delle donne vittime di violenza domestica, costrette, in queste settimane, ad una convivenza forzata con i loro aguzzini».

Come riferito dagli stessi Centri antiviolenza, nelle prime due settimane di marzo, le chiamate arrivate al numero verde 1522 sono diminuite di circa il 50%.

«Il dato è allarmante ed è evidente che le donne fatichino a inviare un messaggio di aiuto dalle loro abitazioni – dichiara Maria Laura Orrù, prima firmataria. – Esiste poi la delicatissima questione delle autocertificazioni. Le donne che riescono a uscire di casa, per chiedere aiuto, devono dichiarare il luogo in cui stanno andando e il motivo per cui si stanno allontanando dalla loro abitazione. Come possiamo pretendere da loro una cosa del genere? Non tutte lo vogliono fare, per paura di essere scoperte dal loro maltrattante o per timore che l’agente che effettua il controllo le possa conoscere, soprattutto nei piccoli comuni

Conclude Laura Caddeo, consigliera dei Progressisti: «Temiamo fortemente che siano molte le donne che, in questo momento di forzato isolamento, vivono in un clima di paura per se stesse e per i propri figli, spesso minori, per i quali la violenza assistita comporterà danni psicologici gravi e spesso insanabili».

I Progressisti chiedono chiarezza al presidente Christian Solinas ed alla commissione regionale per le Pari opportunità, su una posizione che è difforme e più restrittiva rispetto alla normativa nazionale.

L'ATS Sardegna prose
Emanuele Cani (PD):

giampaolo.cirronis@gmail.com

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