Prove tecniche di rimozione del mercantile incagliato sulla costa di Sant’Antioco, a breve l’inizio della demolizione – di Federica Selis
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Partiranno a breve i lavori di rimozione del relitto della Cdry Blue, la nave mercantile di 108 metri, arenatasi la notte tra il 21 e il 22 dicembre scorso sulla costa sud ovest dell’isola di Sant’Antioco, tra Portu Sciusciau e Capo Sperone.
Già da qualche giorno, sono arrivati al porto commerciale di Sant’Antioco il pontone, munito di gru, ed il rimorchiatore della Resolve Marine, l’azienda americana che dovrà occuparsi dei lavori di taglio e smantellamento del relitto della nave.
«Al momento si stanno approntando le apparecchiature a bordo per il successivo trasferimento sul sito della Cdry, per le operazioni di demolizione», dichiara Bernardo Camboni, manager della Seamar, la ditta di Cagliari, rappresentante in loco della Resolve Marine.
La demolizione seguirà tre fasi precise, come spiega ancora Bernardo Camboni: «Sono previste tre macro fasi. La parte “opera morta”, ovvero il taglio di tutta la parte che sta sopra la linea di galleggiamento, sarà divisa in due fasi. A cominciare da poppa, saranno tagliate tutte le infrastrutture fino ad arrivare a prua. Una volta rimossa la parte di opera morta verrà demolita la parte immersa, quindi stive e sala macchine».
Come avverrà questa operazione?
«Probabilmente la nave sarà riafflottata con dei galleggianti, per poter operare con più sicurezza e facilità.»
Il mercantile verrà “sminuzzato” in pezzi molto piccoli e si prevedono due possibilità di smaltimento: il trasloco diretto dal relitto al cantiere oppure un passaggio intermedio, con le parti che verranno trasportate al porto di Sant’Antioco e da lì spedite al cantiere di demolizione. Salvo condizioni meteo avverse, il pontone resterà accanto alla nave e rientrerà in porto una volta a settimana.
La Resolve Marine è tra le tre migliori aziende al mondo che si occupano di smantellamento navale. Tra i lavori più importanti di cui è stata protagonista ci sono quelli di recupero della Costa Concordia.
«Sono tre le aziende al mondo cosiddette “big” – prosegue il manager della Seamar -. Tra queste c’è la Resolve. Quindi abbiamo il top del top. Si tratta di una ditta che ha una professionalità indubbia, nel merito di questo tipo di operazioni.» La previsione per la durata dei lavori è di circa due mesi. Saranno le condizioni meteo ad influire maggiormente sul processo.
«Si lavora d’estate proprio perché il tempo dovrebbe essere più favorevole rispetto all’inverno – prosegue Bernardo Camboni -. Anche perché la nave si trova in un’area aperta, verso il mare aperto, esposta ai venti predominanti da ovest e da sud-ovest.»
Il controllo a sostegno delle operazioni sarà effettuato dalla Guardia di Finanza. «Il servizio navale della Guardia di Finanza, quando richiesto dagli enti competenti, mette a disposizione il proprio naviglio, per porre in essere quelle che sono le attività richieste, a supporto di specifici eventi – afferma il Capitano Stefano Sogliuzzo, comandante della Stazione Navale di Cagliari, che ci ospita a bordo del Guardiacoste “G204 Finanziere Garulli“, per un sopralluogo a distanza della Cdry Blue -. Qualora richiesto, siamo a disposizione come servizio navale, attraverso l’impiego di nostri mezzi navali e aerei. Questo, anche qualora ritenuto necessario, da parte di chi ha il compito di rimuovere la nave da questa posizione.»
Il tratto di mare interessato dai lavori sul mercantile, intanto, resterà interdetto al traffico marino e diportistico. «Interdetto non solo per la posizione della nave – prosegue il comandante Stefano Sogliuzzo – ma anche perché, in questo tratto, la costa è abbastanza particolare e ci sono dei punti in cui il diportista deve fare più attenzione durante la navigazione.»
Una navigazione resa pericolosa per via delle secche e degli scogli a pelo d’acqua, non visibili ad occhio nudo, soprattutto in circostanze come quelle che portarono il mercantile ad arenarsi sulla costa, durante una notte di forte burrasca. Condizioni meteo marine avverse non rendono il lavoro facile nemmeno agli uomini della Guardia di Finanza, che talvolta si trovano a risolvere situazioni di emergenza anche col mare in tempesta.
«Potete notare, anche con pochi centimetri di onda, quanto possa essere difficoltosa anche la semplice vita a bordo di un’imbarcazione – spiega il Capitano Stefano Sogliuzzo -. Chiaramente, tutto ciò si va a complicare ulteriormente quando ci ritroviamo a dover operare in situazioni con mare ancora più formato e quindi con condizioni più critiche. Sicuramente non facilita l’operato degli uomini della Guardia di Finanza.»
Federica Selis
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