Partito Comunista Italiano Federazione Sulcis Iglesiente: «I costi della transizione energetica non li paghino i lavoratori e i cittadini»
In queste settimane la Glencore, proprietaria della Portovesme SRL, ha annunciato di aver attivato la procedura propedeutica all’ottenimento della cassa integrazione guadagni straordinaria per crisi aziendale per circa 600 lavoratori. Un nuovo macigno rischia di abbattersi sul territorio, che andrebbe ad aggiungersi alle già infinite vertenze del Polo industriale, tra cui quella delle lavoratrici e lavoratori diretti e indiretti dell’Eurallumina e della Sider Alloys.
La causa della fermata di alcuni impianti energivori risiede nella storica problematica dei costi dell’energia, che in questo periodo hanno raggiunto costi prima impensabili e che i cittadini hanno potuto verificare nelle proprie bollette.
In una regione dove il potenziale energetico legato alla trasformazione delle fonti rinnovabili è altissimo ad oggi non vi è una chiara programmazione reale per la transizione energetica.
La stessa realizzazione delle infrastrutture legate all’utilizzo del metano per la riconversione del terzo gruppo Enel (Grazia Deledda di Portovesme), nonostante il benestare delle amministrazioni, del territorio e delle organizzazioni sindacali dei lavoratori, viene messo in discussione dal Governo e dall’Enel, con il rischio di creare danni enormi che ne deriverebbero non solo al comparto industriale di Portovesme ma all’intera economia della regione.
Se da un lato il Governo nazionale non è chiaro sulla politica industriale ed energetica per il nostro territorio, dall’altro la maggioranza che guida la Regione Sardegna è più interessata a distribuire privilegi post elettorali (vedi la legge Omnibus con la reintroduzione dei vitalizi) e ricostruire le alleanze in vista della gestione delle ingenti risorse provenienti dal PNRR. Per altro la programmazione di spesa di queste risorse è sostanzialmente sconosciuta al sistema degli Enti Locali, alle parti sociali, al mondo del Lavoro, alle piccole imprese e agli artigiani nonché alla cittadinanza, che vuole e ha il diritto di partecipare in maniera democratica alla costruzione del proprio avvenire.
Per noi comunisti del Sulcis Iglesiente non è tollerabile che i costi della transizione energetica vengano scaricati sui soliti noti: lavoratori, giovani, pensionati e cittadini. Occorre garantire tutti i posti di lavoro: la cassa integrazione richiesta dalla Portovesme SRL non deve essere l’anticamera per la chiusura dell’ultima fabbrica produttiva del polo industriale.
La situazione della Portovesme SRL non va sottovalutata, i costi dell’energia rischiano di aumentare ulteriormente nei prossimi mesi, mettendo a repentaglio qualsiasi prospettiva di ripresa del Polo Industriale. Chiediamo ai Sindaci e ai Consigli Comunali, nonché alla cittadinanza, di mobilitarsi e scendere in campo a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori per chiedere che il Governo intervenga tempestivamente con misure idonee a ridurre i costi energetici e per tutelare i posti di lavoro, senza dimenticare la tutela dell’ambiente e della salute.
Partito Comunista Italiano
Federazione Sulcis Iglesiente
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