Proposte e rivendicazioni per gli investimenti da fare nel Sulcis Iglesiente
Insistere nel dire e scrivere di voler andare (e rientrare…) su Marte non è diverso dal dire e scrivere che si vuole una FSRU dentro il Porto Civile e Commerciale a Portovesme. Per tutti, nessuno escluso, parlare sapendo di cosa si sta parlando è una delle condizioni fondamentali del confronto. Ovviamente oltre agli altri temi che sono da tenere nella dovuta considerazione a partire dalle disponibilità e indisponibilità delle comunità locali, fino alle logiche che non possono vedere un territorio del nostro Paese essere trattato diversamente in funzione della sua collocazione geografica, disperazione, e o pretese, come l’andare su Marte, di singoli, per quanto importantissimi, rispetto alla collettività. Infine, il tutto aggravato, sul merito materiale, dalla questione della lunga e non facile tempistica, insieme a tutti gli aspetti di sostenibilità e sicurezza, per la quale risulta utile l’esperienza toscana. Cosa che in quel di Portovesme ha una decisiva aggravante nella questione materiale, logistica e, infine, la decretazione di Area Ad Alto Rischio di Crisi Ambientale.
Il tempo non è decisamente una variabile indipendente (e qui si tratta di lustri), per quanto riguarda i processi autorizzativi quanto quelli materiali per un “lavoretto” non da poco da effettuarsi nel porto definibile “urbano”. La si può narrare come si vuole, con voce più o meno grossa, ma su Marte non ci si arriva e in ogni caso non impedirebbe l’ulteriore ecatombe occupazionale. Aspetto, quest’ultimo sul quale non c’è una voce una che sia discordante! E allora non sarebbe bene guardare in faccia la realtà, avanzando proposte concretamente percorribili, peraltro non inventando niente di nuovo ma anzi chiedendo di rendere esigibili accordi già ampiamente “lavorati”, condivisi, stabiliti, finanziati e sottoscritti dalla stragrande rappresentanza istituzionale, datoriale e sociale? Accordi magari da integrare con proposte e rivendicazioni altrettanto serie, sostenibili e concrete di investimenti per creare produzioni utili, anzi di più, necessarie e richieste in questo tempo. Cioè sostenibili ambientalmente, economicamente e socialmente! Perché delle due l’una: o si è davvero convinti di arrivare in “porto” in barba a tutto e tutti (il che denota una spudorata convinzione di prepotente supponenza); oppure siamo alla solita, semplice e conosciuta ricerca del “capro espiatorio” sul quale scaricare la responsabilità di non poter partire per il pianeta rosso. Sapendo che entrambe non fanno parte della storia del nostro territorio e che oggi sono fuori da ogni contesto internazionale.
Roberto Puddu
Ex segretario Camera del Lavoro CGIL Sulcis Iglesiente
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