Forza Italia: «Con l’accordo sul #patto di stabilità, la Sardegna perderà ingenti risorse, l’assessore Paci ne tragga le conseguenze».
Nuovo duro attacco dell’opposizione alla maggioranza di centrosinistra che sostiene la Giunta Pigliaru, sull’accordo siglato tra Regione e Governo sul #patto di stabilità.
Oggi il gruppo di Forza Italia ha tenuto una conferenza stampa, nel corso della quale il capogruppo, Pietro Pittalis, ha affermato che «con l’accordo sul #patto di stabilità la Sardegna perderà ingenti risorse, l’assessore Paci ne tragga le conseguenze».
Pietro Pittalis ha messo inoltre l’accento sul fatto che «con la rinuncia a tutti ricorsi, ammesso e non concesso che si possa rinunciare a diritti costituzionali contenuti nello Statuto, la Sardegna ha perduto risorse che le spettano ma soprattutto è tornata in coda rispetto a tutte le altre Regioni autonomistiche, come Sicilia, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Val d’Aosta, che hanno difeso la loro specialità ottenendo risultati concreti sul fronte delle entrate».
L’ex presidente, Ugo Cappellacci, si è soffermato su alcuni recenti provvedimenti del Governo nazionale che, a suo giudizio, avranno immediate ricadute negative per la Sardegna. «Con il decreto 215 della Ragioneria dello Stato, diretta conseguenza della legge 147/2013 che a suo tempo avevamo impugnato – ha sostenuto – la Sardegna dà nuovamente mano libera allo Stato in materia di entrate: avremo meno autonomia, meno spazi di manovrabilità fiscale, meno risorse. Rispetto a tutto questo l’assessore Paci fa come il professore che, mentre spiega alla lavagna sbaglia un calcolo, non si corregge e se la prende con gli studenti».
Il vice capogruppo Alessandra Zedda, respingendo l’accusa di «voler fare polemiche a tutti i costi» ha spiegato i contenuti del Decreto della Ragioneria: «Dal 2015 e per i prossimi 5 anni – ha detto l’ex assessore dell’Industria – le maggiori entrate provenienti da giochi, tabacchi, patrimoni all’estero ed altre voci entreranno direttamente nel bilancio statale. Dov’è il punto? E’che prima queste risorse dovevano essere oggetto di un accordo fra Stato e Regione, ora non vedremo neanche un euro e non potremo nemmeno protestare perché ci siamo impegnati a ritirare i ricorsi. In termini reali queste minori entrate oscillano fra i 150 e i 250 milioni di euro ma a queste vanno aggiunte quelle che perderemo a causa del calo complessivo del gettito, visto che siamo in recessione».
Il consigliere Giuseppe Fasolino ha detto che «a parti invertite, la sinistra ci avrebbe accusato di tutto, ora perfino i sovranisti ingoiano questo amarissimo boccone senza nemmeno fiatare».
Per il consigliere Oscar Cherchi i fatti dicono che «la Sicilia ha ottenuto molto di più ma in fondo la responsabilità non è dello Stato, è del governo regionale guidato dai professori».
Secondo il consigliere Antonello Peru «è tutto molto chiaro. Di fronte ad uno Stato che promette a parole e toglie con i fatti dovremo impugnare anche il decreto della Ragioneria, altro che ritirare i ricorsi».
Se è vero che nessun governo è amico, ha osservato infine il consigliere Edoardo Tocco, «la Regione ha perso la migliore occasione per dimostrarlo: si è arresa senza nemmeno combattere».
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