Luca Serianni: «La Sardegna nella Divina Commedia: i dannati dell’inferno che dicono di non stancarsi mai di parlare dell’Isola»
C’è un pezzo di Sardegna in Dante e Luca Serianni, non solo lo sa, ma lo ha spiegato in maniera chiarissima a tutti, adulti e bambini. Ospite questa mattina a Guspini, alla Festa della letteratura Bimbi a Bordo, il professore emerito di Storia della lingua italiana a La Sapienza, socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, della Crusca, e dell’Accademia delle Scienze di Torino, è salito sul palco per spiegare come Leggere Dante oggi. La scelta dell’argomento non è ovviamente casuale, viste le celebrazioni per l’anno dantesco.
«L’ordinamento dei peccati nella Divina Commedia – ha spiegato il professore – rispecchia ovviamente la società dell’epoca. Una società sostanzialmente mercantile, dove il furto, la baratteria possono essere considerati alla stregua di un omicidio. Noi oggi non abbiamo nessun dubbio: ovviamente un omicidio è più grave di un furto. Ma ai tempi di Dante no.»
E proprio in tema di barattieri Serianni cita i barattieri dannati all’inferno e inserisce nel loro dialogo proprio la Sardegna. Sono i dannati della V Bolgia dell’VIII Cerchio dell’Inferno, colpevoli di aver usato le loro cariche pubbliche per arricchirsi attraverso la compravendita di provvedimenti, permessi, privilegi (commisero l’odierno reato di «concussione»: è l’accusa, falsa, rivolta a Dante dai Guelfi Neri di Firenze al momento dell’esilio). Compaiono nei Canti XXI–XXII, immersi nella pece bollente di cui è piena la Bolgia e da cui sono costretti a restare totalmente coperti. Sono sorvegliati dai Malebranche, demoni alati e neri, armati di bastoni uncinati coi quali afferrano e straziano ogni dannato che tenti di emergere dalla pece.
«I barattieri sono persone corrotte che soffrono la pena di stare sotto la pece bollente, ma nonostante questo contrappasso riescono comunque a dire di non stancarsi mai di parlare di Sardegna. Dice Dante che a parlare di Sardegna “le loro lingue non sono mai stanche”. È uno spaccato del periodo dantesco molto interessante per la società che ne emerge.»
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