Stato di agitazione tra i lavoratori della Cooperativa Sistema Museo, al centro della vertenza la modifica del contratto e stipendi inadeguati
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Stato di agitazione tra i lavoratori della Cooperativa Sistema Museo, la società umbra che gestisce, tra gli altri, i siti di Carbonia e Villaperuccio. Al centro della vertenza avviata su tutto il territorio nazionale, c’è la modifica del contratto (da Turismo a Multiservizi), con conseguente riduzione degli stipendi, ritenuti assolutamente inadeguati alle professionalità dei dipendenti.
«Personale qualificato che per effetto di una migrazione contrattuale (dal settore turismo al multiservizi) si è visto ridurre la retribuzione e continua a svolgere attività di grande pregio senza il dovuto riconoscimento – si legge in una nota della segreteria Filcams Cgil -. Si tratta di guide esperte e titolate, guardasala, addetti ai servizi di biglietteria e accoglienza, lavoratrici e lavoratori che a causa del nuovo contratto di lavoro (da applicare in virtù di un accordo che Filcams Cgil non ha firmato) si ritrovano demansionati e con una retribuzione ridotta a circa 6 euro lordi all’ora.»
Filcams Cgil non ha ritenuto di dover avallare questo accordo, e per questo motivo «vede vanificare ogni tentativo di ulteriore accordo con i vertici della Cooperativa che, invece, proseguono sulla strada scelta applicando norme che deprivano delle loro funzioni le lavoratrici e i lavoratori, demansionati e sottopagati».
La Filcams Cgil ha proclamato una serie di iniziative di mobilitazione territoriali, «ritenendo ci siano gli estremi per l’avvio di una procedura per comportamento antisindacale (ex art. 28 della L. 300/70, meglio nota come Statuto dei Lavoratori) per vedere riconosciuti i pieni diritti e le tutele maturate da lavoratrici e lavoratori».
La Filcams Cgil lancia inoltre un appello alle stazioni appaltanti, ai Comuni e agli Enti che si avvalgono dei servizi della Cooperativa Sistema Museo, «perché si facciano carico di ottenere informazioni chiare sul grado di rispetto dei diritti dei lavoratori, mettendo conseguentemente in atto tutte le tutele necessarie affinché questi servizi vengano resi nel pieno rispetto delle mansioni realmente svolte e delle professionalità coinvolte, e che nessuna svalutazione contrattuale potrà cancellare».
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