Gianni Lampis: «Le misure di contenimento per l’emergenza sanitaria hanno avuto effetto anche sulle fasi di riproduzione degli animali»
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Le misure di contenimento per l’emergenza sanitaria hanno avuto effetto anche sulle fasi di riproduzione degli animali ed alcune specie di avifauna, non disturbate dalla presenza umana, si sono riappropriate di territori anche per la scelta dei siti di nidificazione.
«Soprattutto nel mese di maggio – ha spiegato l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Gianni Lampis – il Corpo forestale è stato impegnato anche nella salvaguardia della riproduzione di queste specie che arricchiscono la biodiversità dell’Isola, intensificando l’attività di monitoraggio e presidio del territorio al fine di consentire il completamento della fase riproduttiva.»
Tra i siti controllati, i più sensibili sono quelli nei quali hanno nidificato alcuni esemplari di fratino, un piccolo trampoliere limicolo che vive nelle zone costiere e lagunari, specie in pericolo di estinzione che, grazie alla chiusura delle spiagge alla frequentazione umana, ha deposto le uova in diverse spiagge solitamente frequentate dai bagnanti nel Sarrabus e nel Cagliaritano. Un altro caso è stato quello di una coppia di splendide cicogne bianche, che solitamente non nidificano in Sardegna, ma, avendo interrotto nel Sulcis il percorso migratorio dall’Africa verso il centro Europa, hanno utilizzato un palo elettrico dismesso in uno spartitraffico stradale, costruendovi il proprio nido.
«L’attività di controllo del Corpo forestale è indirizzata a dissuadere e prevenire qualsiasi comportamento che possa compromettere la nidificazione e la riproduzione – ha concluso l’assessore Gianni Lampis -. A questa attività hanno collaborato anche i volontari delle associazioni ambientaliste e le guardie zoofile volontarie, presidiando i siti e sensibilizzando i cittadini al rispetto degli animali.»
Dal Corpo forestale arriva l’invito a chi dovesse trovare nidi apparentemente abbandonati, anche in luoghi atipici, di lasciarli dove si trovano senza prelevarli ed a segnalare la loro posizione al numero di emergenza ambientale 1515.
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