Dopo 23 anni sono state riaperte al pubblico, a Sant’Antioco, le aree archeologiche della Necropoli Punica e dell’Acropoli
Dopo 23 anni sono state riaperte al pubblico le aree archeologiche della Necropoli Punica e dell’Acropoli, due siti di straordinaria importanza che arricchiscono il patrimonio culturale di Sant’Antioco. Un’attesa durata oltre due decenni, per le due perle incastonate nel cuore del centro storico e archeologico antiochense, da venerdì 30 luglio fruibili in forma permanente, tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00. Per l’inaugurazione, presso la Necropoli (settore Nord) si sono tenuti il consueto taglio del nastro e una conferenza stampa di presentazione dei siti archeologici, alla presenza della rappresentante della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e Sud Sardegna, la dott.ssa Giovanna Pietra, il sindaco Ignazio Locci, la consigliera comunale delegata alla Cultura, Rosalba Cossu, la direttrice del Parco archeologico, l’archeologa Sara Muscuso, e una rappresentanza del partner di gestione del Parco, la Cooperativa Archeotur, che si occuperà della fruizione del sito.
Necropoli punica e Acropoli di età romana sono due aree che, inserite nel fulcro del centro storico antiochense, hanno consentito all’archeologia sulcitana di ricostruire importanti momenti storici e sviluppi diacronici dell’insediamento dell’antica Sulky. Indagate dagli anni 50 del secolo scorso, le due aree sono state oggetto di interventi recenti. Il settore nord della Necropoli, grazie al finanziamento della Fondazione di Sardegna, è stato dotato di un punto ristoro e di nuovi e moderni supporti didattici. E ancora si è provveduto a creare un impianto di illuminazione esterna e interna alle tombe, unitamente ai percorsi dei camminamenti esterni totalmente reversibili e autoportanti che condurranno i visitatori al tragitto sotterraneo. Ma cosa vedranno i visitatori? Sarà possibile accedere al settore della Necropoli punica utilizzato con la medesima funzione fin dall’epoca romana e nell’età tardo antica con il collegamento di diverse tombe contigue per la costruzione di un piccolo complesso catacombale. All’interno, un arcosolio di pregio e ulteriori testimonianze di rilievo. Attraverso i cantieri archeologici del Cammino minerario di Santa Barbara è stato invece possibile valorizzare l’adiacente area dell’Acropoli romana, luogo che almeno a partire dal II sec. a.C. ospita un importante tempio di tipo italico della prima città romana. Anche in questo caso i lavori hanno riguardato un sistema di illuminazione notturna, i camminamenti del percorso di visita, i supporti didattici e il restauro di antiche pavimentazioni.
«Queste due aree archeologiche – commenta la direttrice del Parco Archeologico Sara Muscuso – confermano come l’antico e il contemporaneo possano coesistere e compenetrarsi in un interessante esempio di archeologia urbana che dalla Piazza De Gasperi, cuore pulsante del centro storico, si articola in un vero Parco archeologico urbano con ben sette siti visitabili: luoghi ricchi di storia, cultura, tradizioni, per concludersi più a nord con il tofet e il Museo archeologico Ferruccio Barreca.»
«Siamo felicissimi – commenta il sindaco Ignazio Locci – abbiamo creduto alle intuizioni della dottoressa Sara Muscuso, che aveva proposto di investire il finanziamento della Fondazione di Sardegna in un progetto teso alla riapertura della Necropoli, e oggi possiamo dire di averci visto giusto. Grazie anche al lavoro del Cammino minerario di Santa Barbara che ha consentito la realizzazione di alcuni lavori all’interno dell’Acropoli romana.»
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